Capitolo Quindici: gentilezza

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Cammino velocemente, tentando di stare al passo della persona dinanzi a me. La sua mano raggiunge la mia e con un gentile gesto, mi chiede silenziosamente di seguirla. È una persona adulta e il calore che emana è confortevole, ma non riesco a capire se è un uomo o una donna.
Non mi interesso molto di questo particolare, perché mi sento leggera e priva di ogni cattivo pensiero. Il mio corpo è piccolo: sono una bambina. Intorno a me il paesaggio è ricoperto di candida neve, il mio naso e le mie guance sono arrossate per il clima pungente e il mio respiro condensa con l'aria frizzante.
Osservo interessata i nostri piedi sprofondare nella neve passo dopo passo, poi sento il gentile tocco dell'adulto, che mi tiene per mano, farsi leggermente più forte, come a cercare di attirare la mia attenzione bambinesca.
Non riesco a vedere il volto della persona, ma sono sicura che mi stia rivolgendo un largo sorriso.

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Lo scricchiolio di una foglia mi desta. Apro pian piano gli occhi, abituandoli alla poca luce lunare. Sono seduta a terra, con la schiena poggiata sul tronco di un albero. Mi stacco e stiracchio le braccia in avanti.
Mi sono appisolata senza accorgermene?
Nel momento in cui porto le braccia davanti a me, noto Inosuke in piedi e di spalle, con le spade sguainate e strette tra le sue mani.

«Ti sei svegliata finalmente», dice lui senza nemmeno voltarsi. La sua voce è bassa e roca, la sua schiena è lievemente incurvata in avanti e i muscoli sono tesi.

«Che succede? Perché impugni così saldamente le tue spade?», domando allarmata, alzandomi a mia volta e afferrando la mia katana, provando, allo stesso tempo, ad ascoltare ogni minimo rumore circostante.

Lui non risponde, anzi, abbassa una delle sue due spade e punta l'altra, invece, davanti a lui, come ad indicare qualcosa tra gli alberi della foresta in cui siamo. «Vieni fuori se non vuoi che ti tagli in due», parla poi lui a chissà chi.

Trattengo il fiato. Non so cosa possa aver visto.
Porto la mia attenzione nel punto che sta scrutando così intensamente, non notando nulla di insolito. Dopo qualche attimo di silenzio, mi decido a parlare. «Non c'è niente lì», mi rivolgo a lui.

«È una creatura piuttosto chiassosa e incosciente. Ho sentito i suoi passi dallo scricchiolio delle foglie, ma ora sembra non voler mostrarsi», risponde a me.

Creatura? Sta parlando di un demone?
Ora che ci penso, credo sia stato proprio il rumore delle foglie a svegliarmi.

Inosuke, indubbiamente ha molto più istinto di me, quindi è probabile che abbia capito con largo anticipo che si tratta di un demone, ma la situazione è comunque strana. Se così fosse, la creatura non ci penserebbe due volte ad attaccare.

Porto il piede destro davanti a me, a dominare sinistro, e impugno la mia spada, pronta a un possibile attacco nemico. Dopotutto è ancora notte fonda, il giusto momento per incontrare un demone.

«E va bene, dannato mostro. Adesso ti faccio a fette», pronuncia Inosuke, spazientito. Come le parole escono dalla sua bocca, sentiamo provenire dal punto osservato da me e lui, un lamento. Un lamento di chiara paura.

«Aspetta», dico, abbandonando la posizione e lasciando la spada nel suo fodero. Questa situazione è davvero strana. Non credo si tratti di un demone, altrimenti ci avrebbe già attaccati.

Finalmente il ragazzo si volta verso di me, stranito dalla mia richiesta. «Hah? Cosa devo aspettare? Che ci attacchi?».

Prendo un profondo respiro, come ad infondermi coraggio e supero il Ragazzo-Cinghiale, dirigendomi verso il punto da cui è partito il rumore. «Voglio solo controllare una cosa», rispondo.

Ogni passo che faccio è sempre più pesante. E se ho sbagliato? Non ho certo la prontezza di difendermi all'istante in caso qualcosa attaccasse.
Deglutisco a vuoto, rallentando il mio cammino. «Q-qualsiasi cosa tu sia, vieni fuori». Quello che pare un ordine, in realtà mi esce con un tono quasi sofferente, contro la mia volontà.

Il Nostro Legame [Inosuke Hashibira X Reader]Onde histórias criam vida. Descubra agora