Articolo

363 26 12
                                    

Tre giorni dopo uscì il numero del giornalino dedicato ai giocatori della Raimon. Andò a ruba e tutti i componenti della squadra se ne accaparrarono uno per vedersi in prima pagina e leggere le interviste dei compagni. Fu un successo clamoroso, Colette lo aveva previsto e aveva fatto un'ottima campagna sul forum scolastico per preparare gli studenti all'uscita.

Riccardo si aggirò per i corridoi con il broncio stampato in faccia. Era molto arrabbiato con Colette per averlo sottoposto a un'intervista personale non gradita e non osava immaginare cosa avesse scritto su di lui dopo la sua teatrale uscita dagli spogliatoi.

Quando vide Gabi con in mano il giornale se la prese ancora di più.

<<Che stai facendo?>> gli chiese sconvolto.

<<Leggo il numero sulla Raimon>> gli rispose lui in modo ovvio.

<<Non dirmi che ti interessano davvero queste stronzate?>>.

<<No, ma si parla di noi e sono curioso, come tutti in squadra. Nessuno ha voluto condividere i dettagli della propria intervista e ora li sto scoprendo tutti>>.

Riccardo non credeva alle proprie orecchie. Sbuffò, si sistemò la cartella e tirò dritto per non doverlo insultare.

Naturalmente a scuola non si parlò d'altro. Riccardo già si aspettava di dover fare i conti con gli sguardi di tutto il corpo studentesco puntato addosso e, invece, la situazione non sembrò così diversa dal solito. Questo servì a mitigare la sua rabbia ma non ancora a fargli desiderare di mettere le mani su quel giornalino.

A ridosso degli allenamenti, Gabi tornò da lui e gli disse: <<Non dice niente, tranquillo. Sei stato risparmiato>>.

Sapeva che alludeva all'articolo e fu incerto se crederci o meno. Rimase con la curiosità a rodergli le viscere per tutta la durata dell'allenamento e, a fine giornata, si arrese. Prima di tornare a casa sgattaiolò di nascosto in portineria, passò davanti al banchetto con le ultime copie rimaste, ne afferrò una e se la ficcò in cartella.

La sera, prima di andare a dormire, fece lo sforzo di aprirla, dandosi da solo dello stupido. Lesse brevemente l'editoriale di Colette, in cui ringraziava la squadra per la sua partecipazione e tracciava una breve storia di quello che era stata la Raimon, da Evans fino al presente. Saltò tutti gli articoli relativi ai suoi compagni, sia perché non gli interessavano e sia perché trovava una mancanza di rispetto della loro privacy l'andare a curiosare nelle loro vite, sebbene si fossero prestati a tale scopo.

L'articolo su di lui era l'ultimo della lista. A differenza degli altri, ricopriva una pagina sola, un quarto della quale era occupata da una sua foto in mezzo al campo. L'autrice era ovviamente Colette. Con il cuore in gola, lo lesse:

Non c'è modo migliore di finire con qualcosa riguardo al nostro capitano, Riccardo Di Rigo. Chi faceva già parte della Raimon tre anni fa si ricorderà senz'altro di come abbia preso la squadra e l'abbia trasformata in un gruppo coeso e vincente, mettendo al servizio del campionato annuale le sue innumerevoli doti di regista. La decisione dei giocatori di allora di assegnargli la fascia di capitano era stata vista con scetticismo da parte della scuola, ma il "ragazzo prodigio" non ha lasciato spazio di respiro ai dubbi emergenti, coordinando la squadra come se ne facesse parte da una vita. Non c'è da stupirsi che, già solo nel corso del suo primo anno alla Raimon, si sia guadagnato il soprannome di "virtuoso".

Personalità riservata, il nostro Riccardo non si è sbilanciato con le confessioni e lascia ancora molta aria di mistero su di sé. L'intervista ha fatto emergere il lato più colto della sua figura, la faccia da bravo ragazzo solitario nasconde un'indole artistica che solo in parte vediamo espressa sul campo da calcio. Riccardo Di Rigo non è solo divisa sporca e un pallone, è un'anima che vaga tra le pagine di libri classici e i tasti di un pianoforte, una presenza che, sebbene di poche parole, fa sentire al sicuro, trasmette precisione, riesce ad essere determinata anche senza mettere pressione.

La Raimon di oggi non è la stessa di dieci anni fa ma non sarebbe completa senza Riccardo Di Rigo che, come in uno spartito, dirige la musica della squadra come un vero e proprio direttore d'orchestra.

Scritto da: Colette Tremònt

Riccardo terminò la lettura e rimase a fissare la pagina del giornalino per un po'.

L'articolo era la più bella descrizione di se stesso che gli avessero mai fatto. Colette avrebbe potuto scrivere qualsiasi cosa su di lui, usare la mancanza di informazioni riservate per intessere una storia scandalistica che gli rovinasse la reputazione, esagerare dettagli per creare audience. Invece era stata umile.

Rilesse il tutto una seconda volta: non una parola era stata fatta sulla sua famiglia, né sulle sue presunte storie passate e presenti. Colette aveva preso le poche cose che lui le aveva detto e ne aveva fatto un dipinto quasi poetico, che lo esaltava anziché rovinarlo. Quell'articolo avrebbe probabilmente dovuto essere un concentrato di notizie futili e di gossip da quattro soldi e invece si era rivelato un ritratto delicato e incredibilmente veritiero.

Riccardo si sentì in colpa per essersela presa così tanto e aver mentalmente maledetto Colette per tutto il giorno. Era stata gentile, aveva rispettato il suo silenzio e non l'aveva messo in ridicolo denunciando il modo brusco in cui si era sottratto all'intervista.

Con un sorriso di presa in giro verso se stesso, strappò la pagina del giornalino che aveva appena letto e la ripose nel cassetto del suo comodino. Andò a dormire pensando che non era affatto male, essere definito "direttore d'orchestra della squadra".


EEEEEEEEEEEEH Bentornato pubblico!! Quanti condividono il ritratto che Colette ha fatto a Riccardo?? 

Mi sono impegnata per scriverlo😁

FDP

Il Bene Genera BeneWhere stories live. Discover now