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Maggio.
La primavera era ormai inoltrata.
Non mancava così tanto alla fine dell'anno scolastico, e nemmeno all'inizio del mio quarto anno e dei miei diciott'anni.
Okay, ero tanto in ansia per i diciott'anni.
Volevo che arrivassero in fretta da quando io e Gerard ci mettemmo insieme.
Non volevo sentirmi dire che ero piccolo, nè tantomeno debole e dipendente da lui.
Eppure ero dipendente da lui dal primo giorno che l'avevo visto, senza che me ne accorgessi.

«Hey Frank» Mi salutò Gerard fuori dalla scuola, porgendomi come da abitudine il casco.
«Buongiorno professor Way» Gli sorrisi a trentadue denti e misi su il casco, sedendomi dietro di lui.
Quel giorno mi portò in un posto lontano. Fuori paese.
Decidemmo di fare un picnic all'aperto, al posto del solito cibo spazzatura a casa sua o mia - quando non c'erano i miei genitori.
Scegliemmo il nostro posto vicino a due alberi, e Gerard mi aiutò a sistemare la tovaglia sopra l'erba.
L'erba fresca e profumata di quel giorno.
«Ci manca solo un'amaca...» Dissi, accennando una risata.
«Vuoi sempre dormire tu!» Esclamò Gerard mettendosi le mani sui fianchi, per poi ridacchiare insieme a me.
«Ti dormirò addosso.»
«Affare fatto»
E non scherzavo. Assolutamente.
Consumato tutto il nostro pranzo, ci stendemmo con le gambe a toccare l'erbetta un po' umida.
«Non faccio un picnic da quando avevo sette anni» Dissi, sbadigliando.
«Io da quando ne avevo tredici.»
«Com'eri a tredici anni?» Chiesi curioso, e un sorriso mi spuntò sulle labbra. Appoggiai la testa alla sua spalla e aspettai la sua risposta.
«Ero uno che non smetteva mai di sognare. Uno che dedicava la sua vita alle sue passioni, e che in una apocalisse avrebbe di sicuro salvato i suoi fumetti.»
«Ti piacciono i fumetti?» Chiesi, mentre ancora sorridevo alle sue parole.
Era una persona estremamente positiva, se la si conosceva.
E la emanava anche, la positività.
Questo non faceva che giovare alla mia vita. A me.
Era una persona dal cuore nobile, Gerard.
Estremamente dolce e protettivo, come un padre - ma come padre non l'avrei mai desiderato perché conoscendomi avrei di certo commesso un incesto.
«Mi piacciono molto, i fumetti. Soprattutto quelli che sono basati sulla magia e il soprannaturale.»
«Uhuh. Che ne dici di guardare qualche film horror insieme, la prossima volta?»
«Perché no!» Mi sorrise e io raggiunsi il suo viso, facendo sfiorare le nostre guance.
Lui stese un braccio e l'altro lo portò attorno alla mia vita, portandomi più vicino a lui.
«Li vuoi guardare perché sai che con me non avrai paura?» Disse, trattenendo visibilmente una risata malvagia.
Io gli diedi un pugno non troppo forte sul petto, corrugando la fronte, «Ma stai zitto che magari è il contrario»
«Tu dici?» Chiese sbuffando una risata e ricevendo un'altra occhiata omicida da parte mia. «Okay, okay. Ma magari non lo finiremo di vedere il film...» Mi disse a bassa voce nell'orecchio, in modo molto malizioso.
Io arrossii violentemente e nascosi il viso nell'incavo del suo collo, portando le mie mani attorno ad esso per poi cominciare ad accarezzarlo.
Quel posto era così tranquillo. Armonioso e silenzioso, tranne che per i piccoli rumori provocati dagli animali nascosti in quella natura.
«Gerard?» Chiesi, appoggiando la testa al suo petto mentre ancora eravamo sdraiati, vicinissimi. Lui mi guardò, prendendo i miei capelli tra le sue dita e arricciandoli.
«Provi davvero tutto quello che provo io?»
Era una domanda che mi tenevo dentro da un po' e, nonostante Gerard mi avesse dimostrato più volte che teneva molto a me, ero ancora insicuro.
«Sì, Frank. È solo che non voglio farti pesare troppo le cose.»
«In che modo dovrebbe pesarmi ciò che provi?» Mi girai, per poterlo vedere meglio in viso.
«Voglio che ti concentri sullo studio.»
«Ma lo faccio...»
«Voglio che continui a farlo. Voglio che tu lo metta al primo posto.»
«Perchè...»
Gerard mi interruppe, «Non voglio essere la causa della tua distrazione. Sei molto giovane, e voglio che il tuo percorso sia liscio e piacevole.»
Un po' mi irritai, a quelle parole, ma ribattei con calma.
«Sei tu che mi permetti di vivere la mia vita in modo liscio e piacevole» Dissi, forse con un tono troppo duro.
Ma non volevo che si tirasse indietro.
Volevo che mi amasse. Come io amavo lui.
Gerard mi sorrise, sincero, forse un po' sorpreso; allora capii che forse non se ne rendeva conto nemmeno lui, ancora, di quanto tenessi a lui, a noi due.
«Gerard. Prometto. Prometto di studiare e di finire il mio percorso» Dissi, guardandolo negli occhi, e poi mi venne in mente una cosa. «Ma tu promettimi una cosa»
«Cosa?»
«Che quando lo finirò, questo percorso, tu sarai qui.»
«Ci sono, Frank. Non me ne vado»
«E che ce ne andremo insieme.»
«Come?» La sua bocca si aprì, era sorpreso - negativamente o positivamente, non potevo saperlo - o confuso.
«Andiamocene insieme.»
«Vuoi... vuoi andare via con me?»
«Me lo stai domandando veramente?»
Gerard fece un sorriso, un po' amaro in realtà.
«Frank...»
«Gerard...» Mi morsi il labbro, speranzoso, e gli alzai il mento quando chinò il capo.
«Dovrai terminare anche i tuoi futuri corsi. Quelli che ti servono per prendere un lavoro.»
«Ma sono altri tre anni! Partiamo insieme e li comincerò, e tu potrai aiutarmi.»
«Frank è un pensiero troppo affrettato, sei troppo giovane-»
«No. Basta.» Mi sollevai sulle ginocchia, serrando la mascella. «Smettila di dirmi che sono giovane. Pensi che non sappia cosa voglio
«Non è questo, Frank.» Si mise seduto e con l'espressione che il suo viso aveva assunto per un momento mi ritrovai davanti il professor Way, quello che mi odiava, o quello che aveva paura dei suoi sentimenti.
«E cos'è?» Chiesi, senza lasciarmi intimorire.
«Potresti pentirti. È così Frank, non ribattere. Ascoltami.»
«Ma io...» Abbassai per un momento lo sguardo, ma dopo lo ripuntai nel suo con prepotenza, non arroganza, ma determinato a difendere i miei sentimenti. «Magari potresti pentirtene tu.»
«Non...» Il tono della sua voce si fece sempre meno convinto, come se stesse abbassando un po' le sue mura di convinzione e stereotipi per me.
«Allora parti con me.»
«C'è ancora tempo, dopotutto» Disse, comprensivo.
«Sì. E tu hai promesso di aspettarmi.»

𝗛𝗼𝘄 𝗦𝗵𝗼𝘂𝗹𝗱 𝗜 𝗖𝗮𝗹𝗹 𝗬𝗼𝘂?Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ