Capitolo Tredici: la mattina della partenza

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Tolgo il kimono e indosso il mio personale e pulito haori color blu fiordaliso. Passo le dita lungo esso e mi fermo sopra ad uno dei cerchietti bianchi che decorano la veste, ammirando il motivo con interesse.

«(Nome), sei pronta?», mi domanda l'amico Tanjiro nell'uscio della mia stanza. «Inosuke sta per partire senza di te. È impaziente di andare».

Faccio un veloce cenno con la testa e mi affretto a preparare le ultime cose. Prendo poi uno scialle nero con qualche fiore colorato ad abbellirlo, fatto di un materiale più pesante per affrontare il freddo cammino. Lego infine l'obi - cintura - e infilo la mia spada nichirin su di essa. «Bene. Credo di non aver dimenticato nulla», parlo tra me e me.
Prima di uscire e raggiungere gli altri, guardo fuori: è l'alba, ma sta ancora piovendo e il cielo è carico di dense nuvole scure. Decido quindi di prendere anche un copricapo in paglia e bambù, in modo da proteggermi dalle gocce di pioggia, più fine, minuta e debole del giorno precedente.

Lascio definitivamente la stanza, percorro il corridoio e raggiungo la sala principale; quella che conduce all'uscita.
Una volta lì, mi avvicino ai miei amici in attesa e, non appena Inosuke si accorge di me, inizia subito a fare baccano. «Accidenti, femmina! Ma quanto ci hai messo?», si lamenta.

Scosto una ciocca di capelli dal viso, sistemando meglio la mia cintura. Poi sposto lo sguardo e osservo il ragazzo con la maschera nel viso. Alzo un sopracciglio quando vedo che è a petto nudo. «Inosuke, non vorrai venire via così spero», dico. «Copriti. Fuori piove e fa freddo».

«Sto benissimo così! Smettila di darmi ordini!», risponde lui.

«(Nome), sta' attenta», dice Zeni'tsu, affiancandosi a me. «Torna il prima possibile, ti prego». Poggia le sue mani sulle mie spalle e negli angoli dei suoi occhi iniziano a formarsi deboli lacrime.
«Ti scongiuro!».

Sorrido apertamente, ridacchiando anche un po'. «Tornerò, non preoccuparti».
Zeni'tsu annuisce, lasciando scivolare lungo il suo viso qualche lacrima di coccodrillo; poi si allontana di un passo, liberando le mie spalle dalla sua morbida presa.

«(Nome)», continua Tanjiro al posto del biondo ragazzo. «Buona fortuna», mi augura sorridente. «Mi dispiace tu stia partendo con un Inosuke ferito, ma credo ti aiuterà più di quel che pensi. Tienilo d'occhio». Il suo sguardo è sicuro, tanto che infonde anche a me una certa sicurezza.

Annuisco decisa. «Sì, lo farò».

«Scusatemi, signori Cacciatori», sentiamo, però, all'improvviso. L'anziana padrona di casa cammina a piccoli lenti passi verso di noi, tenendo la schiena incurvata in avanti. Quando è abbastanza vicina, porge con una delle due deboli mani degli oggetti. «Delle preghiere per due valorosi Cacciatori prossimi alla missione», dice a voce bassa.
Non dico niente, colta da un gesto inatteso. Allungo la mano e accetto uno degli oggetti, capendo successivamente di cosa si tratta. Sono due Omamori yakuyoke: amuleti contro la sfortuna. I nostri, in particolare, proteggono da ogni forma di male e scacciano gli spiriti negativi.

«Eh? E questo cos'è?», domanda Inosuke, avvicinandosi e prendendo tra le mani, come me, l'Omamori.

«Oh! Sono degli amuleti portafortuna!», dice poi Tanjiro. «Che fortuna! Ora sono più tranquillo nel lasciarvi partire», continua, lasciandosi sfuggire un sospiro di sollievo.

«Portafortuna?», domanda Inosuke, palesemente in difficoltà.

Guardo il grazioso Omamori donato. È di un colore blu notte e la chiusura è bianca come il latte.
Sento farsi largo, dentro di me, un piacevole calore. Alzo lo sguardo e sorrido, arrossendo per la felicità. Mi inchino, stringendo l'amuleto al petto. «La ringrazio infinitamente».

L'anziana ricambia il sorriso e s'inchina a sua volta, spostando indietro le maniche del suo lungo kimono. «Fate un buon viaggio», dice, aspettando qualche secondo prima di rialzare il capo.

«Non ho capito», commenta Inosuke.

«Te lo spiego dopo», rispondo. Nel mio viso è ancora presente un largo sorriso e, senza dubbio, le mie guance devono essere colorate di un rosa tenue.
Sono particolarmente di buon umore adesso.

Il Ragazzo-Cinghiale grugnisce e senza dare retta a nessuno, si indirizza verso l'uscita. Come esce nel vialetto, la pioggia colpisce la sua morbida pelle scoperta, bagnandolo. A lui pare non importare minimamente.

Come vedo che se ne va senza di me, accorcio i tempi e faccio balzare il mio sguardo su Tanjiro e Zeni'tsu. «Ci vediamo, ragazzi. Riposate per bene!», dico, coprendomi la testa con il copricapo in paglia e bambù e agitando una mano in segno di saluto.

Loro annuiscono, anche se con reazioni parecchio diverse tra loro: Zeni'tsu saluta a testa bassa e Tanjiro con energia, ma con un viso che rivela persino una certa preoccupazione.

Il biondo mugola. «Tanjiro...», dice una volta che sia io, che Inosuke, siamo spariti dalla loro vista. «Credi che andrà tutto bene?».

Il rosso increspa le labbra, pensieroso. Scuote poi la testa e si decide a rispondere all'amico. «Non abbiamo di che preoccuparci».

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«Potevi rimanere lì con loro. Non mi serve il tuo aiuto», pronuncia Inosuke, già inzuppato dalla testa ai piedi.

La pioggia non accenna ad andarsene e il vento freddo non fa che aumentare. Il mio corpo trema e dei brividi percorrono la spina dorsale. Mi copro prevalentemente le spalle con lo scialle, che non riesce a darmi sollievo, visto che anch'esso è bagnato.
«Questa è la mia missione, ti ricordo», dico, battendo i denti. Un tremante sospiro esce dalle mie labbra. «Inosuke... Non hai freddo?». Vedere il ragazzo a petto nudo anche in queste situazioni mi crea un senso di dolore allo stomaco. Come fa a non risentirne?

Lui, come se niente fosse, prosegue indifferente. «Non ho mai freddo. Anzi!», risponde come se fosse la cosa più normale e naturale del mondo.

Lascio uscire dalla mia bocca uno dei tanti sospiri ad occhi chiusi della giornata. Ho freddo, ma non posso rimanere impassibile. «Non ho intenzione di vederti in questo stato. Ti beccherai un bel raffreddore». Lui mi ignora senza farsi troppi problemi e poggia i gomiti sulle sue due spade fasciate, che si muovo in contemporanea ai suoi fianchi.
Arriccio, senza rendermene conto, il naso. Esito, ma decido di procedere comunque: mi tolgo in tutta fretta lo scialle nero e lo avvolgo nelle spalle di Inosuke.

«Eh?! Che stai facendo?», dice di botto. Si dimena, provando ad allontanarmi. «Finiscila! Toglimi questa cosa di dosso, Scricciolo!».

«Oh, insomma! Sta' fermo!», dico, fingendo di non aver sentito. «Almeno copriti fin quando non smette di piovere».

Alla mia pertinacia, lui si ferma di punto in bianco, facendomi scontrare contro la sua schiena. Si volta poi verso di me, guardandomi dall'alto. «Smettila ti ho detto», dice lui a voce bassa, quasi minaccioso. «Non ho bisogno di riparare il mio corpo con tali sciocche vesti. Mi fa venire caldo il solo pensiero di coprirmi il petto».

Il suo cambio di umore mi paralizza sul posto; il tono minaccioso che mi rivolge mi fa un po' paura.
Le mie stesse mani, all'altezza delle sue spalle, che stringono lo scialle, scendono pesanti, piano piano, lungo i miei fianchi. Guardo altrove nervosa e riprendo a camminare, superando il ragazzo. «Va bene. Scusa se ti ho dato fastidio».

In fondo ho voluto solo aiutarlo; che motivo ha di reagire così? Volevo essere gentile con lui, ma non me lo ha permesso. Se proprio vuole stare per i fatti suoi e desidera così tanto rifiutare l'aiuto degli altri, che lo faccia. A questi punto quello che posso fare è limitato, se non inesistente.

Tengo le braccia basse, tanto da far toccare all'indumento quadrato, il terreno fangoso.
Però, un gesto inaspettato di Inosuke mi fa cambiare idea più velocemente di quel che potessi pensare: lo scialle viene tirato via con forza dalle mie mani e, quando mi giro, lo vedo nelle spalle del ragazzo che, impacciato, tenta di sistemarlo il meglio possibile. I miei occhi (Colore Occhi) si spalancano e si illuminano, colpiti da un debole raggio di sole che si fa strada tra la pioggia sempre meno forte.

«Dannata femmina. Smettila di farmi sentire fuori luogo», è l'unica frase che mi rivolge.

Il Nostro Legame [Inosuke Hashibira X Reader]Where stories live. Discover now