Debt

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[Scusate, ho avuto problemi tra l'app e il PC e ho dovuto ripubblicare il capitolo. Buona lettura ❤️]

*Morgana apri questa dannata porta!* iniziò ad urlare o meglio ululare, e a grattare la porta per farsi aprire. Ma nessuno venne in suo soccorso. Non voleva arrendersi. Fece il giro della tenuta per entrare dal giardino. Arrivato al cancello in ferro battuto tentò di infilarsi tra una sbarra e l'altra *Guarda cosa mi tocca fare!* Per un momento sembrò riuscirci infilando prima la testa e poi una zampa ma si rese presto conto di essersi incastrato, in quanto il suo busto risultava essere troppo grosso per i miseri centimetri che separavano le sbarre. Tentò di uscire ma una forza invisibile lo precedette, facendolo scivolare via dalle sbarre e spingendolo a qualche metro di distanza dalla cancellata, rotolando. *Ma che diavolo?* Si scrollò la polvere di dosso e si avvicinò di nuovo al cancello. Questa volta però infilò solo una zampa. Pochi secondi e di nuovo si sentì spingere via da una forza invisibile, rotolando per un paio di metri. *Stronza! Non ci posso credere. Lo ha fatto davvero.* Non sapeva cosa fare, ne dove andare. A casa non poteva tornare. In più stava morendo di fame. Era disperato.

Poi una idea gli attraversò la mente. Si diresse alla panetteria della piazza. *Tutti adorano i cani. Troverò sicuramente qualcuno disposto a darmi qualcosa da mangiare.* Fu umiliante anche solo pensarlo, ma sapeva di non avere scelta. Si sedette vicino all'entrata, sfoderando la sua faccia più tenera. Che a quanto pare non funzionò perché la gente più che avvicinarglisi, lo evitata con qualche brutta affermazione: "Non toccarlo, potrebbe avere le pulci o chissà cos'altro", "è sicuramente un randagio. Meglio non avvicinarsi, potrebbe mordere." *Amore per gli animali un corno!* Alla fine uscì il proprietario della panetteria. Un uomo basso e grassottello, con le mani e la divisa sporche di farina. -Vattene cagnaccio!! Mi spaventi i clienti!- gli urlò spingendolo via a colpi di scopa. Arthur gli ringhiò dietro arrabbiato mentre si allontanava. *Se solo sapesse che sono il figlio di Uther Pendragon me lo lancerebbe gratis il pane! Stronzo!* Girò per i vicoli sperando di trovare del cibo. Incontrò un gatto vicino a dei cassonetti in cerca della colazione. *Vuoi vedere che forse ora posso parlare con altri animali?* Si avvicinò al gatto dal pelo grigio. *Ehi ciao. Scusa non è che sapresti dirmi dove posso trovare del cibo?* Il gatto scese dal cassonetto, ma invece di rispondergli, iniziò a soffiare minaccioso, sfoderando gli artigli affilati. Arthur non fece in tempo a scansarsi quello gli tirò una zampata, graffiandogli la faccia. Un ululato di dolore gli uscì dalla gola e batté la ritirata il più velocemente possibile.

*Grandioso. Non solo non mi capiscono gli esseri umani, ma anche gli altri animali. Non posso parlare con nessuno.* Tirò una zampata ad una lattina schiacciata per la frustrazione.

Al momento solo una persona può capirti...Merlin Emrys.

*Fanculo Morgana! Fanculo te e la tua stramaledetta magia del cazzo!* Si accasciò affamato, frustrato e dolorante sotto un albero della piazza di Camelot. Con la zampa tentò di tastarsi il graffio sulla faccia. Bruciava da morire. *Arthur Pendragon, figlio di Uther Pendragon. Campione indiscusso della Giostra Medioevale alla Avalon High School, battuto da un gatto.* La giornata non poteva andare peggio di così. Da solo, affamato, senza un tetto sopra la testa e ferito.*Come se quell'idiota mi aiutrebbe se glielo chiedessi.* sbuffò affranto. Solo un idiota masochista aiuterebbe la persona che prima lo bullizzava. Tra tutte le persone che c'erano in Camelot, Morgana aveva scelto sicuramente quella che avrebbe preferito farlo morire di fame. E anche se ci avesse provato, cosa avrebbe mai potuto dirgli? *Ciao Merlin. Probabilmente non mi riconosci conciato così ma sono io, Arthur Pendragon. Ti ricordi me? Quello alto e biondo che ti picchia sempre dopo scuola. Sono stato trasformato in un lupo da quella strega di mia sorella. Assurdo vero? A quanto pare solo tu puoi capirmi. Non è che potresti ospitarmi a casa tua e darmi da mangiare?* Si sentì un idiota, e poi odiava Merlin. Il pensiero di dover vivere sotto il suo stesso tetto e farsi dare il mangiare da lui gli fece drizzare il pelo. *Meglio morire di fame che farsi aiutare da quello là. Sai che umiliazione se la gente lo scoprisse.* ma subito dopo il suo stomaco vuoto e affamato contestò la sua affermazione. *Ti odio.*

Quando cala la notte e la magia divampa || MerthurWhere stories live. Discover now