38°- Promessa.

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I draghi, creature mai viste prima, dovevano essere estinte, ma per qualche strana ragione uno era riuscito a proteggere le sue uova ed affidarle ad una strana ragazza che si era spinta nelle profondità del vulcano. Lei era stata la prescelta, la salvatrice di quelle tre pesanti uova.
Era passato molto tempo da quel lontano giorno, ormai quei tre piccoli draghi erano cresciuti, sotto il controllo e la responsabilità di Kida. Non avevano mai fatto del male a nessuno, come lei stessa aveva garantito fin dall'inizio. Ma la loro natura era quella, infiammare tutto ciò che li circondava e uccidere.
La regina di Atlantide aveva un enorme fardello, doveva sia regnare ed essere una buona regina, ma anche una madre e una protettrice per quelle creature.
Avevano bisogno di molte cure, di mangiare, di spiegare le loro ali e volare.
Nella foresta, quei draghi la consideravano casa. Era isolata, avevano cibo e non potevano fare del male a nessuno.

Kida, quel pomeriggio, li aveva raggiunti, portando del cibo con sé. L'odore della carne cruda li aveva attirati già da subito, seguirono quella scia, fino a raggiungere la regina alle spalle. Un ruggito assordante la fece sobbalzare. La coglievano sempre di sorpresa.
- Siete davvero furbi.-
Affermò la ragazza, scuotendo la testa e appoggiando il loro cibo per terra. Fece un passo avanti, allungando il braccio e stendendo la mano. Il più grande dei tre, quello nero come la pece, abbasso il muso, toccando la mano della regina.
- Mangiate.-
Con il piede, gli avvicinò la carne e poi si allontanò per farli mangiare tranquilli e indisturbati.
La divorarono quasi subito, litigando tra loro per accaparrarsi il pezzo più grande.
Kida conosceva bene quel luogo, molto più avanti, lei e Krum avevano fatto schiudere quelle uova ed ora era diventata la loro dimora.
I draghi la seguivano, mentre lei si muoveva piano tra gli alberi, non 'cera alcun tipo di rumore, solo il fruscio del vento e degli uccelli.
Ma quella quiete e quel silenzio non furono duraturi. Alle loro spalle, molto più indietro, un rumore di un ramo spezzato echeggiò. Le tre creature si voltarono contemporaneamente, Kida subito dopo di loro. Seguito da quel rumore, si sentirono dei passi leggeri. I draghi erano agitati, aprirono le loro ali come per difendersi.
Tra l'ombra degli alberi, Kida riuscì a intravedere una figura esile, non ci volle molto per riconoscerla. Anche i suoi draghi la stavano fissando, e Kida ebbe per un attimo paura.
La figura lontana, vide i draghi e fece una cosa che probabilmente le sarebbe costata la vita. Si voltò e iniziò a correre.
- Ondine no!-
Le urlò dietro la regina, mentre le creature partirono al suo inseguimento. Erano molto più veloci di un essere umano e potevano spiegare le ali e prendere il volo da un momento all'altro.
Kida iniziò a correre più veloce che poteva, togliendosi le scarpe e lasciandole indietro, nella speranza di raggiungere Ondine. Non se lo sarebbe mai perdonata se le fosse successo qualcosa.
- Ondine fermati, non correre!-
Cercava di urlare, nella speranza che potesse sentirla. I suoi draghi non erano abituati a ricevere visite o  stare con altri esseri umani oltre Kida.
Improvvisamente quelle creature smisero di inseguirla, e rimasero immobili, come se stessero studiando la loro preda. Kida silenziosamente li superò, e in un angolo, senza via di fuga, c'era Ondine. Le spalle contro la dura roccia, tremava e fissava intensamente quelle possenti creature alate. 
- Andrà tutto bene, non ti muovere...-
Cercò di sussurrarle la regina.
Ma alle loro spalle, un'altra persona adesso li aveva raggiunti correndo, e adesso potevano entrambi essere in pericolo.
- Mi dispiace, è tutta colpa mia.-
La voce di Rhaegan echeggiò e attirò l'attenzione dei draghi che, ignorarono la ragazza  adesso avevano circondato Rhaegan. Ruggivano e si agitavano, muovevano le zampe e sbattevano la coda tra di alberi che li circondavano tutti intorno.
- Voi due non dovreste essere qui, è pericoloso.-
Kida ansimava ancora per la corsa, era stanca e preoccupata per le loro vite. Se i draghi avessero sbranato uno dei due, avrebbe mancato alla sua promessa. La parola che aveva dato sarebbe stata inutile. I suoi draghi non avrebbero mai fatto del male a qualcuno. Lo aveva detto alla Megera, lo aveva detto a ser Jhoran e lo aveva detto a Krum. Lui era morto per la sua promessa, per la sua parola data. L'avrebbe mantenuta, a tutti i costi o la morte del suo amato sarebbe stata inutile.
- Fammi spiegare, stavamo solo passeggiando nel bosco e poi Ondine è stata attirata dal loro verso---
E così dicendo, cercò di raggiungere Ondine, ancora immobile dietro i draghi e spaventata.
Ma quel movimento fu fatale. I draghi lo videro come una minaccia,  come qualcosa che avrebbe fatto del male alla loro madre e a loro stessi.
Il loro collo si gonfiò, e lentamente uno dei tre spalancò la bocca. Dalle fauci e in profondità della gola uscì del fumo, seguito poi da rosse fiamme, diretti verso Rhaegan.
- No!-
Urlò Kida. Qualche secondo dopo, la ragazza superò la creatura sputa fiamme, mettendosi in mezzo e ostacolando la sua direzione. Le fiamme avvolsero lei invece di investire in pieno il fratello maggiore, che adesso guardava sbalordito la sorella che si era gettata tra le fiamme per salvarlo, senza un minimo indugio. Senza preoccuparsi di morire.
- Kida...-
La regina, mentre le fiamme l'abbracciavano, era ancora immobile. La sua pelle non si staccava, non sanguinava e non urlava per il dolore atroce che avrebbero dovuto procurarle le fiamme. Le dava le spalle e a braccia spalancate, assorbiva il fuoco.
Il drago, non appena si accorse che aveva mancato la sua presa, colpendo così Kida, arrestò le fiamme, lasciando solo un gran fumo. Li avvolse, coprendogli la visuale. Questa volta Rhaegan, si prese di coraggio e nonostante il drago avrebbe potuto prenderlo adesso, non ne se preoccupò. Doveva verificare se la sorella stava bene, se fosse ancora viva.
Non appena le fiamme cessarono, Rhaegan si precipitò da lei. Era in ginocchio, i vestiti completamente bruciati, ma stava bene. Era completamente integra, senza un minimo di scottatura o ferite da fuoco.
- Com'è possibile...Io l'ho visto. Le fiamme dovevano ucciderti...-
Subito dopo anche Ondine li aveva raggiunti, togliendosi il mantello e coprendo il corpo pieno di cenere e nudo di Kida.
- E' ancora viva!-
La regina si rialzò quasi subito, perché il pericolo non era ancora passato.
Guardò dritta negli occhi il drago, i loro sguardi erano allineati, c'erano solo loro due adesso. Avevano entrambi il fuoco che ardeva dentro le loro iridi, non una parola bastava, perché riuscivano a leggersi dentro.
Dopo quello sguardo, tutti e tre i draghi, presero il volo, lasciando la zona e allontanandosi in cielo.
Rhaegan sollevò di peso sua sorella, prendendola tra le sue possenti e forti braccia. Non le aveva ancora chiesto spiegazioni, non voleva pressarla o attribuirle altro peso da portare. Aveva salvato entrambi, questo gli faceva capire molte cose.
Mentre Ondine cercava di coprirla come meglio poteva, lei chiuse gli occhi, perdendo i sensi. La giovane donna le spostò una piccola ciocca, senza riuscire a spiegarsi come i suoi lunghi capelli argentati non si fossero completamente bruciati a contatto con le fiamme.
Il ragazzo la strinse, incamminandosi verso il palazzo reale.
- E' stato un miracolo. -
Affermò Rhaegan, guardando la sorella con gli occhi chiusi e il viso annerito dalla cenere.
- Non è stato un miracolo, lei ha un dono Rhaegan.-
Sorrise Ondine, guardando il ragazzo accanto a lei.

Queen of fire.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora