4. Costellazione

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Mi rigiro nel letto non riuscendo ad addormentarmi.
-Controllo l'ora- dico e il buio della camera si illumina di una lucina azzurrina, quella dell'orario, leggo l'ora 3:37.
Sto nel letto fino alle quattro, non riuscendo ad addormentarmi mi alzo. Mi metto le scarpe, mi metto una felpa pesante, visto che fa freddo e esco dalla camera in silenzio.
Percorro il corridoio di destra fino ad arrivare all'ascensore, é l'unica strada che so. Poi arrivo nella Sala Grande. La Sala é illuminata ma le luci sono di meno e da l'impressione proprio che sia notte.
La fontana è illuminata. Adesso non so più dove andare. Così vado all'info point e scopro che c'è una sala video, una sala relax, una palestra e molte altre cose.
Opto per la sala relax, l'info point mi da come un iPad super tecnologico da tenere sempre come me.
Lo apro e vedo che si possono installare applicazioni e ci sono pure le mappe, intravedo pure che c'è una piscina, così vado verso quella, cambiando idea.
É piccolina ma è bella. Una parte si affaccia fuori.
Adesso ci siamo fermati, non ci sono più forme e macchie di luce indistinte, ma c'è solo buio e le stelle in lontananza.
Mi tolgo le scarpe e metto i piedi dentro.
Perché siamo qui? Cosa dobbiamo fare? Perché non possiamo ritornare a casa? Inizio a pensare a queste domande, senza sosta non riuscendo a darmi una risposta, e questo lo odio.
Sono così assorta dai miei pensieri che non ho sentito neanche i passi di una persona.
Mi giro e mi ritrovo davanti Stefan che mi guarda.
Gli faccio cenno di sedersi e lui si toglie le scarpe volentieri e poi immerge i piedi anche lui.
-Mi dispiace per come ti ha trattata Klaus, fa sempre così, é sospettoso e aggressivo- dice spezzando il silenzio guardando la piscina, mentre io lo sto guardando di profilo. I capelli sono pettinati un po' all'insù, il profilo è definito e i lineamenti sono delicati.
Abbasso lo sguardo sulle sue mani e vedo ancora l'anello per non farsi bruciare al sole, anche se non ne ha bisogno, visto che siamo nello spazio.
-Non fa niente, lo so, è anche sorprendentemente vendicativo- dico
-Oh giusto- dice lui guardandomi, mi accorgo che magari sembro una stalker o qualcosa del genere, sto per parlare ma lui mi precede
-Non importa, per la prima volta sto parlando con qualcuno che sa già molto di me, giusto?- chiede lui e io mi giro verso la piscina muovendo i piedi
-So che sei il fratello di Damon, hai diciassette anni dal 1864, sei un vampiro e eri...- dico ma mi fermo subito
-Il primo amore di Elena o il suo ex, come vuoi tu- dice sorridendo, anche se so che in parte la ama ancora.
-Non riuscivi a dormire?- dico -Oh, che domanda stupida da fare ad un vampiro- dico poi
-No, non è vero, noi vampiri possiamo dormire, non ne abbiamo bisogno ma lo facciamo, più come abitudine- dice e io annuisco
-Come mai tu sei sveglia?- chiede lui
-Non riuscivo a dormire, sai scoprire che quello in cui credevi per tutta la vita non è reale è tosta. Almeno, che esistono universi paralleli in cui i personaggi dei libri che leggevi da piccola sono reali. È un po' dura da accettare, ma io ci ho sempre sperato- dico
-Già, anche io, quando ho scoperto cosa era Kathrine sono rimasto un po' scioccato, ma poi l'ho accettato. Un po' meno quando lo sono diventato- dice, Kathrine era la doppelgänger di Elena, cioè una persona esattamente uguale. Almeno, fisicamente, poi caratterialmente Elena e Kathrine sono gli opposti.
-In che senso ci hai sempre sperato?- chiede lui
-Non mi sono mai sentita al mio posto, nel mio mondo, ero come un pesce fuor d'acqua. Non riuscivo a trovare il mio posto. Da piccola quando leggevo mi sentivo parte di quel mondo, mi sentivo a casa.
Poi quando mi sono svegliata qui, sentivo di essere sulla strada giusta- dico e rimaniamo in silenzio per un po' di tempo
-Cassiopea... un bellissimo nome, degno di una regina- dice Stefan
-Destinata a morire- dico io -Perché era troppo vanitosa, mia madre fin da piccola mi ammoniva di non vantarmi. Come se lei sapesse che fossi io quella Cassiopea- dico guardando la piscina ripensando a mia madre e a mio padre, chissà se li rivedrò un giorno.
-Cassiopea era anche di straordinaria bellezza- dice Stefan
-Fu la sua rovina- dico e mi giro a guardarlo, mi guarda come se cercasse di capire che persona io sia.
-Vieni ti faccio vedere una cosa- dice Stefan alzandosi e porgendomi una mano.
Ci mettiamo le scarpe e poi ci avviamo, non so dove mi voglia portare Stefan. Alla fine dopo cinque minuti di tragitto arriviamo in una stanza con tante sedie, come una platea di un teatro.
-Mostraci Cassiopea e la sua storia- dice Stefan e le luci si spengono e poco dopo in mezzo alla stanza vengono proiettate delle stelle.
-La costellazione di Cassiopea, è una costellazione settentrionale che raffigura Cassiopea, la leggendaria regina di Etiopia, arrogante e vanitosa, un giorno mentre era intenta a pettinarsi i capelli, dichiarò che la sua bellezza e quella di sua figlia superavano addirittura quella delle Nereidi, ma fu sentita da Anfitrite che lo riferì al marito Poseidone.
Per punirla, il dio del mare mandò Ceto a devastare il suo regno ed a divorarne gli abitanti.
Un oracolo predisse che l'unico modo per soddisfare la fame del mostro era quello di sacrificare la figlia Andromeda, che fu incatenata ad uno scoglio.
La bellezza di Andromeda fu però ammirata da Perseo che in cambio della promessa di matrimonio con lei uccise il mostro e la salvò.
Ma Poseidone non fu soddisfatto e posizionò la madre tra le stelle e nella costellazione di Cassiopea- dice la voce metallica
Io resto affascinata dalle stelle, anche se non sono reali passerei notti a guardarle.
-La moglie di Poseidone era gelosa della bellezza di Cassiopea, in più lei se ne vantava, ma d'altronde se una è bella si deve valorizzare- dice Stefan e io lo guardo.
Poi usciamo dall'aula video o come si chiama.
Ormai é quasi l'alba, sulla Terra almeno.

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Spazio autrice

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Siete felici che ho approfondito un po' di più su Stefan?

Al prossimo capitolo

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