6- Cacciata da casa mia.

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Ho sognato di te
come si sogna della rosa e del vento.
Alda Merini.

Quando finisco il turno sono talmente tanto esausta a causa del mio correre da una punta all'altra del locale che per poco non dimentico di avere a pochi metri di distanza proprio il ragazzo che ho cercato con tutte le forze di tenere lontano.

Ho provato in tutti i modi a non incrociare nemmeno per un secondo il suo sguardo e devo ammettere di esserci riuscita abbastanza bene, aiutata dal fatto che questo posto è davvero pieno di gente, Joelle non scherzava affatto quando parlava della regola ciclica: cameriere fighe attirano ragazzi fighi che a loro volta attirano ragazze.

Con la solita e finta aria da "nulla può scalfirmi", mi reco nel retro del locale e mi tolgo l'odiosa divisa che non credevo fosse così scomoda prima di passare mezza giornata a cercare di abbassare l'orlo della gonna troppo corto, per poi cercare Jason e togliere le tende per andare a godermi un meritato coma post lavoro.

《Bea, eccoti!》 percepisco la vocina di Joelle e mi guardo intorno per scovare la sua figura, ma quando i miei occhi la intercettano nello stesso tavolo dei giocatori di football insieme al mio capo, quasi non mi metto ad urlare contro il Karma.

Comprendo che l'unica scelta è quella di raggiungerli dato che Jason mi aveva chiesto di passare da lui prima di andare a casa; per non parlare del fatto che la mia amica stia ancora muovendo compulsivamente le braccia verso di me attirando praticamente lo sguardo di tutti.

Alzo gli occhi al cielo domandandomi mentalmente quale orribile persona fossi nella mia precedente vita per meritare tutto questo e infine mi avvicino proprio a quel tavolo, ostentando la finta nonchalance che ormai mi contraddistingue e facendo vagare lo guardo tra Joelle e Jason, cercando di non incrociare altri occhi.

Quando sono a qualche centimetro scarso dal tavolo la mia amica si alza dal suo posto, tra Kevin e Sebastian, per avvicinarsi e abbracciarmi come se non ci vedessimo da anni, il tutto per sussurrarmi qualcosa all'orecchio, con tanta emozione che quasi mi fa sorridere.

《Credo di essermi innamorata!》 scuoto impercettibilmente la testa e sorrido dinanzi al suo entusiasmo, poi quando la ragazza in questione indica con un cenno del capo una persona dietro di sé, il mio corpo sembra aver incassato un pugno allo stomaco mentre incrocio proprio quello sguardo.

Tre volte.
Mi sono trovata costretta a guardarlo solo tre volte e già sento come se il mio corpo stesse cercando di vomitare fuori tutto quello che avevo cercato di nascondere in un angolo remoto di me, come se tutto ciò che provo per lui fosse forte e intenso quanto un fiume capace di distruggere ogni diga da me imposta.

Abbasso lo sguardo, perché per quanto io possa provare ancora qualcosa di forte per questo ragazzo, sono pienamente consapevole di quello che mi ha fatto, di come mi ha distrutta e non posso cedere, non lo perdonerò per quello che ha fatto perché non porta a nulla amare qualcuno se prima non si ama se stessi.

E prima di investire i miei sentimenti verso qualcuno, in questi mesi io mi sono innamorata di me stessa.

Joelle mi trascina ancora più vicina ed io mi ritrovo seduta proprio di fronte al ragazzo che sta portando tutto questo caos nella mia mente e quando torno a guardarlo lo faccio con un'espressione più dura e impenetrabile: ti ho lasciato entrare una volta nei miei pensieri e nei miei sentimenti, ti ho mostrato le mie debolezze e le mie paure, ma adesso non possiedi più nessuna chiave ed io non mi aprirò a te.

《Allora Scheggia, come ti è sembrato il primo giorno?》 rivolgo la mia intera attenzione a Jason dimenticandomi per qualche secondo di Sebastian e dei miei drammi legati a lui.

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