5° - Principessa.

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I giorni a seguire furono molto duri per Kida da affrontare, non ebbe neppure il tempo di andare in quel prato dove era stata con Gray giorni fa.
Non poteva neppure pensare di  poter uscire, o il padre le avrebbe dato un di tregua.

Adesso, si trovava in una delle stanze del palazzo reale, ferma ed immobile sopra un poggiapiedi, con addosso un splendido vestito che le sarte le stavano cucendo direttamente addosso.

Le piaceva molto il suo vestito particolarmente perché aveva avuto la piena libertà di sceglierselo da sola.  Era interamente fatto di seta color indaco, quasi trasparente, che le faceva intravedere una parte delle  gambe; abbastanza lento e ampio da potersi muovere liberamente. Tante foglie dorate erano annodate intorno la piccola vita ed andava a salire fino a finire dietro il collo della giovane principessa.
Un'altra parte del vestito  le copriva il petto ma non abbastanza perché traspariva  ciò che c'era sotto.

Si guardava allo specchio. Non si riconosceva nemmeno, ma era proprio lei, era quella che sarebbe diventata. Ad irrompere il silenzio ed i suoi pensieri in quella stanza fu la voce del padre.

- Eccola lì, la futura Regina di Atlandide. -

Si avvicinò davanti alla figlia a grandi passi spediti, le prese delicatamente la mano lasciandovi sopra un piccolo bacio.

- Guardati, sei stupenda figlia mia. -

- Grazie padre. -

Sorrise piegando la testa lateralmente e stringendo a sua volta la tiepida mano del re.

- Vedo che sei quasi pronta, bene allora. Sono venuto qui non solo per farti i complimenti sulla scelta del vestito o per dirti quando tu somigli a tua madre. No, a parte questo volevo informarti che sono arrivati tutti, tutti quelli che avevamo invitati hanno rispettato la parola, sono qui. -

Il sorriso della principessa si spense all'improvviso; tutta quelle gente era venuta lì per lei, per conoscere l'unica erede a quell'immenso impero.
E se li avesse delusi? Se non fosse stata all'altezza di ciò che loro si aspettavano da lei?
Era terrorizzata, ma per l'amore che provava per il padre rimase in silenzio, annuendo semplicemente.

- Padre...dato che sono tutti presenti a questa cerimonia, stavo pensando, e se invitassimo anche i Tarkaan? -

Aveva la voce tremante, il cuore era come se si fosse fermato.
Sapeva perfettamente che la famiglia dell'amico non aveva un titolo nobiliare, non possedeva terre di alcun valore, era un semplice pescatore che riusciva a trovare del pesce ben lontano dalla loro costa e che lo portava settimanalmente al palazzo.

- I pescatori che hanno la baia al porto? -

Chiese il padre guardandola attentamente negli occhi. Lasciò andare la sua mano, accigliandosi.

- Non essere ridicola Kida, vorresti invitare in una cerimonia così importante dei semplici pescatori. Cosa penseranno i nobili, che permettiamo anche alla plebe di partecipare ad un'occasione come questa?-

Annuisce pendendosi in quello stesso momento di averne parlato con il padre. Portò le mani dietro la schiena mentre adesso la servitù si stava occupando dei capelli.

- Krum Tarkaan. Ecco il motivo e la causa, non è vero? -

La domanda del padre la lasciò senza parole. Abbassò il capo per nascondere il rossore che aveva preso il sopravvento sulle sue guance.

- Kida...Kida, cosa credi di fare? Passi il tuo tempo con lui, avete un certo legame vedo. Cosa speri di ottenere? -

Non rispose, non conosceva neanche la risposta di quelle domande. Non sapeva neanche lei cosa stava facendo, seguiva solo il cuore.

- Nutri dei sentimenti per lui? Tu sei una futura regina, non puoi avere al tuo fianco un figlio di pescatore. Rovineresti la successione del nostro regno, per non parlare del popolo. Sei una regina, ed ai reali non sono concessi i sentimenti. -

- Si padre... -

Borbottò, quasi sussurrando per l'imbarazzo che provava in quel momento.
Suo padre lasciò subito dopo la stanza. Lei bbe il tempo di prendere un respiro profondo e di coprirsi il viso con la mano per riprendersi.

Non capitava mai che suo padre la richiamasse o la sgridasse, ma quella ramanzina che le aveva fatto oggi era anche peggio.

- Vostra altezza state bene? -

- Si, scusami Madg. I capelli sono meravigliosi. -

Toccò appena qualche ciocca dei suoi capelli: acconciati con alcune trecce per poi ricadere sulla sua schiena morbidi ed ondulati.

Non appena ebbero finito scese da quel piedistallo, indossò le scarpe alquanto scomode ed uscì dalla stanza.

La sala era ormai completamente piena di ospiti, giovani eredi e futuri pretendenti.
Ma ovviamente nessuno di questi le andava bene.

- Vostra grazia posso presentarle mio figlio Athalrego. Futuro re di Izadora. -

Cercò di fare un inchino e sorridere, ma in quel momento le veniva così difficile.

- E' un vero piacere principessa. -

Doveva ammettere che l'erede era davvero un giovane attraente. Le sfiorò la mano inchinandosi a sua volta.
Una cosa tipica di quel regno erano gli occhi color smeraldo che avevano, per non parlare dei capelli altamente scuri e della loro corporatura possente.

Man mano che si faceva strada tra gli invitati per raggiungere il padre che si trovava dall'altra, parte quasi tutti si presentavano a lei.

Finalmente raggiunse il trono, sedendosi così accanto al padre e tirando un sospiro di sollievo.

Quella cerimonia in fondo non poteva poi durare molto, ed una volta finito avrebbe voluto andare a rifugiarsi nella propria camera e togliersi quella fastidiose scarpe.

~

Feste, balli, nobili e ricchi abitanti di terre lontane, lusso e bei vestiti.

Era questo che aspettava ad una futura regina. Per Kidagakash era solo l'inizio di una lunga serie di sacrifici che avrebbe dovuto fare per accontentare il padre, ma non se stessa.

Non aveva la minima idea di cosa le sarebbe aspettato man mano che tutti conoscevano la sua posizione e chi sarebbe diventata: la futura regina di uno dei pochi imperi più conosciuti.

Mentre invece io continuavo a vagare senza una meta prestabilita, marciando, navigando dall'altra parte dei continenti. Senza mai guardarmi indietro, o indietro sarei tornato.

Queen of fire.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora