14. Jealousy? Never heard of it

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Semi-disteso sul divano e con una gamba a penzoloni, Harry sospirò per quella che sembrava la millesima volta da quando si era svegliato. Non ne poteva più.
Erano le tre e trentanove di lunedì pomeriggio, lui era tornato da un paio d'ore dal suo turno al canile e Louis non aveva ancora chiamato. Lo sapeva perché teneva il cellulare sempre con sé dal giorno prima, con il volume al massimo e la vibrazione attivata, e l'unica telefonata che avesse ricevuto era stata quella di nonna Ashton, a mezzogiorno, che voleva consigli su cosa cucinare per pranzo. (I cani si erano spaventati per il rumore improvviso, lui per la vibrazione contro il suo sedere.)

Così, ora si trovava sul divano del suo salotto, il busto abbandonato contro il bracciolo sinistro e nonna Ashton seduta poco lontana, intenta a guardare una delle sue telenovela.
«¡Carmela! ¿Cómo puedes ser tan mezquina?» stava esclamando in quel momento, ma Harry non aveva idea del perché. Non era molto attento alla tv, se doveva essere sincero. Le telenovela non erano il suo genere.
«Respira, abuelita,» disse quindi, lo sguardo casualmente fisso sul cellulare. L'aveva poggiato sul tavolino da caffè proprio per poterlo tenere d'occhio, perché non suonava mai?

«Non so quale sia il problema di questa ragazza, era così dolce nella scorsa stagione,» ribatté combattuta nonna Ash «Cosa succede a te, invece?»
Harry alzò sorpreso lo sguardo e vide che la nonna lo stava osservando con aria assorta. Si strinse nelle spalle. «Niente, perché?»
«È da ieri che fissi il cellulare aspettando che suoni,» gli fece notare nonna Ash «C'è qualche problema con Louis e i ragazzi?»

Harry esitò, incerto. Voleva parlarle delle due ragazze appostate fuori da casa loro, delle foto, di quello che era successo con Louis, ma non voleva farla preoccupare. Era tutto sotto controllo, e lui aveva vent'anni, era adulto, poteva cavarsela da solo. «No, è tutto a posto. Sto solo aspettando una chiamata.»
«Questo l'avevo capito, mandorlino. E invece che mi dici di Liam?» continuò la nonna.
Il riccio sospirò. «È da ieri mattina che mi ignora, pensa che ci sia qualcosa tra me e Zayn.»
«E ha ragione?» indagò nonna Ash.
«Certo che no,» replicò Harry, un po' indignato dal fatto che lei non vedesse l'assurdità di quell'affermazione «Gliel'ho detto, ma non mi crede.»

Nonna Ashton sospirò affettuosamente, facendogli spostare le gambe dal divano per tirarlo accanto a sé, poi avvolse le sue spalle con un braccio e gli spostò i capelli dalla fronte, posando un bacio sulla pelle fresca. «Vedrai che capirà, fogliolina. Magari prova a parlargli di nuovo quando torna dal corso, può darsi che ormai si sia calmato un po'.»
«Lo spero,» mugolò Harry.

Nonna Ash sorrise con aria incoraggiante e il riccio rimase appoggiato a lei per il resto della puntata, facendosi accarezzare la schiena e i capelli perché, beh, aveva vent'anni, ma questo non significava che non potesse più farsi consolare.
Fu un po' strano lo sguardo che nonna Ash gli lanciò quando il suo telefono squillò e lui si precipitò ad afferrarlo, come se sapesse qualcosa che lui ancora non aveva capito, ma per il momento aveva altro a cui pensare. Louis stava finalmente chiamando, con la nonna avrebbe parlato più tardi.

«Pronto?» quasi gridò mentre balzava in piedi e inciampava nel tappeto.
Nonna Ash lo afferrò per il retro dei pantaloni, e quella fu l'unica cosa che gli impedì di schiantarsi a terra.
«Ehi, Haz,» salutò Louis all'altro capo della linea «Come stai?»
Ho aspettato per un giorno intero, come credi che stia?, sbottò mentalmente Harry, ma prese un respiro e cercò di calmarsi. «Bene, tu?»

«Affamato. La riunione con il team è finita adesso.» sospirò Louis.
Lo stomaco del riccio sembrò attorcigliarsi a quelle parole. «Cos'hanno detto?» domandò ansiosamente, allontanandosi verso la sua stanza per poter stare da solo.
Louis sospirò di nuovo. «Vuoi la verità o la versione carina?»
Cristo. «La verità.»

Never in My Heart || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora