Chapter 13

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{Warning! Questo capitolo contiene scene a sfondo sessuale esplicite fra due individui di sesso maschile. La mia coscienza da questo momento in poi è a posto; io vi ho avvisati!}

*Louis' POV*

Dopo la chiacchierata con Harry nel parco di fianco a quella merda umana di mio zio, e dopo esserci confessati a vicenda la reciproca omosessualità, Londra mi è sembrata ancora più ostile di quanto non mi sembrasse un'ora addietro. "Mi porterà via Harry. Ancora un mese, e poi strapperà Harry direttamente dalle mie braccia" continuavo a pensare, rasserenato solo dalla presenza costante del riccio al mio fianco. Sembrava non volesse lasciarmi andare. Ogni frase, ogni cosa era scusa buona per creare un contatto fra noi. Iniziavo a prenderci gusto, con quei contatti.

Poi Harry ha cambiato umore, e ha detto che dovevamo andare; che le sue macchine probabilmente erano già ad aspettarci all'aeroporto. Ho guardato l'ora, e una volta constatato quanto fosse tardi, lo ho afferrato per una manica, e senza nemmeno pensarci mi sono messo a correre in direzione della mia auto. Di tanto in tanto ho sentito Harry fare un respiro più lungo degli altri, ma ha retto il passo, e dopo mezz'ora eravamo arrivati al punto dell'incontro.

Le macchine erano già pronte a partire, autisti al seguito. Eravamo in ritardo di una decina di minuti, ma gli addetti alla consegna dovevano essere stati pagati profumatamente dal padre di Harry, perché nessuno dei due si era lamentato. Ci hanno semplicemente chiesto di fargli strada, e così io ho fatto.

Il viaggio di ritorno è stato quasi elettrostatico. Ora nessuno dei due sembrava temere che l'altro potesse scoprire la propria "diversità". Infondo eravamo entrambi diversi, ma nella nostra diversità ci ritrovammo ad essere uguali; okay, forse "uguali" è un termine un tantino pomposo, ma "simili" penso possa passare qualunque tipo di esame.

Sentivo che Harry stava morendo dalla curiosità di sapere chi fosse quello Styles nominato blandamente a pranzo da mio zio, e sapevo che stava morendo dalla voglia di saperlo fin da quando vi accennai mentre ci recavamo al locale di Barbara. Ma Harry sapeva anche che non avrei avuto voglia di rispondere, non proprio ora che l'atmosfera si era finalmente riequilibrata, dandomi nuovamente la forza di sorridere, ed essere felice.

Poi iniziò la catena di chiamate e messaggi da parte di Liam. Voglio un mondo di bene a quel ragazzo, ma Dio!, era così fastidioso: nessuno dei due poteva dire nulla senza essere interrotto da quella fastidiosa suoneria senza tempo ed età. Era frustrante, tanto che alla fine fui costretto ad estrarre il cellulare dalla tasca dei pantaloni, così da poterlo silenziare. "Scusa, Liam, ma non è il momento di parlare" pensavo, cercando di dissolvere i sempre più crescenti sensi di colpa.

"Uhm, Louis? Perché non rispondi?" aveva chiesto Harry con tono innocente, la fronte corrucciata. "Ti saranno arrivati un miliardo di messi, insomma, presumo debba essere importante" ha poi continuato, passandosi le dita fra i capelli, scoprendo la fronte alta, lucida.

"È solo il mio migliore amico, Harry. Può aspettare" gli ho risposto facendogli l'occhiolino, guadagnandomi un sorrisetto da parte sua. E Dio, sapevo perché stesse sorridendo: avevo appena implicato che Liam veniva dopo Harry; che Harry fosse più importante del mio migliore amico da quella che potrebbe essere considerata letteralmente una vita.

"Okay, se lo dici tu...". Era tornato a guardare fuori dal finestrino, standosene in silenzio mentre la radio locale passava una sfilza di canzoni natalizie datate mesozoico. Canzoni che nemmeno i componenti del circolo degli anziani avrebbero saputo riconoscere.

"Com'è?" aveva poi chiesto Harry, questa volta guardandomi serio, il sorriso di poco prima a stento trattenuto.

"Scusa?". In realtà avevo capito benissimo la sua domanda, solo non sapevo se rispondere. "Louis, e se Harry volesse sapere qualcosa in più su Liam perché è interessato a lui?" mi ha suggerito la fottuta vocina, e penso di essere impallidito, perché poco dopo la mano di Harry è arrivata a posarsi sul mio avambraccio, gli occhi carichi di apprensione.

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