12° - L'incoronazione.

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Il sole splendeva in alto in cielo, e al castello di Atlantide la giovane principessa Kidagakash stringeva tra le mani la collana del defunto Re, non avrebbe abbandonato quel cristallo, era l'unico ricordo che le restava del padre.

- Allora, emozionata mia signora? -

Ser Jhoran si era appena avvicinato posizionandosi accanto alla principessa che attendeva sulla soglia della porta il segnale per avvicinarsi. Tutti attendevano l'arrivo dell'emissario sacerdote che l'avrebbe incoronata Regina di Atlantide.

- In questo momento preferirei essere messa ai ferri piuttosto che attendere ancora per molto! -

Il nervosismo era difficile da nascondere o tenere a bada, era arrivato quel giorno tanto atteso, quel giorno che sognava da bambina, mentre adesso era diventato solo un incubo.
Avrebbe voluto che il tempo si fosse fermato o perlomeno rallentasse.

- Se mio padre fosse ancora qui... -

- Kida, tuo padre è andato via con onore, combattendo per la propria patria. E' ancora qui con noi e sarebbe orgoglioso di vedere la giovane donna che sei diventata. -

La ragazza si voltò a guardarlo con occhi lucidi, quell'uomo aveva servito il re per troppo tempo, oramai non lo considerava più come un semplice generale e capo dell'esercito, era un confidente.

- Ti ringrazio davvero. Stammi vicino. -

Tutti i presenti seduti in quella stanza si alzarono di colpo quando all'entrata apparve un uomo anziano con una toga bianca che avanzava verso l'altare.

Il cuore della principessa cominciò a pulsare più forte che mai, come se volesse uscirle dal petto.

- Benvenuti e bene accolti miei signori, oggi è un giorno molto importante per il nostro Regno. Dopo la morte del Re, che ha sconvolto tutti, il popolo necessita di un nuovo sovrano. Le nostre leggi ci impongono di incoronare il primogenito del precedente Re. Accogliamo la Principessa Kidagakash. -

Kida non aveva ascoltato neanche una singola parola di ciò che aveva appena detto quell'uomo, continuava a guardare fuori dalla porta, magari anche Gray Krum Tarkaan avrebbe assistito a quell'incoronazione.

- Principessa, tocca a voi.-

Jhoran le poggiò una mano sulla spalla incoraggiandola a farsi avanti, sentiva come i piedi incollati al suolo. Non stava accadendo davvero...
Solo adesso si rese conto che era giunto il momento.

A testa bassa si avvicinò posizionandosi di fronte all'uomo facendo un profondo inchino. Conosceva ogni mossa a memoria, ogni battuta ma in quell'istante era come se avesse scordato tutto.
Le tornarono in mente i lunghi pomeriggi passati con la madre mentre le insegnava le buone maniere, come comportarsi in presenza di reali.
Le mancava così tanto la presenza di sua madre, in quel giorno troppo importante si era ritrovata completamente sola, ad affrontare qualcosa che la terrorizzava a morte.

Il cardinale prese uno scrigno mostrandolo ai presenti, successivamente lo aprì uscendo fuori una lucente e delicata corona d'argento. Kida la guardò con la coda dell'occhio, era la stessa che portava la madre quando lei era soltanto una bambina, le piaceva tanto quella corona perché non smetteva mai di brillare, un tempo riusciva a vedere tutto più bello.

- Kidagakas Nedakh, primogenita figlia del terzo re Kashekim. Per il potere degli Dei, per gli antenati, per il tuo popolo io ti nomino Regina del regno di Atlantide. Che possa guidarlo in eterno  con la saggezza e forza dei tuoi antenati. -

Posò delicatamente la corona sulla testa di Kida, inginocchiata ad occhi chiusi verso il popolo che applaudiva e sorrideva di gioia.
Nella sua mente cercò di pensare una marea di cose per cercare di confondere l'ansia che la stava tormentando.

Successivamente si alzò, a testa alta, in modo da mostrare la corona. E mentre fissava un punto fisso alla fine della stanza per mostrare la sua sicurezza, come le aveva sempre detto suo padre lo vide; Krum, a braccia incrociate appoggiato sulla soglia che guardava dritto i suoi occhi.

Il ragazzo non si era perso neanche una singola parte di quel rituale, era sempre stato in disparte in fondo alla sala. Guardava la nuova regina con ammirazione, pensava che fosse splendida con quel vestito largo che metteva in risalto i suoi occhi celesti, i capelli ben fatti e lucenti. Pensò che era davvero pronta per affrontare un passo del genere.

La regina per un secondo rabbrividì, ma non poteva farsi prendere dal panico proprio in quel momento.
Era tutto finito, venne scortata fuori da alcune guardie reali e condotta nella sala del trono.
Come promesso Ser Jhoran le teneva la mano, non lasciandola sola neanche per un attimo.

Tra la folla si aprì un varco per far passare la Regina e raggiungere il trono in cui doveva sedersi. Avanzava con lo sguardo rivolto verso il basso, ricambiando avvolte qualche sorriso  e facendo attenzione a non far scivolare la fragile corona d'argento.

- Stai bene? -

Le sussurrò all'orecchio il generale, lei annuì appena ancora agitata, mancava poco e si sarebbe seduta su quel trono, dove fino a poco tempo fa era il posto dei suoi genitori.

- Non appena ti siederai il popolo si aspetta qualche parola d'incoraggiamento, stai in piedi a quel punto. -

Kida non si aspettava che avrebbe dovuto parlare di fronte a tutto il regno, cosa avrebbe dovuto dire? Nessuno le aveva accennato qualcosa del genere, avrebbe sicuramente farfugliato qualche sciocchezza.

Strinse i denti salando i tre gradini che la dividevano da quella sedia dove avrebbe dovuto regnare. Avanzò, si voltò lentamente e infine si sedette.

Tutta la sala era in festa, applaudivano e gridavano parole d'incoraggiamento. Cercò di fare un sorriso stentato mente un senso di nausea la invadeva fino alla bocca dello stomaco.

Si alzò dal trono, a spalle alte, con una postura dritta e tesa, tratteneva il respiro. A quel punto calò il silenzio, i presenti fissavano la regina che avrebbe dovuto tenere il suo discorso.
Ma dalla sua bocca non uscì neanche un suono, era lì in mobile che fissava ogni volto con terrore. Non aveva né parole di incoraggiamento, né di ringraziamento.

Avrebbe dovuto fare qualcosa alla svelta, poi in mezzo a quella folla notò un certo movimento. Krum si faceva avanti occupando così la prima fila, dove aveva una visuale completa della regina.
I loro sguardi si incrociarono, si sorrisero senza farlo apposta.

E a quel punto la regina si schiarì la voce.

- Vi ringrazio. -

Riuscì a dire, a voce alta in modo che tutti potessero sentirla. Finalmente riuscì a respirare, prese un respiro profondo continuando.

- Per la fiducia e l'appoggio che ricevo da ognuno di voi, lo apprezzo molto. Non sono qui per rimpiazzare mio padre, nessuno ne sarebbe in grado a parer mio. Ma sono qui, su questo trono perché una nuova era abbia inizio. Come regina mi prendo l'impegno e la responsabilità di prendermi cura del mio popolo e del regno. Non vi farò mai mancare nulla, lo prometto. -

Gli applausi si fecero più forti, chiunque si inchinava o esultava.
Sollevata Kida si rilassò, tornò a sedersi, dando un ultimo sguardo a Krum.

Pian piano la sala del trono si svuotò del tutto, ogni persona tornava alle proprie abitazione. Quella giornata era finalmente finita.

- Ottimo lavoro. -

Jhoran le porse la mano facendola rialzare.

- Stavo per svenire. Sono esausta. -

- Per questo voglio che torniate nelle vostre camere a riposare. -

Annuì sorridendo, salutando l'uomo con un cenno del capo.

- Vostra altezza. -

Con un inchino il generale la lasciò  nelle sue stanze.
Finalmente era rimasta sola, la prima cosa che avrebbe fatto prima di andare a letto era quella di liberarsi di quei vestiti e concedersi un bagno caldo.

Queen of fire.Where stories live. Discover now