Negoziato

214 20 71
                                    

Uscirono dal locale che era quasi mezzanotte. Riccardo accompagnò a casa Colette, era il minimo da fare dopo una simile serata. Il tempo passato in pista a ballare senza pensieri li lasciò con una straordinaria sensazione di pace e serenità che durò per metà tragitto. Poi iniziarono a tornare il mal di pancia, gli interrogativi non detti, l'agitazione per come concludere il tutto.

Arrivarono a casa di Colette. La via era tranquilla, le luci delle abitazioni spente, segnale che tutti stessero dormendo. Si fermarono in mezzo al marciapiedi e si guardarono. Passarono dei secondi di imbarazzante silenzio. Poi Colette mosse impercettibilmente le spalle.

<<Dunque?>> chiese.

Riccardo cadde dalle nuvole ed esitò: cosa voleva dire con quella domanda? Si aspettava qualcosa? Ma cosa? Potevano essere mille cose diverse, come faceva a scegliere quella giusta?

Così si fece la figuraccia: <<Dunque cosa?>> chiese in rimando arrossendo.

<<Ci sediamo un po' e parliamo?>> ritentò Colette.

<<Oh! Sì, ehm...sì va bene>>.

Si diressero a passi incerti verso la panchina. Riccardo era così nervoso che gli sudavano le mani.

<<Vuoi una sigaretta?>> gli chiese Colette.

<<Potrei morire se mi metto a fumare in questo momento>> rispose lui con spassionata sincerità.

Colette fece una piccola risata: <<Comprensibile>>. Con grande sorpresa di Riccardo, richiuse la borsa e non si accese una sigaretta per lei. Incrociò le gambe sulla panchina e si voltò interamente verso di lui, fissandolo. Riccardo non resse la pressione del suo sguardo e distolse il proprio, arrossendo.

<<Cazzarola>> disse Colette, scuotendo lentamente la testa.

Fu una parola talmente fuori contesto che Riccardo tornò a guardarla: <<Cosa?>>.

<<Che non avrei mai pensato di vivere questo momento>>.

Si stavano avvicinando all'argomento tanto atteso e Riccardo ebbe un tonfo al cuore.

<<Eh, a chi lo dici!>> commentò con voce lievemente alterata.

<<Vuoi metterti con me?>>.

Colette sputò quella domanda e il battito sordo gli inondò le orecchie. Doveva mantenere la calma, anche se era molto difficile.

<<Sai già la risposta>> disse.

Colette si raddrizzò e impresse serietà nel proprio sguardo.

<<Molto bene. Allora voglio negoziare la relazione>>.

Riccardo la fissò allibito per qualche istante. Poi, stordito dall'incredulità per ciò che stava succedendo, si voltò con tutto il corpo per dedicare a Colette la completa attenzione.

<<Ok, ci sono>>.

Non aveva idea di cosa aspettarsi con quella frase come premessa ma qualunque cosa sarebbe andata bene.

Colette alzò una mano e iniziò a contare sulle dita.

<<Primo: niente smancerie. Niente "ti amo", versetti, messaggi sdolcinati o cose di questo tipo, non mi piacciono>>.

Riccardo annuì velocemente, senza capire del tutto quel che gli stava dicendo.

<<Secondo: i miei spazi vanno rispettati. Non voglio avviare una convivenza perché rischierei di sentirmi soffocata. Terzo: non è un per sempre. Come già ti ho detto mille volte, non posso darti una storia d'amore, preferisco vivere alla giornata>>.

Riccardo continuava ad annuire e a ripetere ok, la testa che girava, incerto se credere che stesse davvero accadendo. Colette stava accettando di mettersi con lui. Alle sue condizioni ma non gliene poteva fregar di meno.

<<Quarto: non mi piacciono i regali a casaccio e le stronzate tipo San Valentino, rientrano nelle smancerie. E, quinto: sono una persona gelosa. Quindi flirta con qualcun'altra e sei morto>>.

Riccardo era certo di stare per svenire. Ma resistette, si riscosse e si augurò di aver recepito tutte le regole che Colette gli aveva snocciolato. Poteva farcela, in fondo le aveva promesso che non sarebbe stata altro che un'esperienza. L'avrebbe vissuta in quel modo, era l'unica maniera per non soffrire. Con Bridget era stato massacrante ma Colette gli piaceva troppo per scappare. Avrebbe accettato le sue condizioni, e almeno sarebbe stata sua.

<<Ok>> disse per l'ennesima volta: <<Va bene tutto, accetto>>.

Colette assunse un'aria sorpresa: <<Beh, è stato facile. Vuoi contestare qualcosa? Hai delle richieste particolari?>>.

<<Soltanto una: prendiamola come viene, eh? O mi scoppierà la testa>>.

Stava cominciando a imparare. Colette se ne stupì e incurvò un angolo della bocca. Fino all'ultimo aveva avuto paura che fossero troppo incompatibili per tentare una storia. Ma forse si sbagliava davvero, forse Riccardo era più flessibile di quel che aveva lasciato trasparire.

Sciolse la posizione delle gambe e, nel mentre, si avvicinò a lui.

<<Sono d'accordo. Allora possiamo andare a dormire>>.

Come sentì le sue dita sfiorargli il collo, la testa di Riccardo partì in quarta e spense ogni connessione con il mondo reale circostante. Si lasciò sospingere con naturalezza verso di lei e, quando le loro labbra si incontrarono, fu un'esplosione pazzesca che gli fece capovolgere gli occhi.

Fu esattamente come davanti al pianoforte, e già quel bacio aveva fatto scintille. Colette ci sapeva davvero fare, sapeva dosare la passione con il decoro, non era violenta e nemmeno esagerata, in tutto quello che faceva. Non lo fu quando gli aprì la bocca, né quando gli rincorse la lingua, o quando gli morse accidentalmente il labbro inferiore. Era oggettivamente un bacio perfetto, un bacio che Riccardo si sarebbe ricordato per tutta la vita.

Come mesi prima a casa sua, rispondere gli fu naturale e spontaneo, come se si fosse allenato tutta la vita per sostenere quel momento. Ma era Colette, la sicurezza con cui lo baciava lo faceva sentire meno incompetente di quel che credeva di essere perché riusciva esattamente a tirargli fuori ciò che voleva sentire addosso. Gli avevano tutti detto che il primo bacio con la lingua era quasi sempre un mezzo disastro perché nessuno sapeva con precisione come comportarsi, quanta foga metterci, quanto azzardo tentare. Invece Riccardo si sentiva di affermare con assoluta certezza che il suo primo bacio spinto fosse stato una cosa fuori dal normale, una cosa incredibile, una cosa perfetta.

Rimasero minuti e minuti a baciarsi sulla panchina. Superato il primo scalino di imbarazzo, Riccardo portò una mano sul fianco di Colette, mentre lei gli teneva il collo per mantenerlo vicino a sé. E sarebbe potuta durare molto di più, stando ai desideri di entrambi.

Decisero all'unisono di separarsi, dopo un tempo non quantificabile. Riccardo aveva tutto il corpo intorpidito e ci mise qualche istante a ristabilire una connessione con la realtà. Colette ci mise di meno perché aveva un controllo più ferrato sulle proprie emozioni.

<<Il modo in cui baci è semplicemente pazzesco>> le disse con voce trasognata.

Colette rise: <<Ma davvero? Anche tu ci sai fare>>.

<<Dubito perché è la seconda volta che provo una cosa simile>>.

<<Allora hai una predisposizione naturale per i limoni>> si sporse per dargli un ultimo morso sul labbro e poi si alzò: <<Sa'! Dovevamo andare a dormire mezzora fa>>.

<<Hai ragione, io devo ancora fare tutta la strada fino a casa mia>> a fatica, Riccardo si riebbe dal momento di estasi e si alzò a sua volta, prendendo la tracolla del borsone. Accompagnò Colette fino al cancelletto, dove lei lo baciò un'ultima volta prima di dargli la buona notte ed entrare in casa.

Ed eccoci qui con il momento che tutti stavano aspettando!! Quando hype per questo capitolo??? Spero parecchio! Siete libere di fangirlare!

FDP

Il Bene Genera BeneTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon