Nella Reggia

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Cominciò l'ultima settimana prima dello spettacolo. Il gruppo di teatro aveva tutto ultimato e il piano per quei cinque giorni sarebbe stato provare l'intera recita una volta al giorno. In più, Riccardo doveva anche rispolverare il numero di Martha Collins.

Con Colette si creò una certa complicità che prima non esisteva. Riccardo si sorprendeva a pensare a lei sempre più spesso, a sbirciarla da dietro gli spartiti mentre provava o se ne stava davanti al suo tavolino con le scartoffie a parlare con un collega. Notò che quando era concentrata tendeva a mordersi l'unghia del pollice. Se capitava che lei alzasse lo sguardo verso di lui, Riccardo si nascondeva dietro gli spartiti e arrossiva, pregando che non lo avesse visto.

Gabi rispettò il patto e non disse a nessuno di quel che aveva scoperto, salvandogli il fondoschiena. Non accennarono più all'argomento e Riccardo gliene fu grato.

Mercoledì pomeriggio era in programma l'ultima prova esclusiva con Colette per il suo assolo, dopo le prove di gruppo. Tuttavia, in mattinata, un bidello entrò a teatro mentre lei finiva di dare indicazioni agli allestitori per i dettagli definitivi della scenografia, dandole una brutta notizia: l'impresa di pulizia sarebbe venuta alle quattro per dare una bella passata al teatro prima dello spettacolo di sabato, quindi nessuno avrebbe potuto accedervi.

<<Che cosa?! Non potete sfrattarci, abbiamo delle prove!>> protestò Colette.

<<Mi dispiace signorina, ordini del preside>> rispose quello, mortificato.

<<Grandioso! Che non mi tocchino le scenografie però, o faccio causa a tutta l'impresa>>.

La minaccia zittì il bidello, che non seppe come replicare.

Appena il gruppo si riunì, Colette condivise con tutti la splendida notizia e ci fu uno sbuffare generale. Riccardo provò un moto di delusione: la sua prova esclusiva con Colette sarebbe saltata e ciò gli diede parecchio fastidio, dato che era programmata da due giorni.

Recitarono quanto poterono, poi arrivò l'impresa e vennero sbattuti fuori. Non poterono fare altro che salutarsi.

Colette si avvicinò a Riccardo: <<Mi dispiace>>.

Lui sorrise per non demoralizzarla: <<Non fa niente, magari si può rimandare>>.

<<No, domani e venerdì abbiamo le prove con i costumi di scena, dobbiamo concentrarci sulla recita generale>> parve pensarci su, poi aggiunse: <<Se vuoi possiamo stare in un'aula, tanto sono tutte vuote>>.

<<Con quale piano?>> le fece notare Riccardo.

<<Giusto>>.

Non sembravano esserci soluzioni, quando Riccardo, di colpo, ebbe un'illuminazione. Esitò prima di tradurla a parole, perché era una cosa che non aveva mai fatto prima. Ma la prospettiva era saltare il pomeriggio con Colette, così, d'impulso, sorprendendosi per la frase che uscì dalla sua stessa bocca, lo disse.

<<Andiamo da me>>.

Non aveva mai invitato qualcuno che non fosse Gabi a casa propria e si sentì strano a farlo, ma per niente pentito.

Colette lo guardò: <<Da te? Sei sicuro? Altrimenti saltiamo, tanto la facciamo bene>>.

<<Sono sicuro>> la interruppe lui, sorridendole per infonderle la propria sicurezza.

Lei alzò le spalle e rispose al sorriso: <<Ok allora>>.

Uscirono da scuola e si diressero a casa di Riccardo. Si aspettava che Colette si accendesse una sigaretta durante il tragitto, invece non lo fece.

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