Prologo

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Abigail
Passato

Lago di Ozian, Comendeen


Jules Raymond Mazarin diceva "Lascia agli altri nome e gloria. Tu cerca solido potere".

Ebbene, io non mi accontento.
Non più.
Smanio nome, gloria, solidità e potere. In questo preciso ordine.

A dire che gli agi non mi sono mai mancati. Provengo da una famiglia di nobili origini, fedele alla Corona e poco incline ad avvilupparsi in scandali o complotti.

Si è mai sentita una cattiva notizia sugli Strauss, baroni di Notterland?

No.

E sul mio conto?

Neanche.

Tuttavia, sposare un conte privo di pretese, proprietario di una distilleria di whisky che sorge su un'incontaminata distesa di campi d'orzo, non è mai stato uno dei miei più fervidi desideri. Io, da ragazza, ambivo a un sodalizio più succulento.

Dio, evidentemente, ha preferito che passassi da una via meno boriosa. Supponeva che, con un titolo maggiore, avrei peccato di vanagloria.

Sì, lo comprendo. Posso accettarlo.

Ma il mio Dio è anche buono e lento all'ira, e ascolta sempre le preghiere di chi a Lui anela con devozione. In genere, quando non ti concede qualcosa, è perché ha in serbo per te un dono ancora più grande.

Lo sogno, quel dono più grande.

Lo aspetto, quel dono più grande.

Lo vedo, quel dono più grande: si instaura nel sorriso di mia figlia che ora corre vivace, schiamazzando con i suoi amichetti.

Eloise ha solo otto anni ed è un agglomerato di ossa e ingenuità, ma ho intenzione di plasmarla a dovere per adeguarla a quello che diventerà e che io non sono stata: una Regina.

Una monarca sapiente per il nostro Regno, dotata di un portamento da dama ottocentesca e un'ottima capacità di governo.

Tra due lustri, sospetto già che sarà irriconoscibile. La brama regale l'avrà avvolta completamente e non desidererà di meglio per la nostra famiglia.

Adesso gioca, mia cara Eloise.
Adesso puoi ancora profumare di sogni e futili semplicismi.

Eccola lì, che cerca di acchiappare Fabian con le dita di una mano. Le chiude tra loro, a mo' di becco di uccello. Lei pensa che è il suo migliore amico. Si sbaglia. Lui si qualifica già come suo marito, il suo Re.

È inutile che quella scapestrata di Emma tenti di scombinare le coppie. Per Fabian prova un'ammirazione particolare, ma non sarà mai il suo personale eroe. È nata due anni dopo Eloise e di lei mi importa solo che arrivi vergine al matrimonio – con un nobile, sia chiaro – e che non faccia uso di sostanze stupefacenti. Insomma, che mi dia meno fastidio possibile.

In verità, una seconda figlia non la volevo. Emma è frutto di un coito interrotto andato non come speravo.

«Ora ti prendo!» urla proprio la marmocchia più piccola, mentre fa un balzo verso Fabian. È inutile. Non ci arriva. È una pulce. Lui di anni ne ha dieci e ha le gambe molto più lunghe di una bimba di sei anni. Emma sbuffa e comincia a battere i piedini per terra. «Ridammi la palla!»

Io sono regina  Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz