Capitolo 8. Bugiardo

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Febbraio 2019

Mi stavo innamorando di Charles. Charles...beh, probabilmente no e pur sapendolo non riuscivo a fare a meno di lui. Eravamo sempre insieme, addirittura mi aveva convinto ad andare in palestra con lui; secondo tutti stavo pure mettendo su un po' di muscoli. Quasi tutte le sere le passavamo insieme, mi aiutava ancora a studiare perché l'esame si stava avvicinando, poi finivamo col fare sesso fino alle due del mattino.

Dormivo poco perché non facevo altro che pensare a lui, poi la mattina quando lo vedevo tutta la stanchezza che mi sentivo addosso spariva: era come una botta di vita per me.

Mi piaceva nonostante i suoi difetti: era così testardo, così permaloso, così dannatamente autocritico. E non dimentichiamoci che era un bugiardo. Ma sicuramente mi piaceva di più per i suoi pregi: premuroso con tutti, gentile e disponibile. E poi,la sua risata abbinata al suo culo era una combo vincente.

Capii che non c'era più via di ritorno il 15 Febbraio, al lancio della nuova monoposto. Per quella occasione, così importante per la Scuderia, Charles si vestì elegante.

«Wow!» mi lasciai sfuggire vedendolo. Lui si girò verso di me, sorridendomi. Aveva una cravatta in mano e ancor prima che io potessi offrirmi di aiutarlo, qualcuno ci raggiunse.

«Cheri, hai bisogno di una mano?»

Mi voltai, vedendo Giada, anche lei vestita elegante e con dei tacchi vertiginosi. Indietreggiai, mentre gli occhi mi pizzicavano. Rimasi a guardarli, poi il mio sguardo incontrò quello di Charles ma lui lo distolse subito.

«Sì, grazie.» le disse dandole la cravatta.

«Ma quando imparerai a mettertela da solo?»

Me ne andai silenziosamente, uscendo fuori e raggiungendo il tetto dell'edificio. Ormai avevo gli occhi pieni di lacrime, le stesse che scesero sulle guance, sul mento, sul collo. Mi piegai sulle ginocchia, spingendomi in avanti e lasciandomi sfuggire un urlo, non che pensassi potesse bastare così poco per liberarmi da tutta la rabbia che mi portavo dentro.

Bugiardo.

Mentre si scopava me era tornato con lei! Non mi ero proprio accorto di niente. Era stato davvero bravo a nasconderlo. Sì, lo era stato davvero perché era solo un bugiardo.

Bugiardo e pure stronzo. Perché solo uno stronzo avrebbe fatto quello che ha fatto lui. Era anche riuscito ad illudermi che forse ci sarebbe potuto essere di più tra di noi.

Ed ero stato uno stronzo pure io che ci ero cascato, che avrei potuto smettere quando ero ancora in tempo ma non l'avevo fatto. Non l'avrei mai fatto...

Mi asciugai la faccia con la manica della maglietta. Stavo congelando di freddo, eppure avrei voluto che fossero i miei sentimenti a congelare. Non volevo più sentire nulla, nulla per Charles Leclerc. Ma non ci sarei mai riuscito.

___

Sentivo le mani tremarmi, farsi sempre più deboli attorno alle sue spalle. E poi...caddero, nello stesso istante in cui un uragano mi investii in pieno: puro piacere, ma misto al dolore.

Quando avevo pensato che scoparmi un altro mi avrebbe fatto smettere di pensare a Charles, mi ero sbagliato. Non smisi di pensare a lui nemmeno per un secondo; pensai alle sue labbra, ai suoi occhi, alle sue dannate fossette. Ad occhi chiusi, a letto con uno che conoscevo appena, ma che non avevo voglia di conoscere ulteriormente, mi immaginai di essere con lui. Raggiunsi l'orgasmo pensando a lui e a ripensarci, nei momenti successivi all'amplesso, mi venne da piangere.

«Ehi, che succede? Ho fatto qualcosa di sbaglio?» mi chiese Lorenzo. Era un meccanico, uno che ci aveva già provato con me tempo prima ma che io avevo ignorato.

Scintille || Charles LeclercOù les histoires vivent. Découvrez maintenant