2- Columbia.

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Cadendo, la goccia scava la pietra, non per la sua forza, ma per la sua costanza.
Lucrezio

《Sto per svenire ne sono sicura.》
Sentenzio una volta arrivata davanti l'entrata della Columbia.
《È solo un'università, amica.》
Robert alza gli occhi al cielo e, afferrando la mia mano, inizia a camminare verso la grande porta trascinandomi con sé.
《Per te forse sarà solo un'università amico, per me è la realizzazione di un sogno.》
Già, ma evito di dirgli che viverlo senza Sebastian lo rende vero a metà.
《Sì sì, come vuoi, ora andiamo a cercare le nostre aule.》

Lo seguo in silenzio guardando ogni singolo particolare con lo stupore di un bambino in un negozio di giocattoli.

《Okay bianconiglio, la mia è quella lì- indica una porta dietro di me- mentre la tua è lì.》
Dice spostando il suo dito ad indicare l'aula accanto alla sua.
《Non mi basta vivere con te, anche le aule accanto!》
Annuisce con finta esasperazione, come se fosse d'accordo con me, infine mi saluta con un leggero bacio sulla fronte e si volta per andare a seguire la sua lezione.

《Hey.》
Alzo nuovamente lo sguardo verso di lui quando sento la sua voce e noto che si è fermato a qualche metro da me.
《Per qualsiasi cosa chiamami.》
Annuisco reprimendo un sorriso dolce, e pensare che la nostra amicizia è nata solo perché lui ci ha provato con me.

Ancora con un sorriso stampato in volto mi dirigo verso l'aula di chimica e quando ricordo che probabilmente anche Sebastian si trova nei dintorni in questo momento, aumento il passo e, una volta entrata, mi siedo in un posto isolato da tutti, non sono proprio in vena di stringere amicizia oggi.

《Ciao, sono Joelle.》
Come non detto.
《Io Beatrice.》
Prendo carta e penna e rimango in silenzio aspettando che arrivi il professore.
《Da dove vieni?》
《Londra.》
Annuisce e torna a guardare il suo foglio bianco, poi rimane in silenzio facendomi sentire leggermente in colpa.

《E tu?》
Mi sforzo di chiederle solo per sembrare educata, quindi lei alza il suo sguardo da cerbiatto verso di me e con una speranza mai vista mi risponde.
《Sono di New York.》
Beata lei che non ha dovuto spostarsi dall'altro alto del mondo allora.

Il professore entra e interrompe la conversazione con la dolce ragazza dai capelli ramati ed io mi precipito a prendere appunti.
Ah, ecco perché nessuno si iscrive più a medicina, la chimica!

Due estenuanti ore dopo il professore esce lasciandoci liberi, quindi invio un messaggio a Robert per chiedergli se ha finito anche lui dato che non vedo l'ora di tornare a casa, ma lui risponde in maniera negativa dicendomi che ha altre due ore di una materia che non avevo mai sentito prima, quindi sbuffo ed esco dall'aula.

《Beatrice!》
Mi volto confusa non riconoscendo quella voce fino a quando due occhi da cerbiatto non entrano nel mio campo visivo.
Okay Bea, sforzati e ricorda il suo nome adesso!
《Michelle!》
Lei mi guarda un po' imbarazzata ma non sembra farci molto caso.
《Andiamo a mangiare qualcosa? Sto morendo di fame.》
Annuisco titubante e la seguo altrimenti avrei dovuto aspettare qui da sola il mio coinquilino per ore e avrei più possibilità di incontrare persone dai capelli ricci.
Credo che in quel caso mi sarei chiusa in bagno per due ore.

《Comunque il mio nome è Joelle.》
Cavolo, sapevo che ho un cervello di seconda mano ma non fino a questo punto!
《Oh... ehm, io...》
Colpisce la mia spalla con la sua in maniera delicata.
《Tranquilla, nemmeno io ho una grande memoria.》
Ridacchia ed io gli rispondo annuendo in maniera imbarazzata...
Perché non posso salvarmi per una volta ed evitare figure di questo tipo?

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