•Chapter 5: Arrivi E Partenze•

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(Gray)

Entro in casa respirando un odore diverso da quello che si respirava prima che me andassi: l'odore di salsedine e di vaniglia non è più presente, adesso si sente solo un forte odore di fragoline di bosco.

Sisi appoggia il mio borsone ai piedi del divano e mi sorride saltandomi subito dopo in braccio, abbiamo sempre avuto questo legame speciale io e lei. È sempre stata legata a me più che alla madre, lo stesso per Angie.

Sentiamo diversi rumori provenire da una delle stanze dei ragazzi, immagino che sia la stanza di Rain: i gemelli sono al college, Storm in carcere ed Angie in palestra con le amiche, quindi, l'unica soluzione plausibile è quella di Rain- a meno che non ci siano i fantasmi in casa.

La porta si apre e Rain si avvicina a noi con un borsone scuro e un trolley bianco con strisce nere. Indossa un jeans a vita bassa scuro e una camicia blu, lo zaino di scuola è tenuto stretto sulle spalle e i capelli mori disordinati. I suoi occhi scuri saettano dalla figura di Sisi alla mia, leggo paura nei suoi occhi ma anche tanto coraggio; ho sbagliato in passato, questo è vero, ma non voglio che i miei figli abbiano paura di me.

<<Dove vai con quelle borse?>> Volevo essere caldo e accogliente ma invece il mio tono freddo ha tradito le mie intenzioni.

Guarda le borse e deglutisce assumendo poi una posa combattiva, si sta mettendo sulla difensiva. <<Sto andando a vivere dalla mamma. Posso farlo.>>

Muovo diversi passi verso di lui e lui indietreggia impaurito. Appoggia il borsone a terra e chiude forte gli occhi quando alzo una mano e gli scompiglio i capelli, apre gli occhi di colpo osservandomi come se fossi una strana creatura aliena venuta dallo spazio. <<Va bene. Sei andato in ospedale dalla mamma oggi? È per questo che la scuola mi ha chiamato per dirmi che non sei andato a fare il compito?>> Annuisce con diversi cenni del capo mentre mi osserva come paralizzato dallo stupore. <<E come sta la mamma?>>

<<Bene.>> Si divincola dal mio gesto prendendo, successivamente, il trolley e la borsa. Si avvicina alla porta e la apre, si volta indietro e mi osserva sorridendo leggermente e alzando un angolo della bocca, proprio lì dove c'è la sua fossetta. <<Ciao.>>

<<Ciao.>>

Io ero appena arrivato e lui era appena partito. Come è strana la vita, vero?

<<Pff.>> Porto uno sguardo su Sisi e inarco un sopracciglio. <<Adesso se ne va dalla mamma dopo tutto il male che ci ha fatto.>> Sisi finalmente porta lo sguardo su di me sorridendomi debolmente. <<Papà, mamma non sta male. Non sta in ospedale. Mamma è andata a vivere con il padre di Rain, è per questo che Rain è andato dalla mamma.>>

Guardo Sisi e mi inumidisco le labbra spostandomi il ciuffo di lato. Scompiglio i capelli a Sisi prendendo il borsone e recandomi in camera da letto. Chiudo la porta dopo aver detto a Sisi di andare al supermercato per fare la spesa per quella sera; apro l'armadio e, respirando a pieni polmoni il suo odore, prendo un suo abito da sera: è nero con una scollatura a cuore e uno spacco laterale sulla gamba destra, ha il suo profumo, profumo di salsedine e vaniglia, profumo di casa, profumo di Juvia.

<<Dove vorresti andare vestita così?>> Inarco un sopracciglio mentre cerco inutilmente di annodare la cravatta blu che quella sera ho deciso di indossare.

Siamo stati invitati dal mio datore di lavoro ad una cena per inaugurare il nuovo negozio aperto nel centro commerciale della città. Lavoro in una catena di negozi per scarpe sportive, no, non faccio il commesso ma sono l'autista che, durante il turno di notte, rifornisce i negozi con i nuovi modelli di scarpette. Insomma, sono una parte fondamentale del negozio.

ʝυνια'ѕ ѕмιℓєWhere stories live. Discover now