Capitolo Diciotto: Inosuke e le memorie scomparse

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«Aspetta... Perché i nostri futon sono così vicini?», domando. Non me ne sono affatto accorta prima di entrare nella stanza. I nostri futon sono praticamente attaccati e il poco spazio non lascia possibilità di grande distanza tra loro. «E soprattutto prendine solo uno. Non occupare entrambi». Inosuke, infatti, dopo aver deciso il materasso su cui poter dormire, ci si è gettato sopra, occupando entrambi i letti con il suo corpo.

«Ma non è un unico futon?», chiede, guardando sotto di lui il tessuto su cui è seduto.

«Fammi capire: hai deciso su quale dormire pensando fosse un unico materasso, senza pensare a me? Secondo te dove dovrei dormire?», dico ironica. A quanto pare lui non ci ha nemmeno pensato e ha preso il primo posto libero che ha trovato. Questo mi fa capire quanta considerazione ha di me.

«Cosa ne so!», risponde sonoro lui.

Sospiro e mi avvicino, e con un gesto della mano lo invito a spostarsi più in là. «Sposta un po' il tuo materasso, così ognuno ha il suo spazio».

Inosuke grugnisce, disturbato dalla diminuzione dello spazio per dormire. Anche se infastidito, mi ascolta e fa quello che gli è stato detto, ma poi smettiamo tutti e due di rivolgerci la parola. Subito dopo si stende irritato e rilassa i muscoli, portando le mani dietro la sua testa per stare più comodo.

Lo guardo con la coda dell'occhio e alzo gli occhi al cielo al suo comportamento infantile. Sistemo meglio il piumino e mi tolgo l'haori, in modo da poterlo sistemare al mio fianco ed evitare, così, che si rovini durante la notte. Come lo faccio, però, la mia divisa della parte superiore del corpo si alza un po', scoprendo al momento un mio fianco. Non ci faccio caso e abbasso la tenuta, coprendomi la pelle esposta.

«E quella cos'è?», domanda tutto ad un tratto Inosuke sempre nella stessa posizione ma, questa volta, con evidente interesse.

Mi volto verso di lui, spostando dietro l'orecchio un ciuffo di capelli che mi è andato davanti al viso nell'esatto momento in cui ho abbassato la testa per posare, nel pavimento, l'haori blu fiordaliso.
«Cosa?», rispondo alla domanda con un'altra domanda.

«Come 'cosa'? Quella cicatrice che hai!», dice, indicando il mio fianco destro.

«Cicatrice?». Sposto il mio sguardo da lui al mio fianco e rialzo la divisa, non notando nulla di insolito. «Di che cicatrice parli?».

«Quella che hai sulla schiena! Come te la sei procurata? Combattendo contro qualcuno?». Più curioso che mai, si mette seduto a gambe incrociate, posando le sue forti mani nelle ginocchia.

Tento di cercare con attenzione, più e più volte, il segno nella mia pelle, ma non ci riesco. Non riesco a vedere la cicatrice di cui il Ragazzo-Cinghiale parla. «Dove la vedi?», ritento.

Inosuke, scocciato, si alza in piedi e si avvicina a me. «Come fai a non vederla? È proprio qui!», dice, toccando con il dito indice la mia schiena.

Il suo tocco improvviso mi fa sussultare, facendomi anche squittire. «Che stai facendo!?», dico, scacciando la mano del ragazzo e, subito dopo, andando a toccare il punto della schiena su cui lui ha posato il dito. Tasto lievemente e, in effetti, sento qualcosa: il segno di una vecchia ferita, molto profonda e ormai rimarginata. È una cicatrice abbastanza lunga che, man mano che sento con le dita, mi rendo conto che prende quasi metà schiena. A questo fatto, il vuoto si impossessa della mia mente che prova a vagare tra i ricordi. Dove mi sono procurata questa vecchia ferita? Come è successo? Perché non me ne sono mai accorta?
La paura si impossessa gradualmente di me, man mano che tocco ogni punto della mia pelle scoperta. Il mio respiro si fa sempre meno regolare, portandomi alla ricerca d'aria. Deglutisco a vuoto, sentendo la mia bocca seccarsi.

Inosuke vede con chiarezza il mio turbamento e, come se volesse calmarmi a modo suo, si riavvicina a me con il solito abituale fare sfacciato. «Ehi, ma che è stato quel suono? Sembravi un topino!», ricomincia divertito, ridendo con trasparenza.

Deglutisco di nuovo, alzando lo sguardo per osservarlo. «U-un topino?».

«Non hai mai sentito il verso di un topo? Di quelli piccini? Hai prodotto lo stesso suono!», ride divertito lui.

Smetto di tastare la profonda cicatrice, abbassando il tessuto della mia divisa e prendendo un grande respiro per recuperare tutto l'ossigeno perso. Sono ancora abbastanza turbata, ma percepisco gli sforzi di Inosuke per farmi calmare e inizio ad assecondarlo. «... So che verso fanno i topi e il mio non è minimamente paragonabile. Non prendermi in giro».

«Ne sei sicura?», domanda lui, toccando il mio fianco con un dito ancora una volta, come poco prima. Questo mi causa un altro sussulto e un altro suono che non riesco a controllare.

Inosuke ride beffardo alla seconda reazione, prendendoci gusto a stuzzicarmi. «Ah, ah! Sei un topino!», sottolinea, giocando a farmi il solletico.
Dal canto mio inizio a ridere a crepapelle non riuscendo a trattenermi, ma provo comunque ad allontanarlo per farlo smettere. «T-ti prego, f-fermati!», lo imploro trattenendo le lacrime. Prendo il suo braccio destro con tutte e due le mani e lo allontano, ma lui riparte all'attacco con la sinistra, divertito dalla situazione.
Le mie gambe cedono e cado a terra. Ne approfitto e gattono lontano da lui, ma non si fa problemi a inseguirmi per ricominciare. Prima che possa farlo, però, lo spingo con la forza delle braccia, facendo pressione nel suo petto. Di conseguenza Inosuke prende il mio polso destro con la mano sinistra, si toglie per vedere meglio la maschera e la fa cadere, lasciando scendere lungo la morbida pelle i suoi capelli neri, sfumati di blu verso le punte. I suoi occhi verdi e grandi si posano divertiti sui miei.

Mi blocco all'improvviso quando, dopo parecchio tempo, riesco a rivedere il suo volto armonioso e aggraziato, bello come pochi. Arrossisco violentemente e il cuore parte a fare il matto quando mi rendo conto di avere davanti a me un ragazzo e non un'amica di vecchia data.

Non lo ricordavo così bello.

Di conseguenza mi stacco subito, spostando lo sguardo altrove in modo da evitare di incrociare il suo. «B-basta Inosuke, lascia andare il mio polso...», dico inciampando nelle mie stesse parole.

Le sopracciglia fine e belle del ragazzo di corrugano. «Che c'è ora?», chiede confuso.

«Assolutamente n-niente», rispondo, non riuscendo ancora a controllare il mio balbettare. «Mollami per favore», continuo a disagio. Lui non lascia la presa e sento con chiarezza il suo sguardo farsi più insistente, al che prendo un ciuffo dei miei capelli e lo uso per coprirmi il volto sempre più rosso. «Per favore...». Non ho il coraggio di scoprire la sua espressione. Mi limito solo a guardare a terra.

Lentamente, sento la presa farsi sempre più debole, fin quando lui non si alza e va a distendersi del suo futon senza, stranamente, obiettare. Si prende la libertà però di aggiungere qualcosa: «Le cicatrici rendono forti».

È probabile che abbia frainteso la mia reazione come una sorta di timore, già visto in precedenza alla scoperta della cicatrice. Ammetto che, nel profondo, il suo cercare di tirarmi su di morale mi ha colta di sorpresa, lasciandomi una piacevole sensazione nel cuore. Però, allo stesso modo, mi ha causato un'enorme vergogna senza alcun motivo.

In effetti non ha tutti i torti, ma la cosa che mi spaventa di più è proprio il fatto di essere venuta a conoscenza di una cicatrice così profonda e il non averci mai fatto caso mi turba in maggior misura. Da quel che ricordo, nessuno mi ha mai colpita alle spalle. Dopotutto dovrei aver memoria di una cosa del genere; quindi perché non ho nemmeno un frammento di ricordo su questo?

Lo seguo e mi corico nel mio futon, senza mai dare una risposta a causa della mia improvvisa timidezza. Gli do le spalle e poso la mano al cuore, in modo da ascoltarlo battere ancora freneticamente. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dal sonno dopo diverso tempo a crogiolarmi su tante, tantissime cose.
Perché l'ho trattato così? Perché ho scoperto adesso il segno nella mia schiena? E soprattutto... Perché non ricordo niente del mio passato?

Il Nostro Legame [Inosuke Hashibira X Reader]Where stories live. Discover now