Piccole curiosità e retroscena del romanzo

102 12 2
                                    

Piccole curiosità e "retroscena" in ordine sparso.

· Il nome "Godòt" è ispirato al personaggio inesistente della pièce teatrale Aspettando Godòt di Samuel Beckett.

· Prima di iniziare la scrittura di questo racconto non conoscevo l'esistenza del manga/anime intitolato La corda d'oro. L'ho scoperto nel momento in cui Cédric cerca su Google notizie su ipotetiche corde d'oro, facendo io stessa la prova empirica. Ma ormai era troppo tardi perché il mio istinto ammettesse di poter cambiare il titolo.

· Il padre di Cédric afferma di non amare Chopin, chiamandolo "maledetto polacco", ma intanto ha comprato due pianoforti per Cédric della medesima marca che Chopin adorava (Pleyel).

· In ambito di preferenze cinematografiche, Cédric ha un debole per Keanu Reeves, anche se, fondamentalmente, è molto aperto sotto diversi punti di vista. In ambito di musica classica, invece, credo che nessun lettore possa avere alcun dubbio su chi sia il suo preferito.

· La stesura del racconto ha impiegato dal novembre 2018 all'agosto 2019, senza che mai l'ispirazione venisse meno o che sorgesse l'ipotesi di non arrivare al termine per motivi di blocco (cosa mai avvenuta prima).

· Il personaggio di Reese è ispirato all'attore irlandese Jonathan Rhys Meyers, come sua moglie è ispirata a Cate Blanchett.

· Gustav Bochnovič, in un primo momento, getta la chiave della cassaforte di sua moglie perché è troppo arrabbiato con il mondo e con lei stessa per averlo abbandonato, pur non avendo lei una reale colpa della propria malattia, proprio perché la amava troppo. Ma in realtà ha sempre saputo di possedere una copia della chiave. Se non avesse saputo questo, non se ne sarebbe mai disfatto tanto facilmente.

· Bernice è la figlia della sorella di François, e dunque cugina di primo grado di Cédric. I suoi genitori lavorano in Australia, perciò lei abita momentaneamente con gli zii. La ragazza si è auto-investita del ruolo di manager amatoriale di Cédric e, senza che all'altro importi nulla, posta su Youtube tutti i video di lui che suona. Il canale ha miliardi di followers.

· Nel romanzo ci sono due citazioni dai film del regista canadese Xavier Dolan: le tazze di porcellana scombinate e la battuta: "Ho finito le madeleine... such a shame!". Quest'ultima, nel qual caso, viene dal film "Gli amori immaginari", mentre le tazze scombinate ricorrono più di una volta in diversi lungometraggi.

· I gemelli sono concepiti come lo Yin e lo Yang. Rispettivamente, Vasily rappresenta lo Yin e l'oscurità; Vladimir lo yang e la solarità. Naturalmente io preferisco tutta la carrellata dei principi dello Yin, anche se entrambi sono contaminati dall'altro, altrimenti avrei invertito i protagonisti. Ma poi, nel far calare la notte sulla notte, quale gusto ci sarebbe stato? XD

· Non ho mai avuto alcun dubbio sul nome del protagonista, ispirato a quello del modello russo Vasily Makarov (solo il nome, non l'aspetto!). Ero indecisa se chiamare il gemello Vladimir o Vladislav. È andato per Vladimir in virtù della maggiore assonanza, ma ho comunque dedicato una breve scena in flashback all'altro nome.

· L'ostacolo più fastidioso, durante la scrittura, è stato causato dal fatto che su Youtube, per un certo periodo, un brano di Senneville è stato identificato per uno di Chopin. Poiché Cédric doveva esordire assolutamente con Chopin, ma Senneville doveva essere inserito comunque da qualche parte, ho dovuto rivoluzionare la scelta di alcuni brani.

· Nella pronuncia francese del nome "Cédric", l'accento cade sulla "i". Da qui, la facilità dell'abbreviativo "Dric". E voi, come lo avete pronunciato?

· Ho scoperto soltanto alla fine del romanzo che la Filarmonica di Parigi è stata inaugurata nel 2015, perciò ho dovuto evitare di nominarla e spostare l'ambientazione dell'epilogo al Théâtre du Châtelet, il che è andato a mio favore, poiché decisamente più confacente alla scena che avevo immaginato.

· Il personaggio di Jeremy è ispirato al Jeremy Irons del film Lolita. Ed è nato a settembre, proprio come l'attore inglese, anche se non lo stesso giorno e neanche sotto lo stesso segno zodiacale.

· L'idea dei doni per ogni strumento mi è venuta in corso d'opera, anche se ben prima che Jeremy li perdesse per davvero. Il canone di Pachelbel, invece, è stata una delle prime idee certe fin dalle righe iniziali.

· L'aspetto di Godòt è vagamente abbozzato su quello di "Dazai", personaggio dell'anime giapponese Bungou Stray Dogs.

· I luoghi descritti o nominati nel racconto esistono *quasi* tutti realmente e sono stati tratteggiati mediante la visualizzazione di foto reali. Ma ovviamente ogni riferimento ai fatti avvenuti in essi è puramente casuale e inventato.

· Il riferimento a Nicolas Flamel non c'entra nulla con la storia. È solo un tentativo di Jeremy per sviare la conversazione.

· All'inizio Vasily doveva portare delle dalie sulla tomba di Jeremy, seguendo quanto suggerito dalla canzone degli Indochine che gli frullava in testa (Un singe en hiver) – la quale, per inciso, è frullata in testa anche a me per una settimana –, ma poi mi è giunta voce che le dalie rappresentino un tipico fiore da cimitero e, poiché sono contraria a portare ai morti fiori da morti (perché significherebbe riconoscere che morti sono effettivamente) ho optato per l'iris blu, perché è profumatissimo e ha un colore simile a quello degli occhi di Vasily, e per la lavanda, pianta tipica francese.

· La scelta del centenario del Manifesto del Futurismo è caduta ad hoc per poter ambientare il romanzo in una terra di nessuno tra Youtube e i primi smartphone, di modo di non dover affogare nella tecnologia senza brancolare nella Preistoria.

· Cédric è nato a giugno, segno zodiacale Cancro (credevate Gemelli?) che si sposa perfettamente con lo Scorpione, segno zodiacale dei gemelli (siete confusi? Io lo sarei).

· Quando gli amici di Cédric dicono che Vasily sembra uscito da una fiaba di Hans Christian Andersen si riferiscono soprattutto a La sirenetta e La piccola fiammiferaia. L'altro sotteso riferimento al medesimo scrittore ritorna nel momento in cui Cédric accenna alla storia delle scarpette rosse di Karen. Le scarpette rosse è una fiaba di Hans Christian Andersen in cui una bambina arriva a farsi amputare i piedi perché non riesce a togliersi delle scarpe stregate che la costringono a ballare perennemente, senza mai trovare pace.

· Il dipinto di cui Cédric acquista la copia alla galleria d'arte, Lotta tra Carnevale e Quaresima, è stato dipinto da Pieter Bruegel, il medesimo autore del quadro che provoca la Sindrome di Stendhal nella protagonista dell'omonimo film di Dario Argento.

· La portinaia dall'aspetto un po' trasandato che legge Guerra e pace di Tolstòj e porta a Cédric la cioccolata calda è un rimando al personaggio di Renée, coprotagonista nel romanzo L'eleganza del riccio dell'autrice francese Barbery Muriel.

· Nell'esecuzione del violino avrei avuto grandissimo piacere a inserire un adattamento della sigla del "Trono di Spade", accanto a Lux Aeterna di Clint Mansell, ma nel 2009 non era ancora stata composta.

· Anche se trasposti in ambito europeo e romantico, Lùxipher e Godòt hanno un ruolo esattamente identico a quello delle divinità nel teatro greco e Vasily, naturalmente, è il protagonista indiscusso della tragedia.

Ce ne sarebbero diversi altri, e altri ancora che mi verranno in mente rileggendo il tutto... ma per il momento smetto di tediarvi. Grazie infinite a chi è arrivato fino alla conclusione!

Le corde d'oroWhere stories live. Discover now