Integrato

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 Una volta rotto il ghiaccio, andare avanti con gli atti successivi fu molto più semplice. Riccardo imparò a relazionarsi bene con i nuovi e temporanei compagni di avventura e smise di imbarazzarsi a suonare davanti a loro. Spesso riusciva persino a divertirsi: avevano tutti un carisma e una personalità esplosiva, erano un gruppo molto affiatato nonostante fossero di anni diversi e avevano la straordinaria capacità di far sentire tutti a proprio agio. Riccardo si sorprese di quanti ragazzi simpatici frequentassero la Raimon, ragazzi che lui non aveva mai voluto conoscere per timidezza personale. Inoltre, ciò che gli piaceva di più era il fatto che, lì dentro al teatro, nessuno lo trattava come il capitano Di Rigo. Nessuno si rivolgeva a lui con rispetto e ammirazioni degni di un qualche superiore e nessuno si impegnava per metterlo in imbarazzo. Questo facilitò moltissimo il suo inserimento e lo portò in fretta a smettere di chiedersi se si sarebbe pentito di quella scelta.

Nonostante si fosse velocizzato nella riscrittura degli spartiti, per ottimizzare il tempo che scarseggiava iniziò a portarsi avanti con il lavoro componendo durante le prove. Quando i compagni recitavano senza il suo sottofondo, ascoltava attentamente le loro parole e vi applicava mentalmente la musica che sapeva. Poi trascriveva le note che avrebbe sperimentato a casa, da solo, in silenzio, e la maggior parte delle volte la prima bozza risultava la versione definitiva.

Nel contempo, lavorò allo spartito di Martha Collins e dovette ritagliarsi del tempo dalle prove per il suo numero. Si intratteneva mezzora in più solo con lei e dirigeva il suo canto correggendola nell'intonazione per far adattare al meglio la sua voce alla propria musica.

Martha aveva indubbiamente un grande talento, un timbro pulito e impeccabile con solo qualche difficoltà a reggere le note basse. Ci misero pochi giorni a perfezionare il numero, così che Riccardo poté dedicarsi principalmente alla recita. Strinse con lei un rapporto fondato sulla cordialità, una cosa molto simile all'amicizia. Martha era simpatica e gentile e non lo metteva mai a disagio. Lavorare con lei era piacevole e per nulla stressante, una pausa dalla mole decisamente più impegnativa qual era lo spettacolo teatrale.

L'esperienza in quel club gli servì anche per approfondire la conoscenza di Colette. Che gli piacesse o meno, era diventata una sua collega e passava con lei parecchie ore tutti i giorni eccetto la domenica. La sua presenza nel gruppo si rivelò fondamentale perché lo aiutò a sciogliersi e a sentirsi pienamente integrato. Colette lo coinvolgeva senza essere oppressiva e il suo entusiasmo contagioso creava sempre un mood gioviale e sereno. Avevano poco tempo eppure la fretta non era minimamente sentita durante le prove. Riccardo era certo che fosse merito suo.

Era chiaramente il capo assoluto di tutto. Aveva il controllo su ogni dettaglio e si occupava di qualunque problema, qualunque questione, dirigendo tutto e tutti senza dare fastidio. Ogni singolo membro di quel club la adorava e si vedeva, avevano una grande stima di lei come persona e come leader e a Riccardo fece parecchio effetto.

Come capitano di una squadra di calcio, aveva molto da imparare da Colette. Ogni volta che aveva pronto un atto le scriveva un messaggio per comunicarglielo e lei lo motivava con dei brevi e semplici complimenti.

Un giorno, la conversazione via chat si prolungò per un'oretta. Il mattino prima la Raimon aveva disputato la partita importante che le aveva permesso di accedere alla fase nazionale del torneo e Colette aveva usato il suo messaggio per entrare in argomento.

"A proposito, bella partita quella di ieri! Sono venuta a vedervi allo stadio"

Riccardo ne fu sorpreso e, stranamente, compiaciuto.

"Ah sì? Non ti ho visto"

"Con tutta la gente che c'era per forza!"

Parlarono un po' della partita. Poi si spostarono su argomenti stupidi e inutili come i mezzi di trasporto sempre pienissimi quando si trattava di incontri calcistici. Riccardo non si accorse nemmeno che passò parecchio tempo, preso com'era dalla conversazione con Colette. Alla fine dovette liquidarla perché si era fatto tardi e lei non pose obiezioni. Gli diede la buonanotte e lo lasciò andare.

Contro quanto Riccardo aveva temuto, concentrare gli allenamenti con le prove per lo spettacolo non fu così complicato e faticoso. Certo, le sue giornate si erano di colpo riempite ma la cosa non gli pesava poi così tanto. Anzi, comporre musica e prestarla per una recita lo rendeva felice e sereno, come non si sentiva da tempo. Le sue giornate erano diventate piene delle due cose che amava di più, il calcio e la musica. La Raimon non gli fece altre domande sul perché lasciasse in anticipo gli allenamenti, se non Gabi di tanto in tanto durante le passeggiate agli intervalli. Riccardo deviava sempre il discorso e gli nascose anche dei messaggi scambiati con Colette per evitare battute e pressioni indesiderate. Si sentiva un po' in colpa perché dopo tutto era il suo migliore amico, ma preferiva continuare ad agire come stava facendo.


Un sabato pomeriggio, dopo le prove, Colette si intrattenne a riordinare un po' di disordine frutto dell'intera settimana passata a teatro e Riccardo si offrì di darle una mano.

<<Allora! Cosa te ne pare di questa esperienza al club di teatro?>> gli chiese una volta rimasti soli.

<<Pensavo peggio, devo essere sincero. Alla fine mi sto divertendo>>.

Mancavano tre settimane allo spettacolo, ne erano già trascorse altre tre. Riccardo aveva ancora due atti e mezzo da sistemare e contava di finirli in una decina di giorni.

Colette gli sorrise: <<Meno male, sono contenta! Ti sei integrato bene col gruppo>>.

<<Sono dei ragazzi in gamba, hai una bella squadra sulle spalle>> le passò una pila di fogli raggruppati: <<Sei un buon capitano, Colette. Sei quasi meglio di me>>.

Lei arrossì appena <<Addirittura!>>.

<<Ho detto quasi>>.

Colette andò a prendere due scope dallo sgabuzzino dietro le quinte e, insieme, si misero a spazzare il palcoscenico.

<<Come ti trovi con Martha?>> gli chiese dopo un po' di silenzio.

<<È brava, ha talento. Ed è simpatica. Mi sto trovando bene>>.

<<Ti piace?>> fece Colette con aria scaltra.

Riccardo arrossì: <<Ma no! Non è che parliamo molto>>. Intuì che volesse di nuovo addentrarsi in un terreno minato e si chiuse a riccio.

<<Potresti frequentarla, secondo me ci starebbe>> riprovò Colette. Guardò la schiena di Riccardo, che non rispose.

<<Va tutto bene?>> gli chiese dopo un po'.

<<Non mi va di parlarne>> disse lui, semplicemente. Il tono fu così tagliente che Colette non volle insistere.

<<Ok, scusa>>.

Terminarono le pulizie in silenzio. Riccardo si sentiva sciocco a reagire così ma ancora il ricordo di Bridget e della propria sofferenza gli bruciava nel petto.

Uscirono da teatro e si salutarono sulla soglia.

<<Grazie per l'aiuto. A lunedì>> gli disse Colette. Stranamente non aveva parlato a raffica come le altre volte, segnale che avesse colto il suo disagio e l'avesse rispettato.

Riccardo si liberò finalmente dalla cappa di negatività e rispose al sorriso: <<Figurati. A lunedì>>.


Buooooonaaseeeraaaaa!!!!! Ecco il vostro aggiornamento di fiducia! Oggi è pure il compleanno di Ric😁

FDP

Il Bene Genera BeneWhere stories live. Discover now