Capitolo XII

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Le urla erano cessate e le fiamme si erano dissolte rivelando il corpo bruciato e sanguinante di Danzo, era steso davanti a loro con gli occhi spalancati e la bocca socchiusa il petto si muoveva ancora leggermente segnalando che anche se prossimo alla morte era ancora vivo. I due ragazzi si erano avvicinati all'anziano con l'intento di finirlo una volta per tutte, lui aveva provato a muoversi per scappare, ma il Rasenshuriken gli aveva perforato i muscoli distruggendone le strutture per cui non era riuscito nel suo intento. Le armi da loro sfoderate, la kusanagi ed il kunai, stavano per colpire il petto bruciato e già sanguinante quando un rumore alle loro spalle li aveva distratti, pensando fosse qualche nemico attirato dalle grida si erano fermati per girarsi a controllare, consapevoli che comunque Danzo non avrebbe potuto fare niente in quelle condizioni. Era comparso sul loro stesso tetto un uomo di circa trent'anni con i capelli rosso fuoco, aveva i vestiti strappati e attraverso essi si vedeva la pelle bianca piena di lividi violacei. Il viso essendo coperto dai capelli e non molto vicino a loro era difficile da vedere nel dettaglio, ma spiccava il sorriso rivolto verso di loro. Le mani erano alzate vicino alla testa aperte e ben visibili, sembrava quasi un segno di resa che Sasuke non riusciva a capire.

"Chi sei?" Il moro non aveva avuto problemi nell'usare un tono minaccioso, mentre rendeva evidente la sua presa salda sull'elsa della katana. 

"Non ti preoccupare Sasuke non sono un nemico voglio aiutarvi, però capisco tu possa non fidarti di me. Vorrei trovare un modo per dimostrare la mia buona fede, ma dobbiamo andarcene gli ANBU ed i jonin stanno venendo qui, voi siete formidabili, ma siete reduci di un combattimento appena cessato ed io non sono addestrato. Finitelo ed andiamo." Sasuke aveva fatto un cenno a Naruto che era rimasto zitto fino a quel momento intento a scrutare lo sconosciuto, in cui però qualcosa gli sembrava familiare. Il biondo si era ripreso, andando nuovamente accanto al corpo dell'anziano.

"Tadashi..." Aveva sussurrato questo con una nota di disgusto nella voce pochi istanti prima di morire definitivamente trapassato al cuore dalle lame dei due ninja, solo il biondo aveva però sentito pronunciare quel nome perché costretto dalla sua arma ad avvicinarsi di più. Sasuke prima di rigirarsi verso lo sconosciuto si era mosso leggermente verso il compagno, accostando la bocca al suo orecchio.

"Naruto, non ti fidare di quel tipo ricorda che siamo a Konoha potrebbe essere una spia incaricata di catturarci." Naruto aveva sussurrato a sua volta un consenso a quella strategia, nonostante qualcosa dentro di se lo spingesse  a fidarsi, ma supponeva fosse semplicemente la sua tendenza ad essere un credulone ad indurgli quel pensiero.

"Allora andiamo?" Aveva chiesto il misterioso uomo sempre sorridendo e lasciando le mani ben in vista, i due ragazzi avevano annuito avvicinandosi a lui. Appena si erano trovati al suo fianco Sasuke aveva attivato lo Sharingan, ma invece che puntarlo verso l'uomo come avviso lo aveva rivolto verso il cadavere che aveva successivamente preso nuovamente fuoco avvolto dalle fiamme nere fino a dissolversi del tutto. Senza parlare ulteriormente i tre si erano mossi saltando tra i tetti verso la porta ovest, da cui erano entrati in precedenza i due ragazzi.

Sotto di loro la vita continuava tranquilla, per qualche strano motivo nessuno si era accorto di niente eppure di rumore ne avevano fatto durante quel combattimento. Sasuke era sempre più sospettoso, ripercorreva gli attimi prima del loro incontro con il rosso nella sua testa alla ricerca di un  dettaglio, di qualcosa che gli facesse capire cosa ci faceva lui lì e perché li volesse aiutare, ma niente riusciva a farsi palese ai suoi occhi. Naruto dal canto suo era stranamente silenzioso e circospetto, continuava a provare a capire cosa di quell'uomo lo facesse sembrare affidabile. Avevano continuato a spostarsi fino a quando non erano arrivati all'esterno delle mura, lì erano stati i due ragazzi a guidare momentaneamente lo spostamento per raggiungere gli zaini e prepararsi quindi alla fuga se necessario. Il rosso aveva sorriso quando entrambi avevano messo il proprio zaino sulle spalle per poi dirgli di seguirlo verso un posto sicuro e di fare mente locale sulle domande da fargli, perché una volta arrivati avrebbe risposto ad ognuna di esse.

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