33. ...But that's just what I said

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Sto per partire, se verrò brutalmente ucciso ricordati che è colpa tua.
-H.

Nora alzò gli occhi al cielo e non perse nemmeno tempo a scrivere una risposta per Harry, infilando il cellulare nella tasca del giubbotto ed entrando nel cortile della scuola. Come giornata era già abbastanza pesante senza aggiungere gli atteggiamenti da drama queen di un migliore amico con la propensione a creare casini, tanto più che era venerdì e nonostante quello c'erano tre verifiche per "inaugurare" la prima settimana di scuola dopo le vacanze di Natale.

Ovviamente il cielo era grigio e ovviamente il vento era gelido, e ovviamente Victoria era vestita di giallo e stava ridendo e parlando con un gruppetto di ragazzi, e- perché le bastava sorridere mezzo secondo per farsi amare da chiunque?
Dio, la vita era ingiusta.

Nora esitò un istante, prendendo davvero in considerazione l'idea di avvicinarsi e salutare Victoria, ma non voleva intromettersi nei discorsi altrui e dare fastidio, quindi si sistemò il cappuccio sulla testa e passò oltre i gruppi di studenti che erano riuniti in cortile prima dell'inizio delle lezioni. Tanto doveva comunque ripassare chimica, non aveva senso perdere tempo, e così entrò nell'edificio per andare ad aspettare fuori dall'aula di chimica e biologia.

Era appena riuscita ad estrarre il quaderno dallo zaino senza far cadere nulla quando l'orlo di un cappotto giallo entrò nel suo campo visivo, e seppe ancora prima di alzare lo sguardo chi si era fermato davanti a lei.
«Buongiorno,» salutò allegramente la voce di Victoria, e- beh, a quel punto sarebbe stato scortese ignorarla per ripassare chimica.
«Ehi,» ricambiò Nora, chiudendo il quaderno e abbozzando un sorriso verso l'amica. Finse di non riconoscere il modo in cui il suo battito cardiaco aumentò e ringraziò il cielo per il colore della sua carnagione perché, Dio, almeno nessuno poteva vederla arrossire.

«Tieni, prima sono stata al bar e avevano i tuoi muffin preferiti, quindi te ne ho presi due.» sorrise Victoria, mettendole in mano un sacchettino di carta ben chiuso «Anche se non so se te li meriti dopo essermi passata accanto senza salutarmi.»
«Non, uhm- non ti avevo vista.» mentì Nora, accettando il pacchetto con un piccolo sorriso di ringraziamento.
L'altra ragazza non sembrò convinta. «Perché non ti avvicini mai quando sto parlando con qualcuno? Sai che non disturbi, vero?»

«Sì, certo, è solo-» Nora si occupò di sistemare i muffin nello zaino per non incrociare lo sguardo dell'amica. «Va bene così, non ho bisogno di conoscere altre persone.»
«In che senso?» chiese Victoria, sembrando sinceramente confusa «Non ti piacciono le persone che studiano qui? Non ti trovi bene?»
«No, no, non è quello, è che- ho già degli amici. E qui conosco te. Non mi serve qualcun altro.» scrollò le spalle Nora «Sai, qualcun altro con cui fare amicizia e che vuole sapere cose su di me. Non ne ho bisogno.»

Victoria aggrottò la fronte. «È un modo per dire che non ti piace quando faccio domande personali?»
«No, io-» Wow. Merda. «È complicato. Ma mi piace parlare con te. Mi basta questo, ecco.»
«Okay...» annuì Victoria. Sembrava ancora perplessa, ma per fortuna lasciò perdere l'argomento e aprì il suo quaderno per ripassare chimica accanto all'amica, mentre Nora cercava di calmare il battito fastidiosamente rapido del suo cuore. Adesso capiva come si sentiva Harry sotto pressione.

Stava per riaprire il quaderno quando la lieve vibrazione del cellulare attirò la sua attenzione, probabilmente segnalando l'arrivo di un altro messaggio da parte dell'amico, ma quando recuperò il telefono dalla tasca si accorse di non conoscere il numero sullo schermo.
«Tutto okay?» chiese Victoria, al suo fianco.
Nora distolse lo sguardo dal cellulare e ignorò il messaggio, annuendo. «Sì, sì, non era niente.»

***

Liam stava ingurgitando una bevanda dal colorito orrendo quando Harry si affacciò in cucina per controllare che stesse ancora facendo colazione. Per fortuna erano solo le otto meno dieci e il ragazzo non sarebbe uscito per i prossimi quindici minuti, quindi Harry aveva tempo di mettere in atto il suo piano.

Never in My Heart || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora