60. Everything seems darker after looking at the sun

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Trigger warning: discussione di violenza sessuale.

***

La luce era ancora calda e pervasiva quando Harry si svegliò, sembravano passati giorni e pochi secondi allo stesso tempo. I raggi del sole trapassavano dolcemente le tende, i rami degli alberi all'esterno erano semplici ombre indistinte che oscillavano lievemente, spinte dalla brezza. Ma la cosa migliore era la sensazione di pace e calore nel suo petto, insieme al braccio destro di Louis avvolto intorno alla sua vita e al suo corpo premuto dietro di sé. Letteralmente, non riusciva a smettere di sorridere. E si era appena svegliato.

Muovendosi piano, si fece il più piccolo possibile per rannicchiarsi ancora più vicino a Louis, i muscoli indolenziti e molli dopo aver fatto l'amore, la mente sgombra da ogni pensiero. Louis lo strinse a sé e strofinò il naso contro la sua nuca, Harry sorrise ancora di più. Cazzo, gli era mancato. Gli era mancato così tanto, soprattutto condividere quei momenti così intimi e calmi, mentre il tempo sembrava fermarsi solo per loro e il sole dipingeva macchie dorate su tutto ciò che toccava.

Doveva essere pomeriggio inoltrato, ma stare a letto e coccolarsi in eterno pareva l'unica scelta giusta. D'altronde, quello era un giorno libero. Non c'era fretta, non c'era nulla da fare. Solo stare abbracciati strettamente sotto le lenzuola e non pensare a niente.

Louis si mosse piano, mugolando mentre Harry si girava tra le sue braccia per essergli di fronte. I suoi capelli erano arruffati, i suoi occhi ancora chiusi, ma il suo viso aveva un'aria riposata e tranquilla, e quello era l'importante.
«Sei sveglio, Lou?» sussurrò il riccio.
«Mhf,» mugugnò Louis, aggrottò la fronte e nascose il volto nel cuscino per qualche attimo, e infine aprì gli occhi. L'azzurro era limpido come un oceano sereno, la luce accarezzava le sue ciglia rendendole dorate. «Che ore sono?» biascicò.

Harry si sollevò un poco per vedere la sveglia sul comodino del ragazzo. «Le quattro meno dieci, circa. Abbiamo dormito un po'.»
«Ne avevamo bisogno,» sorrise Louis, lo sguardo assonnato mentre stringeva di più il riccio. Sospirando piano, intrecciò le dita della mano libera a quella di Harry e con l'altra prese ad accarezzargli la schiena, creando piccoli cerchi intorno alle lievi sporgenze della spina dorsale. I suoi palmi erano caldi e morbidi, il suo respiro calmo teneva lontano ogni pensiero, e Harry stava quasi per riaddormentarsi quando Louis parlò di nuovo.

«Quanti giorni di ferie ti sono rimasti, Haz?»
«Mh? Oh, credo... forse una settimana, non ricordo bene.» rispose lentamente il riccio «Penso sia riservata alle ferie estive, però. Perché?»
Louis si strinse nelle spalle. «Sarebbe stato carino se avessi potuto trasferirti qui durante questa pausa.» mormorò, le sue dita raggiunsero la base della schiena di Harry e iniziarono a risalire piano «Ma magari puoi venire qui lo stesso quando finisci i turni? E quando avrò dei giorni liberi o non dovrò restare troppo allo studio potrei venire io da te?»
«Mi piacerebbe molto,» annuì il riccio, cercando di non sorridere come un idiota mentre si sporgeva a baciare Louis. Anche le sue labbra erano calde e morbide, e quella era la sensazione migliore del mondo. 

Aveva appena posato una mano sulla guancia di Louis quando il suono di una vibrazione interruppe il silenzio, e i due ragazzi si distaccarono per capire da dove provenisse, confusi.
«È la nonna,» annunciò il riccio, recuperando il telefono dalla tasca dei pantaloni sul pavimento. Louis smise di cercare il proprio cellulare e lo guardò in attesa.

«Pronto?»
«Harry, tesoro,» esordì nonna Ashton, la sua voce era bassa e calma, ma c'era qualcosa nel suo tono che fece sedere Harry un po' più dritto, teso. «Devi venire al Saint Albans City Hospital, il prima possibile, va bene? Io e Liam stiamo bene, ma è successa una cosa a Nora

«Cosa?» espirò Harry. La sua mente era troppo vuota per accogliere quel tipo di informazioni, i suoi pensieri troppo lenti, non riusciva a capire cosa intendesse la nonna. «Ma... cosa... cosa le è successo? Sta bene?»
«Tesoro,» sospirò nonna Ashton, la voce ancora più bassa «Ti spiegherò tutto quando arrivi, promesso. Non posso farlo per telefono.»

Never in My Heart || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora