20 - Un servo tra le pieghe del tuo corpo

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Alex

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ALEX:
😉
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Scusami, Eloise, ma è il massimo che posso concederti.
Abbiamo chiuso.
E lo devi capire.

Ascolto il suo audio da almeno dieci minuti. Lo concludo, lo rimando indietro, lo faccio ripartire.

L'orecchio su cui si posa il telefono è una fornace che arde. Il mio stomaco, un campo di battaglia. Un filo spinato circonda il mio esofago e lo pungola. Il palato, poi, non ne parliamo. Si impregna di un sapore acido.
Cazzo. Che disgusto.

Schiaccio un palmo della mano contro la bocca. La mantengo chiusa per impedire che i conati abbiano la meglio anche adesso e mi portino a macchiare il pavimento. Li sento, stanno risalendo.

Ma comunque mi soffermo più volte su come pronuncia "piccola stronza", immaginando le sue labbra muoversi in una coreografia perfetta per accompagnarne il suono.

Bellissima e sofisticata, Eloise.
Non c'è una cosa che di te non lo sia.
Rendi poetico anche un insulto contro te stessa.

Non riesco a privarmi di lei e delle sue proiezioni, anche se dovrei.

E dovrei per rispettare il nostro addio, ma anche per altro.

Per molto altro.

"Non intralciare l'ascesa di Fabian.
Non boicottare il suo futuro.
Non deviare la sua gloria."

Mi ripeto queste frasi da settimane, tanto che ho finito per impararle a memoria. Non che mi freghi qualcosa delle ramanzine di papà, ma questa è stata debilitante e per una volta mi sono imposto di ascoltarlo.

Si fa come dice lui.

Ormai ho capito di essere un figlio di serie b. Qui si vive in funzione del primogenito. Adesso, che siamo giovani adulti, più che mai. Ma dannazione, un po' di tatto e fiducia sarebbero graditi. E invece no. Si trapassa sul mio corpo già scheggiato dicendo le peggio cose.

Dopo il pranzo natalizio, papà mi ha chiesto di raggiungerlo nelle sue stanze e ha cominciato a subissarmi di considerazioni abominevoli.

Perentorietà: non ha ammesso repliche differenti da quelle che la sua mente si era già costruita. Rabbia: placarlo con una serie di infinite rassicurazioni mi è risultato alquanto fallace.

Si è convinto che abbia cercato di adescare e Eloise e fottermela, poco dopo la Messa di Natale, così come faccio con tutte quelle che incontro ogni giorno.

Non solo.

Crede che un giorno sbandiererò l'eventuale scopata ai quattro venti, e soprattutto in faccia alla contessa Abigail la fetente. Una sorta di disonorevole vendetta che avrei imbastito a scapito delle Brown, in altre parole, e che mi ripagherebbe dei torti subìti da bambino.

Un piano fantastico, se non fosse che... non l'ho mai architettato.

Grazie, papà.

Hai tracciato la mia condotta in maniera "egregia", non c'è che dire.

Mi hai distrutto.
Perché mi hai fatto sentire un uomo impossibile da stimare.

Io sono regina  Where stories live. Discover now