13.

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<<Sono felice che sei qui>>

Perché in fondo sono i piccoli gesti, le parole più semplici a farci sentire felici. Non importa quanto la vita sia difficile, quanto sia dura dover accettare certe situazioni e non importa cosa accadrà, se si resta insieme tutto è più bello. Ne sappiamo qualcosa io e lei che abbiamo sempre preso tutto a morsi, che abbiamo vissuto momenti grigi e altri invece super colorati. Sia in quelli belli che in quelli brutti eravamo insieme e questo bastava, io e lei contro il mondo.

Un raggio di sole filtrò fastidiosamente dalle persiane illuminandomi completamente il viso, così fui costretta a svegliarmi. Non sapevo esattamente che ore erano, quanto avevo dormito ma fu la notte peggiore della mia vita. Tra incubi e pensieri, avevo fatto fatica a chiudere occhio, Niccolò  invece come toccò il cuscino chiuse gli occhi mentre io no, sono rimasta a guardarlo dormire a lungo.
Mi girai piano e lo vidi, sembrava proprio un bambino, i capelli schiacciati sulla fronte e la bocca leggermente aperta. Mi dispiaceva svegliarlo ma non sapevo di non avere molta scelta
<<Nì>> Sussurrai nel suo orecchio, aprì lentamente gli occhi in due fessure sottili.
<<Mhh, buongiorno>> disse con voce assonnata, per me quello fu il buongiorno migliore della mia vita.
Ci alzammo dal letto, io avevo indosso ancora i vestiti di ieri sera, accesi il mio telefono e trovai diverse chiamate perse da mia madre e una da mia sorella. <<Forse dovresti chiamarla>>
Scossi la testa,
<<Non ho il coraggio di dirglielo>>

Come quando sei piccolo e combini qualche casino ma per la paura non hai coraggio di dirlo a tua madre..solo che quella era ben più seria.

<<Wendy prima o poi lo devi fare, non puoi nasconderlo a lungo>>

Sospirai, ancora non sapevo che cosa avrei fatto; se avrei abortito oppure deciso di portare avanti la gravidanza.

Ci sedemmo a tavola, Niccolò mise il caffè sul fuoco e rimasi a riflettere qualche minuto. Cristian è il padre, quindi avrei dovuto per forza dirglielo, ma cosa gli importerebbe a lui? Non gliene è mai fregato seriamente di me figuratevi di un bambino.

<<Grazie Nic>>
Dissi mentre versava il caffè nella tazzina.

Mentre lo guardavo pensai che al mattino sia anche più bello, con quegli occhi lucidi e il viso riposato.

<<Ho qualcosa di strano?>> mi chiese scrutandomi con un sopracciglio alzato.

<<Sei bello>>
Rise, una risata di pancia e bellissima, contagiosa anche. Tanto lui lo sa di essere bellissimo, non c'è bisogno che glielo ricordo.

<<Nun me fa arrossì, piccola>>

Finimmo la colazione e mi riaccompagnò a casa, il momento più difficile sarebbe stato quello in cui avrei rivelato ai miei genitori che ero incinta.
<<Stai tranquilla ok? Capiranno>>

Lo abbracciai, avevo così bisogno di lui e puntualmente c'era. E sapevo che da ora in avanti ci sarebbe stato.

<<Grazie, ti chiamo dopo!>>

Scesi velocemente dalla macchina, faccio girare la chiave di casa nella toppa, entro e trovo mia madre seduta sul divano con le braccia conserte

<<Wendy dove sei stata?>> mi domandò un po' fredda.

<<Da Niccolò, mamma>>

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