XVI - 30 Dicembre, Giorno 28

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"Ehi."

Ricambia il mio saluto e prendo posto accanto a lei, sentendo il materasso cedere appena sotto il mio peso. Stringo i polsini del caldo pigiama blu fra le dita, affondando le mani nel tessuto morbido.

"Troppi pensieri?"

Mi volto nella sua direzione ad incontrare il suo volto gentile e delicato, la pelle pallida e gli occhi grigi che rifulgono morbidamente la luce fioca all'interno della stanza. Mi limito ad un cenno del capo in assenso, preda di quelle voci che mi dilaniano la mente e la seducono con pensieri torbidi e malati.

"È per Levi?"

La guardo aggrottando le sopracciglia in un misto di incredulità e sorpresa. Di certo non mi sarei mai aspettato una domanda del genere. Non da Mikasa, per lo meno; come ha capito che è il corvino il centro dei miei pensieri?

"Vi ho visti ieri, durante il film. Non so cosa stia succedendo tra voi o che tipo di rapporto abbiate, so solo che mi devi delle spiegazioni. E so anche che ieri ti ha mangiato con gli occhi per tutto il tempo, ma che sei probabilmente troppo ingenuo per essertene accorto. E prima che inizi a torturarti con inutili paranoie, la tua omosessualità non cambia niente."

Spiega maliziosamente, prima che il mio cervello possa riprendere a formulare qualsiasi pensiero coerente, ancora spiazzato dalla precedente domanda e dal suo intuito piuttosto acuto. Se possibile però, le sue affermazioni sul corvino mandano completamente in tilt ogni mia connessione nervosa, e sento chiaramente il mio cuore saltare più di qualche battito. Inizio nervosamente a torturarmi le dita delle mani e il labbro inferiore, stringendolo piano fra i denti e mordicchiandolo appena. Stento a credere a quello che ha appena detto, categorizzandolo immediatamente come impossibile. Non so nemmeno io cosa mi dia la facoltà di parlare.

"È che Levi mi confonde."

Sputo fuori, tutto d'un fiato.

"Mi tratta in quel modo, è dolce e gentile, mi porta fuori e poi mi prende per mano quando io non credo di meritarmi tutto questo, soprattutto da parte di uno come lui... Io credo di avere soltanto un gran casino in testa."

Continuo dopo la mia breve pausa, poggiando i comiti sulle ginocchia e passando nervosamente le mani sul volto.

"Cosa? Ti porta fuori? In che senso?"

Immediatamente la sua postura si fa attenta, la schiena dritta e un bagliore di curiosità ad animargli lo sguardo, mentre cambia posizione e si siede sul letto a gambe incrociate. Arrossisco immediatamente al pensiero di quel freddo pomeriggio passato sulla piccola panchina del parchetto innevato. La mia mano stretta nella sua, il suo braccio forte attorno alle mie spalle; eravamo talmente vicini da essere praticamente abbracciati, il suo odore a inebriarmi completamente e a riempirmi i polmoni. Sapeva di buono e di pulito, di fumo di sigaretta misto a the nero e a colonia maschile; sapeva di Levi. Spero che le ombre della notte e la semioscurità che regna nella stanza abbiano protetto dagli occhi indagatori di Mikasa il rosso cremisi che mi tinge gli zigomi.

"È stato il giorno che eravate tutti in permesso, eravamo soli in reparto e quindi siamo andati al bar qui vicino per passare il tempo..."

"C'è poco da essere confusi, siete decisamente cotti a puntino!"

Dalle sue labbra carnose si libera una risatina che camuffa col dorso della mano, mentre io mi limito a lasciar andare un sospiro tremulo e amaro. Levi cotto di me, eh? Come se potessi interessargli. Come se potesse cercare qualcosa nella mia anima arida, in quel poco e niente che ho da offrire alle persone che mi stanno accanto. Come se per lui non fossi un fantasma ancorato a questa misera vita per codardia.

BORDERLINE - Ereri/Riren -Where stories live. Discover now