Ispirazione

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Il mattino seguente mi incamminai verso l'agenzia con due occhiaie talmente viola che le persone mi fermarono e mi chiesero se stessi bene.
Pensavano mi avessero tirato un pugno.
In realtà ero rimasta tutta la notte alla ricerca di idee, ma niente.
Non mi venne in mente nulla.
Inizio a pensare di dover rinunciare al cibo e alla casa.
L'unica cosa a cui non avrei mai rinunciato è lo stile.
Ho cercato di indossare uno dei miei più semplici, ma migliori outfit. Non volevo che le mie occhiaie prendessero tutta la scena.
Una volta arrivata in agenzia pensai, ad alta voce, ad un modo per presentarmi al gruppo. La notte scorsa ero talmente impegnata a cercare idee che non sono riuscita neanche a prepararmi una presentazione decente.

"Buongiorno ragazzi, sono Go Mirin la vostra stylist-" mi fermai subito.
No. Orribile.
Poco dopo ripresi ad elaborare una frase di senso compiuto "Salve ragazzi, da come vi sarà stato detto, la vostra stylist-
AAAAAAAHHHHHHHH" cacciai un urlo e mi misi le mani tra i capelli.
"Ma davvero? Perché è così difficile?" sussurrai tra me e me, come se non mi fossi già sentita abbastanza.

Tra un pensiero e l'altro, un attacco di isteria e l'altro, non mi resi conto di stare già davanti la sala prove.

"Ops...mi avranno sentita?" mi domandai.

"Tu che dici?" disse una voce familiare dietro di me.

Mi girai di scatto con lo sguardo di una che ha appena visto un fantasma.
Dallo scatto troppo brusco si spaventò anche il ragazzo.
"Faccio così paura? Ho qualcosa in faccia per caso?!" disse toccandosi il viso.

Tiro un sospiro di sollievo.
"Tranquillo, è solo che non ti avevo riconosciuto e pensavo fossi uno stupratore pronto a saltarmi addosso"

Il suo sguardo di cucciolo spaventato passò ad essere uno sguardo stranito e offeso.
"Ti sembro uno stupratore?!" disse indicandosi.

"Se stavi dietro di me come potevo vederti? E poi chiunque penserebbe il peggio con una voce da orco come la tua" incrociai le braccia e inarcai un sopracciglio.

Abbassò la testa ed entrò, senza dire niente, in sala prove, dove uno dei ragazzi più effemminati del gruppo, quello con cui dovrò lavorare, si mise ad urlare.
"MA GUARDA UN PO' CHI ABBIAMO QUA.
IL NOSTRO PICCOLO JISUNG" disse mentre cercò di circondare il collo di Jisung con il braccio, saltando per arrivare alla sua altezza, ma non ci riuscì, era troppo basso.

"Ehi, Ten hyung, ti prego non mi saltare addosso" disse Jisung infastidito.

"Come mai abbiamo quest'onore di averti qua con noi?" gli chiese Ten.

"Avevo dimenticato il cappello" disse prendendo il suo cappello dimenticato sullo stereo della sala.
"Addio!" salutò tutti correndo verso l'uscita, non voleva che Ten lo importunasse ancora.

Intanto io, mi trovavo ancora fuori la porta della sala a godermi tutta la scena, fin quando non mi notarono, era arrivata la mia fine.

All'inizio ero tentata di buttare tutto all'aria e andarmene, ma pian piano mi incamminai verso l'interno della sala con un sorriso forzato stampato in faccia.

"Ciao ragazzi" iniziai a parlare e avevo gli sguardi di tutti addosso a me.
"So che dovrete promuovere tra non molto"

Annuirono tutti assieme.

"Non voglio fare nessun giro di parole, arriverò subito al dunque.
La vostra stylist ha preso un periodo di maternità, per cui non riuscirà seguirvi nelle promozioni.
La sostituirò io, mi chiamo Go Mirin, già lavoro per gli nct dream, ciò significa che ho già sentito parlare di voi e bene o male ho inquadrato il vostro stile.
Questo pomeriggio mi farò un giro per i negozi per trovare un po' d'ispirazione, sempre se riuscirò nella mia impresa."
Dissi tutto d'un fiato e finì con un inchino "sarà un piacere lavorare con voi".
Senza aggiungere altro corsi via da quella sala prove.

Fashion style || park jisungWhere stories live. Discover now