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Quarto mese

È arrivata l'estate, il periodo più bello dell'anno quando il sole si fa più caldo, le giornate si allungano e tutti vanno in vacanza. Ricordo quando ero bambina ed ero felice perché la scuola finiva, salutavo le maestre e i miei compagni che non avrei più rivisto per tre lunghi mesi. Solitamente noi tutti gli anni andiamo al mare in Sicilia perché papà è originario di lì, dove l'acqua è limpida e bellissima. Non ho mai visto mare più bello e adesso se potessi ci andrei volentieri ma quest'anno sarà diverso.
Devo preparami per l'ultimo esame da dare di Letteratura Italiana e poi incominciare a comprare il necessario per l'arrivo del bimbo, mia madre mi ha promesso di portarmi in uno di quei negozi Premaman  dove si trova di tutto, io sono inesperta e solo lei può darmi degli ottimi consigli avendo avuto due figlie. Non so ancora il sesso quindi penso che incomincerò con le tutine neutre, il bianco è perfetto sia per un maschietto che per una femminuccia, poi il Biberon, i ciucci che mi hanno assolutamente consigliato in silicone e quante altre cose servono? Tantissime e ancora non ho acquistato niente.
In questi quattro mesi la mia pancia è cresciuta tanto, i vestiti non mi entrano più e mi ostino a rubare le magliette di papà, non immagino tra qualche mese.
Quando Niccolò è tornato dall'Inghilterra abbiamo passato molto tempo assieme, i nostri genitori ora sanno tutto e devo dire che non sono rimasti poi tanto colpiti, lo avevano già intuito e anche se fa un po' strano sono felici per noi. Per quanto riguarda Cristian non l'ho più sentito ed è meglio così, resterà biologicamente il padre del mio bambino ma se non lo vorrà riconoscere non mi piangerò addosso, non abbiamo bisogno di una persona così e preferisco che mio figlio cresca senza che con un padre così.

<<Che ne pensi di Bianca?>>
Giulia e Marta oggi sono venute a casa mia e mi stanno aiutando, tra virgolette, a fare una scaletta dei nomi dato che il mese prossimo alla visita scoprirò il sesso del bambino. Scuoto la testa non convinta
<<È un bambino non una tavolozza di colori>>
Le dice Marta facendomi ridere.
<<Dai allora proponi tu sapientona!>>
La bionda le rivolge un'occhiataccia e io ogni volta mi diverto troppo a vederle discutere, sono davvero buffe.
<<A me piace Marta>>
Mi picchietto una mano sulla fronte quasi spazientita <<Ragazze così non mi state aiutando>>
<<Mmhhhh...vediamo...Maria!>>
<<Ma dai ce l'hanno tutte le nonne, mia nonna si chiama Maria>>
Mi metto a ridere.
<<Okay ho capito ragazze che nun lo troveremo mai>> Suonano al campanello, questo dev'essere lui.
<<È arrivato il tuo moroso!>>
Mi alzo dal divano e vado ad aprire, mi trovo davanti un Niccolò Moriconi con gli occhiali da vista e il ciuffo spettinato.
<<Ciao amore>>
Metto le braccia attorno al suo collo e lo bacio intensamente, fa scivolare le sue mani lungo i miei fianchi. Si stacca dalle mie labbra sorridendo
<<Ma ciao, che state a fa?>>
Le mie amiche gli rivolgono un saluto mentre ridono, che avranno tanto da ridere?
<<Marta! Giulia! Smettetela>>
Si toglie la giacchetta, la appende all'attaccapanni e noto che dietro la schiena nasconde qualcosa.
<<Che nascondi?>>
Lo guardo con un sopracciglio alzato, mi ha comprato le caramelle perché sa che ultimamente ne vado ghiotta.
<<Amore grazie!>> Sorrido solo come una bambina farebbe davanti a un pacchetto di caramelle tutte colorate.
Si abbassa in ginocchio e mi lascia un bacio sulla pancia, è di una dolcezza indescrivibile e ogni volta che compie questo gesto mi fa emozionare.
<<Visto che la mamma mi stressa con le sue voglie ahaha>>
<<Ehi! Scusa eh ma sono incinta>>
Prendo il pacchetto di Haribo dalle sue mani e lo vado a portare in cucina.
Sento Marta e Niccolò discutere, ritorno da loro in salotto e vedo Giulia piegata in due dal ridere con le lacrime agli occhi.
<<Nun ve posso lascià soli due secondi eh>>
<<Amore la tua migliore amica me da del ciccione>> La scansa via mentre lei cerca di abbracciarlo <<Dai facciamo pace>>
<<No levate!>>
<<Marta!>> Mi trattengo anche io dal ridere.
<<Vabbè Wendy ma scusa dove è finita la sua tartaruga?>>
Mi siedo accanto a lui e non resisto alla sua espressione da bambino, così tenera da farmi sciogliere il cuore.
<<Per me sei bellissimo>>
Sorride e chiude gli occhi facendo quell'espressione che mi fa intuire che vuole un bacio, mi avvicino e gliene lascio uno sul nasino.
<<Comunque...stavamo per fare una lista dei nomi>> Spiega Giulia mentre ritorna in se.
Niccolò le prende il cellulare dalle mani e scorre la pagina internet che contiene una serie di nomi italiani e stranieri, fa delle facce schifate e poi mi guarda <<Acheronte!>>
Marta fa partire uno dei suoi acuti, ha una risata davvero assordante. Porto una mano ad accarezzargli i capelli morbidi e lisci, sembrano di seta.
<<Non credo che sia un nome adatto>>
<<Hai ragione, nun è adatto per un bambino..>>
Si abbassa e appoggia la testa sulla mia pancia, ho i brividi per tutto il corpo. <<Così bello>>
Si stacca e mi guarda sorridendo, non gliel'ho mai detto ma in questi mesi ho avuto come la strana sensazione che sia figlio suo, insomma c'è sempre stato. È venuto alle visite, l'ha sentito scalciare nella mia pancia e sopporta da un mese le mie voglie, quanto vorrei che fosse davvero il suo papà. Sono sicura che potrebbe insegnargli tante cose ed essere per lui un grande punto di riferimento quando crescerà, potrà fidarsi di lui ciecamente e già me li immagino mentre giocano a calcio in giardino o che cantano le canzoncine. Pensando a tutto ciò i miei occhi si fanno più lucidi e mi pizzicano
<<Wendy guarda che scherzava, mica lo chiamerai così ahahah>> Guardo la mia amica e scuoto la testa
<<Giulia lo so è che...>>
Niccolò mi prende il viso tra le mani e mi bacia.
<<Amore stai tranquilla, c'è ancora tempo per scegliere il nome>>
Vorrei tanto dirgli cosa penso, quello che provo e cosa mi passa per la testa ma non ci riesco.
Hanno ragione, sono incinta di quattro mesi e ho tanto tempo, però mi sono stufata di chiamarlo 'Bambino' o 'Fagiolino'.
Marta e Giulia se ne andarono prima del previsto, avevano da studiare per una sessione di esame, a ripensarci anche io dovrei mettermi sotto con lo studio ma sono più concentrata sulla gravidanza.
Niccolò era rimasto nella stessa posizione mentre gli accarezzavo i capelli per farlo rilassare, ad un tratto sento un piedino premere contro la parete della mia pancia e poi un altro calcetto ci fa sussultare dalla felicità.
<L'ho sentito!>>
Alza gli occhi verso di me emozionato sorridendo,
<<Hai sentito?>>
Appoggia entrambe le mani e io chiudo gli occhi.
È una delle sensazioni più belle del mondo sentire il proprio bambino muoversi nella pancia e auguro a tutte le donne almeno una volta nella loro vita di provarlo.
Lui sta lì, appoggia un orecchio e sorride ancora quando sente il piccolo muoversi per l'ennesima volta.
<<Stai prendendo un po' troppa confidenza nel dare i calci però>> Mi viene da ridere per la sua affermazione.
<<È il suo modo per comunicarti qualcosa...>>
Niccolò mi fissa senza togliere le mani dalla mia pancia <<E secondo te che vuole dirmi?>>
<<Che ti vuole bene>>
Mi sorride con gli occhi leggermente lucidi.
<<Piccolo anche io te vojo bene!>>
Vorrei che momenti così non finissero più, si può per caso fermare il tempo?

[..]
La giornata passò più in fretta di quanto pensassi, Niccolò andò in studio per registrare un altro pezzo. Quando torna a casa io ho già preparato la cena con le indicazioni di mia madre che come già sapete è molto precisa quando si tratta di cucinare.
Niccolò arriva a casa visibilmente affamato, mi da un bacio e si siede a tavola con noi e inizia a raccontarci di quello che ha fatto.
È così ormai da qualche giorno, ormai siamo travolti da un vortice irrefrenabile, la nuova routine quasi da due persone che convivono. Non abbiamo ancora parlato di prenderci una casa ma quasi sicuramente lo faremo quando arriverà il bambino.
Per il momento vivrò nella casa dei miei, avrà la sua cameretta con tutto arredato e no, non mi importa se sarà un bambino o una bambina viziata, io non gli farò mancare nulla. Quando poi ce la sentiremo e se potremo, andremo a convivere insieme ma ora non siamo ancora pronti, neanche siamo ufficialmente fidanzati quindi ne passerà ancora tanto di tempo...non abbiamo fretta.
Mentre Niccolò si sta facendo la doccia io aiuto i miei a sparecchiare e a mettere le posate nella lavastoviglie.
<<Wendy io e papà ti dobbiamo parlare...>>
Mi blocco e li guardo notando che entrambi sembrano nervosi.
<<Di che si tratta?>>
Mio padre mi fa sedere a tavola accanto a lui e mi mette un braccio attorno alle spalle.
<<Io e la mamma volevamo parlartene prima ma credo che sia arrivato il momento.>> Rivolge uno sguardo di approvazione a mia madre, la guardo e lei annuisce un po' incupita.
<<Mi state spaventando>> Rido nervosamente
<<Mi hanno offerto un lavoro al nord>>
Sbianco e mi stacco leggermente da lui per poi lanciare uno sguardo a mia madre.
<<Come..al nord?>>
<<Sì Wendy, ci dobbiamo trasferire tutti e quattro. È un lavoro importante dove mi pagano molto di più e io e mamma ci abbiamo pensato tanto prima di accettare>>
Non ci posso credere, sono sconvolta.
<<Al nord dove?>> Chiedo titubante
<<Milano.>>
<<Sul serio papà? Proprio adesso che le cose vanno bene, proprio adesso che sono felice con Niccolò e proprio ora che stavo organizzando il futuro mio e quello di mio figlio!>>
Alzai il tono di voce mentre i miei occhi divennero acquosi e pieni di lacrime.
Non credevo che i miei genitori potessero farmi una cosa del genere e prendere una decisione così affrettata. Ho diciannove anni, sto per diventare madre e tutto il diritto di scegliere sia per me stessa che per mio figlio.
Mi alzo bruscamente facendo cadere la sedia provocando rumore, a quel punto mia madre non riesce a trattenersi e si alza in piedi puntandomi un dito contro.
<<È inutile che ti arrabbi non hai ancora un lavoro e come pensi di mantenere economicamente il bambino eh!? Mi dispiace figlia mia ma noi siamo la tua famiglia e devi seguirci.>>
Non la riconosco in quello che dice, la guardo negli occhi e senza aggiungere altro esco dalla cucina per dirigermi in camera mia. Mi butto sul letto facendo attenzione alla pancia e mi lascio andare in un pianto, improvvisamente vedo il mio futuro cadermi sotto i piedi, tutto quello a cui avevo pensato per mio figlio e il futuro che vedevo con lui e Niccolò affianco a noi. Adesso che ne sarà di tutto questo? Come faremo a mantenere una relazione a distanza ma soprattutto chi mi starà vicino nei momenti di sconforto?
Sento delle mani grandi e calde accarezzarmi la schiena, mi giro. Niccolò è entrato in camera e neanche me ne sono accorta, odora di bagnoschiuma alla lavanda e indossa solo i pantaloni della tuta.
<<Ma che hai?>>
Si inginocchia davanti a me e mi sfiora il viso con la mano per asciugarlo dalle lacrime.
<<Nulla di che, ho litigato con mia madre>>
Non mi sento di dirglielo adesso, ho paura che possa arrabbiarsi e lasciarmi. Ho bisogno di lui fortemente e se mai dovessi perderlo io proprio non saprei da dove cominciare a dimenticarlo.
<<Sicura che sia solo questo?>>
Mi tira su il mento per guardarmi negli occhi. Mi fa male non dirgli la verità, annuisco e gli faccio spazio nel letto. Mi stringe con le sue grandi braccia e appoggio la testa sul suo petto, chiudo gli occhi per calmarmi e mi sfiora dei baci fra i capelli mentre il mio pianto sta piano piano cessando.
<<Wendy la vita non è così facile come ce la immaginiamo. Da piccoli va tutto bene ma quando si cresce, quando si diventa più grandi e più consapevoli, la vita diventa pesante e hai sempre paura di essere tu quello sbagliato. Io ne so qualcosa ma sai piccola, il più grande sbaglio nella vita è quello di avere sempre paura di sbagliare>>
Queste sue parole mi fanno riflettere e allo stesso tempo mi fanno male, come una voragine nel petto, una volta lessi una frase che diceva:
"Voglio dirti che sei stata l'unica cosa per la quale ho lottato, e se tornassi indietro, lotterei ancora"
Io devo farlo, devo lottare per il mio bambino e per lui.
Tutto quello che per me conta adesso sono loro due, i miei amori grandi.

TO BE CONTINUED...

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