13 - Un cioccolatino per un tuo sorriso

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Emma

Allora.
Io, le bugie, non so dirle. Sarei più brava a convincere Papa Francesco ad alzare il dito medio, piuttosto.

Ciononostante, nel giro di poche ore, ho sparato più cazzate delle cazzate che sparerebbe un cazzaro.

Dai. Tutto sommato, lo considero il superamento di un limite. Fino a qualche giorno fa smerdavo chiunque con la mia schiettezza accattivante. Ora potrei smerdarle ugualmente, ma con la fantasia di tutti quei falsi che sanno leccare i culi.

Quando rivedrò le duchesse di Horkins non dirò più che mi sembrano tre scrofe antipatiche, ma le tre sfavillanti porcelline delle fiabe. Chic, eh?

Devo questo smussamento dei miei approcci sociali alla Pidocchia di sorella che mi ritrovo.

Già.

Quella figlia di puttana di nome Eloise che amo più della mia vita, ma che mi sta lasciando sguazzare in chili e chili di puppù sciolta.

Ha deciso di consumare il suo viaggio di nozze con Alex – meglio conosciuto come Rubapalloni2 – tra le sperdute campagne del Lonters, e io con mamma dovevo pur inventarmi qualcosa. Non potevo raccontarle la verità, visto che l'ha fatto passare per Jack lo Squartatore negli ultimi dodici anni. Avrebbe dato di matto. Non potevo neanche dirle che era rimasta a Palazzo Reale. Sarebbe bastata una chiamata a Re Benneth per far passare i guai un po' a tutti.

Eloise la pagherà cara, comunque. Perché confezionare bugie è stancante. Ho i gomiti screpolati, segno che la psoriasi da stress incombe. Doveva solo riprendersi l'anello. E invece... ma che ne so! Ci vogliono così tante ore per riprendersi un dannato filo d'oro?

Mi auguro quantomeno che non si sia fatta mettere incinta. Mamma ripristinerebbe la caccia al primogenito di Erode ai tempi di Gesù, così da far fuori mio nipote in quattro e quattr'otto.

Ho timore che oggi si farà più insistente, se Eloise non tornerà a casa. È fuori da troppo tempo e non risponde alle mie chiamate da un po'.

Per quanto ancora potrà bersi l'idea che sua figlia stia a casa di un'amica di università, quando in realtà, qui, lei non ha ancora amiche?

Sì, mi sono inventata che Eloise si è spostata dal castello alla capitale. Praticamente, è in marcia lungo il cammino di Santiago de Compostela. Una sorta di pellegrinaggio in lungo e largo per il regno. Le ho detto che vuole familiarizzare con l'ambiente e i giri universitari ancor prima di sostenere gli esami del mese prossimo. Fila come ragionamento. Credo.

Mamma mi ha chiesto il nome della persona che la ospita, e mi sono costruita qualcosa come Nadia Allow. Mi sono rifatta al documentario di Stalin che stavo vedendo in quei minuti di interrogatorio, ricavando il nome da Nadežda Sergeevna Allilueva, seconda moglie del dittatore sovietico, morta in tragiche circostanze suicide. Si sparò al cuore con una pistola Walther, nel 1931. La donna di servizio la trovò senza vita sul pavimento vicino al letto. Epico.

La fine che farò io se rimarrò in Dassex, a vivere per sempre con Abigail. Che donna di puppù. Mi schifo a pensare che io sia uscita dalla sua vagina.

Per fortuna ho Eloise.

Lei è l'unica persona sulla faccia della terra che si prende cura di me e mi chiede "come stai?" ogni giorno.

Io sono regina  Where stories live. Discover now