Epilogue

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30 dicembre 2015

«Sono a casa!»
Harry si chiuse la porta alle spalle, sfilandosi le scarpe con i talloni e lasciando zaino e cappotto sull'appendiabiti.

«Ciao, H!» provenne dal salotto più grande, nello stesso momento in cui un cucciolo dal pelo marroncino e arricciato zampettava in corridoio e poi correva goffamente verso Harry.
Il ragazzo sorrise, chinandosi a prenderlo in braccio e ridacchiando quando il piccolo Bruce gli leccò il naso, poi si diresse con lui in salotto, affacciandosi all'interno.

Louis era seduto sul divano a due posti, le gambe allungate sui cuscini mentre leggeva un libro, ma alzò subito lo sguardo quando Harry entrò nella stanza. «Ehi,» sorrise, l'espressione dolce e le rughette a increspare teneramente gli angoli dei suoi occhi.

«Ciao,» salutò il riccio, sedendosi accanto a lui quando il maggiore piegò le gambe per fargli spazio. Clifford e Peach si avvicinarono immediatamente, spostandosi dal tappeto morbido su cui si trovava il pianoforte per sistemarsi contro le gambe di Harry. Bruce si dimenò tra le braccia del riccio finché non riuscì a sgusciare via, strusciò la testolina contro la mano di Louis e poi si saltò impacciato giù dal divano, atterrando su Clifford.
Per fortuna sia lui che Peach avevano preso in simpatia il cucciolo fin dal primo incontro, circa un mese prima, quando Louis l'aveva ufficialmente adottato, perché altrimenti le cose sarebbero state molto meno serene.

«Cosa leggi?»
Louis mise un foglietto tra le pagine e chiuse il libro, passandolo a Harry per mostrarglielo. Il titolo Your Erroneous Zones spiccava in grandi lettere sulla copertina, e il riccio inarcò le sopracciglia.

«Psicologia,» disse Louis, notando la sua espressione spaesata «Beh, forse sarebbe più corretto dire psicoterapia. È un saggio che insegna come liberarsi da paure, sensi di colpa, bisogno di approvazione, comportamenti autodistruttivi. Ogni tipo di condizione che impedisce la crescita e l'indipendenza personale.» spiegò «Sto iniziando ad avere abbastanza tempo libero e ho scoperto che mi piace leggere libri sul funzionamento della mente umana.» sorrise.

Harry lo guardò, sorpreso. «Forse dovresti venire all'università con me, ci sono un sacco di corsi sulla psicologia.»
«Magari,» rise Louis «Magari in futuro, per adesso mi piacciono le letture da principianti.»
Harry annuì, poi tornò a guardare il libro tra le sue mani. «Posso leggerlo anch'io, quando l'hai finito?»
«Certo,» annuì Louis, il riccio gli restituì il libro e appoggiò la testa alla sua spalla, mettendosi comodo. «Com'è andato il lavoro?»

«Bene, oggi ho avuto un turno tranquillo nella sezione dei gatti. Oh, e l'edificio nuovo è quasi pronto, tra poco potremo iniziare a sistemare gli interni e trasferire lì i cani che finora sono stati nel prefabbricato. Non vedo l'ora di scoprire com'è.» sorrise Harry. Alzò lo sguardo su Louis e sorrise ancora di più. «Non esisterebbe nemmeno se non fosse per la tua donazione. Adesso tutti gli animali potranno stare al caldo durante i mesi freddi, hai fatto un gesto meraviglioso.»
Il maggiore gli accarezzò i capelli. «Ho solo fatto quello che mi sembrava giusto,» si schermì.

Harry fece per parlare ancora, ma in quel momento il suo telefono prese a squillare. «È la nonna,» sospirò «Meglio che le risponda prima che minacci di nuovo di "diseredarmi".»
Louis ridacchiò, e il riccio si sedette un po' più dritto, accettando la chiamata e portando il cellulare all'orecchio. «Pronto?»

«Ciao, princesa, posso chiederti un favore? Andresti a comprarmi un litro di latte e un pacchetto di uova? Oh, e anche qualche broccolo, già che ci sei.» partì in quarta nonna Ashton.
«Ma sono appena arrivato a Londra,» lamentò Harry.
«Oh, sei già lì?» fece la nonna «No, allora andrò io più tardi, o magari chiedo a Liam o Calum. Non posso uscire adesso, se no mi perdo la nuova puntata di Tormenta di Passione.»
«Oh mio Dio,» sospirò il riccio.

Never in My Heart || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora