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Primo giorno del mio terzo anno di superiori.
Entrammo alle 8.20, beccandoci già la prima ramanzina da parte della segretaria.
Quella segretaria che tanto odiavamo e che indossava sempre quella fottuta felpa viola da teletubbies pure in estate.
Il passo robotico e il sorrisetto stampato su quella faccia da schiaffi.
Mi stava più sul cazzo del professore di chimica.
Parlando di professori... d'improvviso vidi passarmi davanti Way e andare verso la segreteria. Si piegò a novanta per firmare sul foglio delle presenze e potrei giurare che, quando si girò, il suo sguardo si fosse puntato nel mio per una frazione di secondo.
Camminava sempre con quella faccia arrabbiata e la cartella nera in pelle sotto il braccio.
Se l'avessi avuto più vicino, gli avrei detto buongiorno.
Ma non aveva cagato di striscio i suoi alunni.
A distogliermi dai pensieri su Way fu Raymond, che mi si piazzò davanti proprio in mezzo alle scale e quasi non cadevo trascinandomi lui addosso.
«Tre ore di storia dell'arte! Ma ti rendi conto?!»
Io sospirai.
«Sì, mi rendo conto, anche del fatto che eri sul punto di farci rotolare dalle scale come salami.»
«Ehm...»
«Comunque calmati, la nuova professoressa ha bisogno di fare le presentazioni eccetera eccetera» Dissi con una smorfia. Certo, non mi stava simpatica la professoressa dell'anno scorso, ma chissà come sarebbe stata l'altra.
La vecchia insegnante di storia dell'arte scappò, letteralmente; si fece trasferire in un'altra scuola.
La nostra classe l'aveva resa ancora più nevrotica ed esaurita e quasi mi faceva pena.
«Però» Fischiettò Ray al mio fianco, sedendosi al posto attaccato alla finestra. «Non male» Osservò, riferendosi alla professoressa.
Io la guardai.
Beh, in effetti non era male.
Capelli lunghi neri raccolti in una pinza, occhi tondi dietro gli occhiali rettangolari e una gonna nera con sotto le calze color carne.
Poteva essere carina, senza quella roba che la faceva sembrare troppo una professoressa.
«Beh, beh.» Accennai una risata.
«Ehi ehi, l'ho addocchiata prima io» Disse Ray assottigliando gli occhi, e io gli misi una mano sulla spalla.
«Tranquillo bro, tutta tua» Gli feci l'occhiolino, per ricordargli che c'era già una professoressa.
«E tu come farai? Sai, non verrà più da noi»
Io feci spallucce, fingendomi indifferente, «Gli manderò un bacino volante tra i corridoi»
Ray scoppiò a ridere attirando l'attenzione della nuova professoressa e io gli chiusi la bocca con una mano.
«Che succede, ragazzi?» Chiese lei mettendosi le mani sui fianchi.
«Nulla prof, ci scusi» Disse Ray dopo che lo liberai dalla mia mano per dargli l'occasione di rispondere alla nuova prof.
«Mh. Allora, facciamo le presentazioni. Io sono la professoressa Barton e insegno storia dell'arte, come ben sapete.»
«Proof, sbaglio o lei ha una relazione con Way?» Chiese una tipa snob della nostra classe.
Eh?
«Siamo fidanzati» Disse con un sorriso lei.
Ah.
Ah. Fidanzati.
«Ragazze! Way è fidanzato! Juliet, come lo sapevi?» Sentii i sussurri delle ragazze sedute ai banchi davanti a noi.
«Ho visto il prof sussurrarle delle cose all'orecchio e lei che ridacchiava, in più stavano sempre attaccati»
Ray mi guardò scioccato, io lo guardai apatico.
«Sono fidanzati! Way ha la donna!» Disse forse con troppa vivacità e un tono di voce alto.
Diamine. Quasi arrossii dall'imbarazzo.
«Ma ovvio. Ha una trentina d'anni, mi pare normale» Dissi, sospirando quando la professoressa riprese a parlare con gli altri alunni.
Dopo diedi una gomitata a Ray, «Non sai trattenerti proprio, eh?» Chiesi, accennando un sorriso divertito al suo broncio.
«Mi dispiace per te, boy, ma non potrai più provarci col professore»
«E chi l'ha detto?» Ribattei io sollevando un sopracciglio, «Ora c'è più da divertirsi.»
«Oh no, no Frank, non quello sguardo.»
«Oh sì» Il sorriso perfido cominciò a prendere posto sul mio viso, e feci una risata che sembrava quella di un gargoyle in calore.

Undici in punto, ricreazione.
Venti minuti per trovare la mia preda.
Mentre parlavo con Ray del prossimo concerto di una band che gli ho fatto conoscere, camminavamo in giro per la scuola con molta nonchalance.
Mi piazzai di fianco al bagno delle donne, che era appena alla sinistra dell'aula 39.
L'aula trentanove che noi avremmo condiviso con una certa professoressa Peters, e non con Way.
Comunque sia, eccolo lì ad allungarsi con una matita per spegnere la lim. Sexy, come sempre.
Con quel maglione a righe viola e blu e i jeans neri talmente lunghi da coprirgli le scarpe.
Ma nonostante quello stile arretrato, era figo.
Ce lo vedevo bene con vestiti più stretti a fasciargli il petto e... qualcos'altro.
Mi morsi il labbro spontaneamente e Ray mi diede uno schiaffetto sul viso.
«Non puoi stare davanti alla sua classe con questa faccia! Sembra che te lo vuoi scopare lì sul posto, cazzo» Disse, ridendo e scuotendo la testa.
«Beh. Beh.»
«Frank. Non-»
«Toro?»
Ray si girò e io spuntai dalle sue spalle, osservando il professore a braccia conserte davanti a noi.
«Professor Way! Buongiorno» Dissi con un sorriso paraculo, e l'unica cosa che lui fece fu darmi un'occhiata seria e tornare a guardare il mio migliore amico.
«La cercavo per dirle che il potenziamento di matematica inizierà a fine trimestre.»
«Pot...potenziamento di matematica?»
«Sì. Lei era uno dei miei alunni migliori. Quest'anno non ha intenzione di partecipare al concorso di algebra?»
«Uhm... non so prof, ma... sì. D'accordo. Sono sempre gli stessi sportelli di matematica, vero?»
«Certo. E li svolgerò sempre io. Venga da me e le farò il percorso per poter passare quel concorso» Concluse Way con un sorrisetto complice, che spuntò anche sulle labbra di Raymond.
Io ero lì impalato, a fissare le labbra di Way mentre parlava e i suoi movimenti.
E alla fine guardò me, così spostai con calma lo sguardo nel suo.
«Buongiorno.» Fece un cenno con la testa per congedarci e tornò nella sua classe.
Ray si rimise davanti a me e io lo guardai.
«Ray»
«Sì?»
«Devo partecipare a quel concorso»
«Coome?! Tu? A quel concorso? Sei pazzo? Ma se non sai fare nemmeno le equazioni di primo grado!»
Non era vero. Way me le aveva insegnate.
«Shhh! Chiudi la bocca» Mi sbattei una mano sulla fronte e dopo con calma mi appoggiai alla parete dietro di me, sospirando.
«Aiutami. Così potrò partecipare. Meglio?»
«Mh...»
«Please?»
«Mh.»
«Oh andiamo Raymond»
«Okay. Ma dovrai dividere la tua merenda con me tutti i giorni visto che farò la sauna a cercare di ficcarti qualcosa in quella tua bella testolina.»
«Puoi anche mangiarla tutta» Gli dissi, sollevato, dandogli il mio toast al prosciutto. «E iniziamo ora» Precisai, non appena lo vidi avvicinare la mano al toast.

Una settimana dopo, sapevo perfettamente le frazioni algebriche con le equazioni di secondo e terzo grado, cosa che nemmeno l'insegnante di matematica era riuscito a ficcarmi in testa.
Quella dopo, sapevo fare le equazioni esponenziali e i logaritmi.
E, a fine trimestre, ero pronto per quel concorso di matematica.
Mi impegnai molto, e adesso che avevo capito abbastanza bene i procedimenti di quelle dannate cose potevo andare al potenziamento di matematica.
Dove avrei dato anche una ripassata.
Perfetto, pensai.
Sudai per studiare tutta quella matematica anche quando avevo altre interrogazioni e compiti, tutti i giorni.
Ma ne sarebbe valsa la pena, se significava sbattere in faccia a Way quello che potevo fare se volevo. Se mi impegnavo, ovvero.
Ray stesso era rimasto sorpreso, e diceva che avrei potuto persino competere con lui.
Però rimaneva l'altro ragazzo di terzo, Jake.
Argh. Lui era un ragazzo intelligente e stronzo allo stesso tempo. Aveva pure un visino carino, ed era il classico figlio di papà.
Ma non m'importava, bastava che Way mi lasciasse partecipare al suo corso di potenziamento, poi del concorso non me ne fregava un cazzo.
Non potevo aspettare fino all'apertura degli sportelli del semestre, visto che quelli di fine trimestre erano riservati a gruppetti di classe che avevano avuto il quattro in pagella.
Comunque sia, ero più che deciso ad andare direttamente nell'aula di Way per dirgli di mettermi nel suo corso.

𝗛𝗼𝘄 𝗦𝗵𝗼𝘂𝗹𝗱 𝗜 𝗖𝗮𝗹𝗹 𝗬𝗼𝘂?Where stories live. Discover now