Capitolo 5. Sfocato

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Gennaio 2019

Un mese al lancio della nuova monoposto. Erano tutti in fermento: i meccanici e gli ingeneri, me compreso, continuavano a lavorare senza sosta mentre i piloti si allenavano per ore ogni giorno, passando dalla palestra al simulatore e viceversa.

«Ritiro annuale inverale», mi disse Charles piombando nel laboratorio meccanico e appoggiandosi alla mia scrivania. «Devi venire anche tu.»

«Lo sai che non sono un tipo sportivo.»

«Ne ho parlato con Mattia e lui dice che dovresti venire.»

«Perché?»

«Perché dobbiamo imparare a lavorare in coppia. Così ha detto.» mi spiegò «Anche Seb e il suo ingegnere di pista lo faranno, lo fanno ogni anno.»

«Uhm...d'accordo!» dissi con tono arrendevole. Charles tamburello le mani contro la scrivania, contento della mia decisione, come se avessi avuto scelta. Da quando eravamo rientrati dalle vacanze lo vedevo particolarmente allegro. Io invece, quando lo vidi dopo tre lunghe settimane, mi sentii come si sente uno che ha trattenuto il fiato per troppo tempo: felice ma stanco. Durante le vacanze ci eravamo sentiti, lui addirittura mi aveva chiamato per farmi gli auguri di Natale ed io lo avevo ringraziato per il regalo, una penna stilografica rossa. Mi aveva inviato delle foto di Amsterdam ed io aveva ricambiato con alcune foto del mio gatto.

Di quel giorno a Bologna non ne avevamo più parlato, non avevamo più parlato di Giada e nemmeno della mia vita sentimentale, che tra l'altro era inesistente. Andava tutto alla grande, se non fosse stato che io avevo una cotta insostenibile per lui. Una cotta che non sarebbe mai stata ricambiata. O almeno così pensavo

___

Quell'anno il ritiro invernale sarebbe durato una settimana e la destinazione era un resort in Trentino Alto Adige. Tutti i piloti della Ferrari Driver Academy vennero con noi, alcuni ingegneri, Mattia e anche Marc Gené che si occupava personalmente dei più giovani. Quell'aria così scolaresca mi mise ansia, quindi decisi di prendere due sedili completamente per me, affrontando il viaggio in pullman ascoltando musica e facendo finta di dormire. I miei piani però andarono in fumo.

«Cosa stai ascoltando?» mi chiese Charles, sedendosi vicino a me e tirandomi via una cuffia. «Che cos'è questa roba?»

«Lorde.»

«Lorde?»

Ascoltò la canzone, per la precisione Supercut, rimanendo stranamente in silenzio per alcuni secondi. Gli stava piacendo quella canzone?

«Non la ascoltiamo per tutto il viaggio, vero?» chiese ed io mi ripresi la cuffietta.

«Io sì, tu fa' come ti pare!» risposi fintamente offeso e lui sbuffò.

Alla fine accettai di mettere una playlist che potesse piacere ad entrambi, eppure lui si addormentò dopo nemmeno mezz'ora dalla partenza. Si appoggiò contro la mia spalla ed io lo lasciai fare, buttandogli qualche occhiata di tanto in tanto.

«Ma come fai?» mi chiese Sebastian. Era seduto davanti a noi, quindi si girò e mi guardò.

«A fare cosa?»

«A stargli appresso...parla così tanto e ultimamente è anche parecchio su di giri. Forse l'unica cosa che mi manca di Kimi è la sua tranquillità.»

«Penso sia un meccanismo di difesa. Non è così forte come vuole far credere.» sospirai «E comunque, averlo vicino mi da la certezza che niente potrebbe andare storto.»

Scintille || Charles LeclercOn viuen les histories. Descobreix ara