8- Ritardo.

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Si spegneranno le stelle prima che io ti dimentichi, Mark Blackthorn.
Shadowhunters, signora della mezzanotte.

Quando mi sveglio in preda ad un silenzio troppo losco mi rendo conto che ho dormito talmente tanto che, non solo ho saltato le lezioni del mattino, ma sono anche in ritardo per il lavoro!

Cioè, tecnicamente ho ancora mezz'ora prima dell'inizio del turno ma considerando che dovrei lavarmi, pranzare e andare a piedi credo che potrei arrivare in orario solamente per il turno di domani.

Mi alzo e inizio a scattare a destra e a sinistra in preda al panico e mentre inizio ad infilarmi dei pantaloni della tuta neri prendo il cellulare ed inizio a chiamare l'unico responsabile.

《Ah, ma allora non eri morta!》l'ironia nella sua voce mi fa dimenticare per qualche secondo dell'ansia, sostituita da una fitta di rabbia.

《Perché non mi hai chiamata, idiota?! Adesso vieni a prendermi altrimenti non arriverò mai in orario al lavoro!》quasi senza farmi terminare la frase, Robert alza la voce quanto me, come esasperato.

《Stai scherzando vero? No, perché ho cercato di svegliarti per venti minuti finché non mi hai cacciato!》dalla mia bocca esce fuori un verso imbarazzato che nasce fondamentalmente dal fatto di non ricordare nulla di ciò.

《Va bene, ormai è inutile discutere, ho bisogno di un passaggio al più presto.》una volta che mi sono infilata anche la maglietta e le scarpe corro in bagno per darmi velocemente una sciacquata.

《Temo che dovrai chiedere al surfista, ho dovuto portare la macchina dal meccanico stamattina》il suo tono è dolce e dispiaciuto ma ciò non impedisce alle mie corde vocali di lanciare un urlo frustrato prima di bloccare la chiamata.

Una volta pronta prendo una mela, anche se so benissimo che non basterà affatto per placare la mia fame, ed esco fuori casa per precipitarmi sul campanello dei miei vicini.

《Sí?》Kevin mi guarda confuso ma con un sorriso splendente sul volto.

《Ho bisogno di un passaggio al lavoro, subito!》annuisce e prende quelle che credo siano le chiavi dell'auto per poi salutare la nonna e precipitarci entrambi sulle scale.

Lo so, avremmo potuto aspettare l'ascensore ma al solo pensiero di starmene immobile mentre il tempo scorre velocemente in sottofondo sento le gambe prudermi dalla voglia di correre.

《Come sapevi che non ero a lezione?》domanda una volta in auto facendomi fare spallucce.
Effettivamente non avevo messo in conto che potesse non essere in casa.

《Rob mi ha suggerito di chiederti un passaggio, quindi sono venuta da te.》annuisce e rimaniamo avvolti in un silenzio non imbarazzante per tutto il resto del viaggio.

Quando arriviamo al locale sono appena in orario per correre dentro e indossare la divisa odiosa che mi aspetta nel retro, ed è proprio quello che faccio, accorgendomi a malapena di come Kevin mi sia venuto dietro.

Torno in sala e prima di iniziare a lavorare mi fermo per un saluto al mio capo, che come ieri si trova nel tavolo con i giocatori di football della squadra universitaria.

Cerco di ignorare gli occhi di Sebastian puntati su di me tanto da sentirne il peso e mi rivolgo a Kevin, domandandomi intanto come mai Joelle non sia già qui.

《Grazie per il passaggio.》fiero di sé, il ragazzo annuisce e mi rivolge un occhiolino.
《Quando vuoi piccola.》sto per andare a prendere qualche ordinazione ma la voce di Kevin che chiama il mio nome mi costringe a voltarmi nuovamente verso quella direzione.

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