Back to himself

27 1 0
                                    

Con prontezza, il biondino - che è tutto tranne che K.O. - afferra il non-più-atterrato per le spalle, e lo getta addosso al collega che nell'urto perde l'arma.
Senza perdersi d'animo, comunque, entrambi si rialzano per affrontare un mercenario a testa: il vero scontro inizia ora.
Jacques rimane decisamente malmesso: per questo finisce al tappeto per primo. Cosa che non può sfuggire ad Abel, né all'italiano che sta affrontando.
«Cumó ta sês sôl! È la fin ančhe par te!» grida infatti quest'ultimo, scattando in avanti.
Il francese, tuttavia, rende vana la carica con una capriola; poi, guardandosi indietro, sente qualcosa di strano dentro sé - della rabbia tramutare, ingigantirsi...
I suoi occhi mutano colore, diventando neri e bianchi: e parte, con una forza inaudita. Senza... Alcun controllo.
Tirando un urlo terrificante, avanza di corsa verso l'obiettivo, e lo mette in ginocchio con dei colpi a velocità soprannaturale, ancor più impressionante di prima; lo afferra stretto, e lo sbatte a terra, atterrandogli sopra con una spalla - probabilmente incrinandogli qualche costola.
A questo punto torna in sé.

**

«Un ottimo lavoro, ragazzi.»

Commentando da dietro il calice di vino rosso l'operazione terminata cinque ore prima, Ben non può non rivolgere lo sguardo a Jacques. Pur apparendo concentrato sul suo brunch, egli mantiene i denti digrignati e una mano sulla benda sotto cui è celato il foro praticato dal proiettile che infine non aveva potuto evitare.
Appena Abel aveva messo K.O. un avversario, infatti, l'altro si era spaventato a morte; e nel tentativo di dimostrare chissà che, aveva ripreso la pistola per puntarla addosso all'atterrato, totalmente indifeso. Aveva blaterato delle cose incomprensibili, rivolgendosi al biondo, che preoccupato per il collega non aveva osato muovere un muscolo: ma era stato proprio quest'ultimo a far sì che il grilletto venisse premuto, alzandosi da terra con un balzo.
Il nemico era stato distratto dall'inatteso gesto, lasciando ad Abel il tempo di estrarre a sua volta l'arma e colpirlo con più mira.

«La missione è ufficialmente compiuta, quanto manca dei soldi arriverà domani mattina. Dopodiché ci dirigeremo a Chicago; mi ha contattato un vecchio conoscente, sembra qualcosa di interessante.»
Sorridendo a tutti i colleghi, Ben smette di parlare. E sui commenti riguardo la prospettiva di un viaggio così lungo, rinasce un chiacchiericcio quasi festoso nella tavolata.
Persino Jacques si unisce alla discussione - peraltro frammentata - esprimendo il suo punto di vista, sorridendo alle battute, riuscendo finalmente a non fare caso al bruciore continuo al braccio trapassato da parte a parte dalla pallottola e coinvolgendo Abel, il quale era diventato così taciturno ultimamente da non permettere a nessuno di capire il suo umore o anche solo il suo punto di vista.
In questa occasione, felice come mai prima di avere ancora Jacques al fianco, persino lui diventa un gradevole compagnia.
Una volta ficcata una pallottola nella carotide dell'italiano, si era messo in ginocchio a pochi centimetri di distanza dalla pozza di sangue creata dalla sua ferita. Aveva davvero temuto che gli fosse successo qualcosa di più grave di un buco nel bicipite, soprattutto perché le condizioni fisiche precedenti di Jacques lo avevano reso simile ad uno straccio. Dopo veloci medicamenti, però, aveva potuto constatare che non era in pericolo di vita, e non aveva più potuto contenere le lacrime.
Sì, Jacques era un mercenario modello, un professionista, un uomo infinitamente abile e anche astuto - ma sicuramente c'era voluta della fortuna affinché tutto andasse così liscio. E Abel non avrebbe potuto chiedere alla dea bendata un momento migliore per rivelare il suo potenziale.

«Non te la sei cavata niente male, novellino,» osserva Eero di punto in bianco. Strano, da parte sua, dire qualcosa. Ancor più strano, poi, che si tratti di un complimento.
«Un'ottima prima missione!» Suo fratello gli fa eco, allungandosi per battergli amichevolmente sulla spalla. Con un gran sorriso, il biondo afferra la mano del collega.
«Tutto quello che so me l'avete insegnato voi. Quindi il merito è più che altro vostro.»
«Allora c'è bisogno di un brindisi!»
La voce di Ben risulta ferma anche dopo quattro bicchieri: l'idea del brindisi non può che appartenere a lui, che entro la compagnia è quello che sa apprezzare maggiormente i vini del Bel Paese; ma piace subito a tutti, poiché un momento di festa dopo la dura missione è quello di cui hanno bisogno.

**

«Ohh.»
Lanciandosi sul letto matrimoniale che gli è stato dato, al pari di tutti i colleghi, per il tempo della permanenza, Abel non può non sospirare di sollievo. Finalmente la giornata è terminata: il sole è sceso sotto l'orizzonte, e anche i suoi ultimi bagliori sono stati inghiottiti da colline e montagne, lasciando il posto all'ultimo spicchio di luna e alla giallastra luce artificiale dei lampioni stradali e dei lussuosi lampadari dei corridoi e delle stanze dell'albergo.
È stanco, stanco morto, e non aspettava che il momento di potersi riposare sin dal momento in cui la missione era stata dichiarata terminata. Ovviamente non era riuscito a dormire la notte precedente, e così per tutta la settimana che aveva alle spalle; si tratta pur sempre della sua prima missione, e l'aveva imbottito d'ansia al livello di... Nulla prima, a quanto possa ricordare.
È ancora vestito come al brunch-- jeans e t-shirt, certo nulla di elegante, ma nemmeno di comodo. Eppure non ha alcuna voglia di alzarsi e indossare i pantaloni del pigiama. 
Anzi, chiude gli occhi e mette le mani dietro il capo; se dovesse addormentarsi così, poco male. Non c'è nulla da fare di urgente, per fortuna, ed è proprio il caso di riposarsi.
In effetti, dopo qualche secondo, guarda un po': il petto gli si muove ritmicamente su e giù, le labbra sono leggermente aperte, e gli occhi sono immobili dietro le palpebre. Chissà cosa si è augurato di sognare, se l'ha fatto; chissà cosa effettivamente potrà pescare dall'immenso vuoto del suo inconscio, per riportarlo alla luce della coscienza.
Ben prima di raggiungere la fase REM del sonno, però, una serie di cinque colpi alla porta di legno lo risvegliano; e gli ci vogliono diversi secondi perché ritorni in sé e si diriga ad aprire, un occhio ancora chiuso.
«Jacques..?»

was it all a Dream?Where stories live. Discover now