3.

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<<Niccolò, che ti preoccupa?>> sbuffò per l'ennesima volta Jacopo.

<<Ho saputo che è tornata a Roma. Ho paura di incontrarla per strada>> sospirai stanco, sedendomi a gambe incrociate sul letto del mio amico.

Sapevo della notizia grazie a Giulia e Marta, che da mesi a questa parte mi hanno sempre tenuto aggiornato su quello che faceva Wendy a Milano.
Ora stavo a casa di Jacopo a parlare di come comportarmi e cosa dire una volta incontrata. In realtà non sapevo se sarebbe accaduto...l'ansia mi stava mangiando vivo.

<<Secondo me dovresti spiegarle la situazione>>

<<Che sono Ultimo?>> ridacchiai e lui alzò gli occhi al cielo. <<Oltre a quello..>> lo guardai con aria interrogativa

<<Devi darle delle spiegazioni! Non puoi continuare a pensare che lei non ti voglia più perché non è così.>>

Rimasi con lo sguardo fisso sui miei spartiti, nell'ultimo periodo erano successe davvero troppe cose.
Avevo vinto un contratto con la casa discografica Honiro, dopo anni di sforzi e di continue insoddisfazioni finalmente avevo ricevuto una bella, anzi grandiosa notizia.
Avrei inciso il mio primo disco, questo significava che stava iniziando ufficialmente il mio percorso da cantante.
Scelsi il nome d'arte Ultimo perché sin da bambino mi sono sempre messo dalla parte degli ultimi, per sentirmi primo.

<<Aò Nic ci sei?>> mi risvegliò dai miei pensieri. <<Sì, non so che fare. Non posso perderla>>

<<Allora sai già cosa fare>>

[..]

<<Ti ho detto che non vuole uscire, è testarda e irremovibile>> sbuffò dall'altro capo Marta

<<Niccolò ci sei?>>

<<Sì Marta, sono ancora in linea>> sospirai massaggiandomi le tempie.

<<Però forse qualcosa sono riuscita a fare. L'ho convinta ad uscire>> Rise, mi irrigidii <<Sul serio?>>

<<Vuoi vederla?>>

<<Certo>> Soffiai senza pensare

<<Ma..sei sicuro? Non credo che lei..>> non le feci concludere la frase. <<Non mi farò notare, tranquilla>>

La bionda rimase in silenzio per qualche attimi ma poi prese di nuovo parola <<D'accordo, ci vediamo tra un quarto d'ora al solito bar>>

<<Marta, grazie. Ti voglio bene>>

<<Anche io, matto>> chiusi la chiamata con il sorriso stampato sulle labbra.

Avevo il timore di rivederla, di trovarmi di fronte a lei senza sapere cosa dire. Conoscendomi non sarei capace di mentire, le direi tutto per filo a per segno. Le racconterei del contratto e della canzone che ho scritto apposta per lei, si chiama appunto Wendy.

Mi sbrigo a cambiarmi, mi sistemo meglio i capelli tutti da un lato tanto so che non staranno fermi per molto.
Le mie occhiaie credo che si possano notare anche ad un metro di distanza, sarà che la notte non dormo e la passo a scrivere canzoni.

Ma prendimi per mano senza il minimo timore
Questo mondo vale poco e dona solo altre paure
Per un piccolo secondo abbi solo la certezza
Che i problemi sono altrove, ora puoi anche stare senza...

Eccola, riesco a vederla.
È seduta al tavolino fuori dal bar, ovviamente con lei ci sono anche le ragazze. Si stanno fumando una sigaretta parlando in tutta tranquillità mentre lei sembra nervosa, si guarda intorno mentre si attorciglia i capelli tra le dita. È sempre la mia Wendy, non sembra diversa. Forse è un po' dimagrita, ha il viso più asciutto anche se lei non ne ha bisogno.

[..]

Mi guardavo intorno cercando di non confondere qualcuno con lui, sentivo che lo avrei incontrato. Lo stomaco si stava chiudendo sempre di più per l'agitazione, tenevo gli occhi puntati sulla strada.

<<Wendy sei pallida come un cencio. Ordina qualcosa da mangiare>> mi incalzò la mia amica

<<Non ho molta fame Giù. Prendo solo da bere un caffè.>> mi strinsi nel mio gubbino. L'aria era piuttosto fredda e mi si stavano congelando le mani.

In lontananza vidi avvicinarsi un ragazzo, lo riconobbi solo una volta che fu davanti a noi.
Era Stefano un'amico delle ragazze, io non ci avevo mai attaccato bottone perché è un tipo piuttosto fuori dalle regole e troppo donnaiolo per i miei gusti.

<<Ciao belle che fate qui tutte sole? Posso offrirvi qualcosa?>> alzai gli occhi al cielo, maledetta me che mi sono fatta convincere ad uscire.

Già immaginavo che si sarebbe seduto vicino a me <<Come stai bellezza?>> mi sfiora il braccio e io rabbrividisco, non mi deve toccare. Distolgo lo sguardo

<<simpatica la ragazza eh?>> porta una mano a toccarmi i capelli, che diavolo vuole da me?

<<Ste sei un coglione!>> Ridacchia Giulia

<<Stefano che cazzo fai!>> sentiamo urlare in lontananza, una voce che conosco benissimo.

<<Niccolò?>> domandai stupefatta

<<Wendy>> sbiancò

<<Stefano stalle alla larga.>> strinse la mascella, incazzato.

<<Mica avevi detto che non l'avrei visto?>> chiesi brusca alla mia amica.

<<Niccolò sta calmo! Che cazzo ti prende?>> Stefano era impaurito, si poteva notare dal suo colorito diventato appena biancastro

<<Devi tenere le tue mani a posto.>>

Mi alzai, sfiancata da quella sceneggiata

<<Bene, grazie del caffè ragazze>>

<<Vai già via?>> lasciai i soldi sul tavolino. <<Sì, non mi sembra il caso di rimanere qui>>

Il moro cercò il mio sguardo che non venne ricambiato. Dopo averle salutate mi girai muovendomi a passi svelti. Dopo aver fatto qualche metro, sentii toccarmi la spalla <<Wendy>>

Ovunque tu sia - Ultimo Where stories live. Discover now