21. Slow ballad for the dork

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«Dici che così sto abbastanza bene?»
«Sì, Liam. Stavi bene anche con le undici camicie che hai provato prima di questa.»
«Sicura? Sicura sicura?»
«Oh Dios mío...»
Harry ridacchiò, seduto al fianco di nonna Ashton e divertito dalla sua espressione esasperata, mentre di fronte a loro Liam sembrava sul punto di svenire.

«Ascolta, pasticcino,» sospirò in quel momento la nonna, sistemandosi il vestitone blu a fiori gialli mentre si metteva più comoda sul divano «Stai molto bene e Zayn penserà lo stesso non appena ti vedrà. Smetti di preoccuparti, querido, non ne hai motivo.»
«Se lo dici tu...» mormorò timidamente Liam. Le sue guance erano ridicolmente rosse e il modo in cui si tormentava l'orlo della camicia lo faceva sembrare un bimbo, così nonna Ashton si alzò per abbracciarlo proprio come quando era piccolo.

Per la verità, Harry non capiva perché l'amico fosse così agitato: okay, Zayn l'aveva invitato a seguire i No Direction nelle interviste che avrebbero avuto quel giorno, ma non sarebbe apparso in tv o cose del genere. Avrebbe semplicemente passato la giornata con la band, il che non era certo una novità.

«Vieni, mi amor, ti preparo una tazza di camomilla, così ti tranquillizzi,» Nonna Ashton sospinse gentilmente Liam verso la cucina, alzando gli occhi al cielo quando incontrò lo sguardo del nipote, ed Harry ridacchiò, stringendosi nelle spalle.
Era troppo stanco per alzarsi dal divano e seguirli, e, okay, aveva passato tutto il giorno precedente nel letto di Louis, ma quel mattino aveva dovuto alzarsi alle sei, quindi era scusato.

Il giorno prima era finito con coccole immerse nel calore delle coperte e Louis che chiamava la pizzeria più vicina perché sia lui che Harry erano troppo stanchi per preparare la cena. Avevano mangiato a letto - di nuovo - e ascoltato un po' di musica mentre facevano giochi stupidi come fissarsi negli occhi e vedere chi rideva per primo. Louis barava sempre, allungando le mani per solleticare i fianchi del riccio finché Harry non riusciva più a trattenersi, e quando erano stati troppo assonnati anche per quello si erano baciati fino ad addormentarsi.

Quel mattino era stato un po' meno tenero, con il fastidioso suono della sveglia a trascinarli nuovamente nella vita reale e la luce fredda ad illuminare la stanza. Louis era emerso dalle coperte con i capelli arruffati e gli occhi semi-chiusi, Harry l'aveva fermato e gli aveva tenuto i fianchi premuti contro il materasso mentre gli faceva un altro pompino, succhiandolo così lentamente da farlo impazzire, giusto perché si ricordasse la sensazione mentre era fuori con Eleanor. I suoi gemiti erano ancora più eccitanti con la voce roca del mattino.

Dopo quello avevano dovuto alzarsi, comunque. Louis aveva impegni e interviste ed Harry aveva due turni al canile, il suo e quello di Josh, quindi si erano alternati per farsi la doccia e mangiare qualcosa, baciandosi un'ultima volta prima di uscire. Harry aveva preso il treno per tornare a Saint Albans, e la mattinata era passata in fretta tra pulizie e passeggiate con i cani.

In ogni caso, ora che era tornato a casa per pranzare con Liam e nonna Ashton, sentiva la stanchezza iniziare ad appesantirgli il corpo. Un pisolino ci sarebbe stato benissimo, ma prima aveva una missione da portare a termine: far sapere alla nonna che avrebbe dormito da Louis per le prossime tre notti, senza che a lei venissero sospetti strani.
Doveva impegnarsi.

«Nonna?» chiamò, sporgendosi all'indietro per cercare di vedere la cucina. Ciò che vide fu solo un orlo di vestito blu, poi nonna Ash gli si avvicinò con Liam al fianco, che sorseggiava cautamente la sua camomilla.
«Dimmi, princesa,» lo esortò lei.
Harry mise su l'espressione più impassibile del suo repertorio. «Va bene se dormo da Louis stasera? E anche le due sere dopo?»
«Dormi lì già da due giorni, primulina. Che sta succedendo?» chiese però la nonna, le sopracciglia inarcate mentre si aggiustava gli occhiali dalla montatura rosa.

Never in My Heart || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora