Ingaggio

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A partire da quell'episodio delle liste, qualcosa nel modo di salutarsi tra Riccardo e Colette subì un leggero cambiamento. A causa dei molteplici impegni di lei con il comitato organizzativo dello Spettacolo di Primavera e le sue prove per la recita con il gruppo di teatro, non trovarono più molto tempo per scambiare due parole ma per Riccardo era decisamente meglio così. E il constatare che Colette non avesse pensato di aver iniziato con lui un'amicizia morbosa ma, anzi, al di fuori delle coincidenze non venisse mai ad importunarlo lo rese incredibilmente contento. Si era fatto decisamente un'idea sbagliata di quella ragazza, aveva creduto fosse una persona invadente, invasiva e inopportuna e invece era soltanto esuberante ma non per questo irrispettosa del suo bisogno di spazio.

Assieme a Gabi, continuò a passare davanti al teatro e a sbirciare ciò che vi succedeva all'interno. Trovava molto divertente vedere Colette impegnata in tutte le sue mille attività e lo colpiva il fatto che riuscisse sempre a reagire a tutto con un sorriso. Non la vedeva mai stanca, affranta, seccata o altro.

L'averla aiutata con le liste lo fece sentire in qualche modo coinvolto con i preparativi per lo spettacolo. Gli era spiaciuto toccare con manco quanto Colette avesse tutto sulle proprie spalle, per scelta o per obbligo, e giustificava il proprio passare ripetutamente dal teatro come un istinto di controllo, qualora ci fosse stato ancora bisogno di una mano.

Ogni volta, Colette intercettava il suo sguardo e gli sorrideva, alzando appena una mano. Riccardo non si voltava più, trovandola una reazione sciocca, e rispondeva al saluto.

Un giorno Gabi, che aveva notato da tempo quella strana prassi, non riuscì più a tenerselo per sé.

<<Ric, ma passiamo sempre di qui perché tu possa salutarla ogni volta?>> chiese di punto in bianco.

Riccardo avvampò fino alla punta di capelli: <<Che dici? Passiamo normalmente di qui>>.

<<Certo. Mi credi stupido? Se vuoi andare a parlarle puoi dirmelo, mica mi offendo>>.

<<Non voglio andare a parlarle, la saluto solo perché sono una persona educata>>.

Omettevano il soggetto ma entrambi sapevano che fosse Colette. Effettivamente Riccardo era stato idiota a pensare che Gabi non si sarebbe accorto di nulla.

<<Come ti pare. Allora domani facciamo un altro giro>>.

Era una prova e Riccardo non si sarebbe lasciato fregare.

<<Perfetto, nessun problema>>.

E così, dal giorno dopo, non passarono più dal teatro.

Colette se ne accorse ma non ebbe il tempo di porsi domande a riguardo. Per diversi giorni non ci furono contatti tra i due, fino a quando un'emergenza non colpì il gruppo di teatro.

Era arrivato febbraio. Mancava poco più di un mese alla messa in scena dello spettacolo e gli obiettivi di Colette erano stati raggiunti. Tuttavia, una mattina Lula Mitchell entrò a teatro a grandi passi e con l'aria nervosa e andò subito verso Colette, che dirigeva la sistemazione degli ultimi elementi scenografici.

<<Colette, abbiamo un problema>> decretò.

Lei si voltò: <<Di che si tratta?>>.

<<George. Ha avuto un incidente in bici. È in ospedale con una gamba e un braccio ingessato>>.

La faccia di Colette sbiancò in un istante. George Fray era il violinista del club. Senza di lui, non avevano più una colonna sonora per lo spettacolo, il che significava la tragedia più nera.

Il Bene Genera BeneWo Geschichten leben. Entdecke jetzt