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#Stranesituazioni

Corro. Corro. Corro.
E sudo. Sudo tanto.

Ma perché sto correndo per quel coglione?

Forse mi interessa. Come fratellastro, ovviamente. Ovviamente.

Inizio ad ansimare quando arrivo all'inizio del mio quartiere, a due isolati più avanti di quello di Andy; questa è la punizione per non aver mai fatto attività fisica, cavolo!

«Buon Dio.» rallento fino a che le ginocchia non smettono di muoversi come se avessero vita propria, pianto i piedi in terra con la bocca semiaperta e i vestiti madidi di sudore. «Ti prego, abbi pietà di me.» alzo lo sguardo verso il cielo, disperata. «Lo so che questa settimana ho esagerato la dose di tortillas, ma ti prometto che da domani inizierò la dieta.», alzo un dito per controbattere al signore che abita nell'alto dei cieli, quasi stessi avendo una normalissima conversazione in un bar. «Però tu dovrai far girare la sfortuna un po' anche alle altre persone, ti pare? Altrimenti poi ci rimangono male.»

Sento punzecchiarmi la spalla e mi volto, trovando un uomo sul metro e ottanta con i capelli castani lunghi e la barba colta. Alza le sopracciglia, l'espressione un po' preoccupata. «Tutto bene signorina? Per caso si è persa?»

«Io...», sbatto le palpebre, ormai sicura che la mia vita possa essere presa come spunto per una soap opera da sballo. «Tu... Sei, cioè sei sceso così in fretta?»

«Di che sta parlando?»

«Tu sei... Cioè sei Gesù? Perché quando ero piccola ti immaginavo proprio così.»

Sbarra gli occhi, incredulo. «Veramente sarei un testimone di Geova.»

Okay Katniss. La tua dose di figurette giornaliera ha raggiunto il picco massimo.

Fingo una risata sarcastica. «No è che sa; la barba, i capelli e tutto il resto...», gesticolo cercando di fargli capire qualcosa che nemmeno io so. «Sì, cioè, proprio così.»

«O-okay.», il povero omone mi squadra confuso, ma si ricompone subito. Tira fuori dalla tasca dei pantaloni un volantino e me lo porge, abbozzando un sorriso. «A proposito di Gesù. Vorresti capire il nostro scopo nel mondo?»

«Ehm, mi dispiace ma sono satanista.» rispondo allontanandomi da quella mano facendo un sorriso a quaranta denti. «Sarà per un'altra vita!», e scappo via, iniziando di nuovo a correre.

Ma perché tutte a me?
Tra i testimoni di Geova e la corsa non so quale sia peggio.

Avanzo fino al parcheggio dove si trova Edward, e infatti lo adocchio appoggiato alla sua moto fiammante.
Appena finisco di correre mi butto letteralmente addosso a lui, facendolo quasi cadere.

«Se mi hai fatto correre qui per niente, giuro che ti raso i capelli a zero mentre dormi.» biascico respirando a scatti, con il cuore che batte veloce e le guance infuocate.

Il petto di mister ciuffo di titanio vibra in modo incontrollabile facendomi ballonzolare la testa sulla sua pancia più volte. «Tranquilla scricciolo.» ride sonoramente. «È una cosa importante.»

«Allora dimmi.»

«Non qui.» mi scansa con delicatezza e con un movimento repentino del braccio mi fa sedere sulla sella del suo bolide. Mi lancia un'occhiata seria, molto seria. Come se mi stesse studiando.

Poi le sue labbra si stendono in un sorriso. «Sei esilarante con le pomelle rosse.» mi sfotte.

Ecco. Strano che non avesse ancora fatto una battuta del genere. Idiota.

Alzo gli occhi al cielo. «Sei un cretino.» gli do una leggera spinta che lo rende ancora più fermo di com'era prima. «Perciò.» un piccolo ghigno malefico nasce con gloria sulla mia faccia. «Per scusarti mi farai guidare la moto.»

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