Mi immergo completamente nel mio lavoro, cullato dalla sensazione di pace interiore che cucinare dolci mi infonde. Il mio buonumore di oggi è innegabile, complici la magia del Natale e il sangue carico di quella pesante terapia farmacologica ormai entrata a regime. Certo, ho le mie crisi, ma il tono generale del mio umore è decisamente migliorato. Non so esattamente a cosa servano queste emozioni chimiche, una volta smesso di ingoiare quelle pillole della felicità starò esattamente come prima; in fondo, che senso ha? Ma tanto vale godersi i fugaci attimi di pace che mi sono concessi, anche se quelli che sento scaldarmi l'anima probabilmente non sono i miei veri sentimenti: non c'è altro che possa fare.
Smetto di lavorare quella soffice crema bianca una volta ottenuta la consistenza desiderata, immergendovi un dito e portandomelo alla bocca. Cedo alla mia golosità, assaporando la panna ad occhi chiusi.
Non passa molto prima che la base al cioccolato sia cotta alla perfezione; la tiro fuori dalla teglia con movimenti meticolosi ma allo stesso tempo fluidi e decisi. Con la lama affilata di un coltello la divido in tre strati di altezza uguale, tenendo il labbro inferiore fra i denti per tutta la durata dell'operazione, il volto distorto in un'espressione concentrata.
"Attento che sbagli, Yeager!"
Mi urla dietro Jean, ma ignoro completamente il suo commento provocatorio e gli rivolgo una meritata linguaccia, mostrandogli i tre strati di pan di spagna scuro perfettamente livellati. Inizio a guarnirli bagnandoli con lo sciroppo preparato da Marco e con uno strato di ciliegie, che successivamente ricopro di panna. Ripeto gli stessi passaggi per gli altri due strati, prima di iniziare a glassare interamente di quella soffice crema bianca e spumosa l'intera torta, stendendola fino a farla diventare completamente uniforme e facendomi aiutare da Petra per aggiungere delle decorazioni con la sac-à-poche. Ultimo il tutto aggiungendo i riccioli e le decorazioni in cioccolato, collocando sulla cima quella realizzata da dall'infermiera.
È sottile e delicata, e nella sua calligrafia sinuosa ed elegante recita Happy Birthmas Levi.________
"Attacco Jean con cinque armate. Scandinavia.""Ti sei alleata con lui, ti ci metti pure tu adesso?! Cristo se siete sleali!"
Commenta Jean a denti stretti; a quanto pare giocare a Risiko non è per nulla il suo forte. Prendo un tiro dalla sigaretta offertami da Petra e sbuffo il fumo nella direzione del biondo, mentre Mikasa ridacchia al suo commento dandomi una pacca amichevole sulla spalla. Erwin non c'è ancora, e ci stiamo concedendo il lusso di fumare nella sala comune a finestre aperte, incuranti del freddo glaciale di dicembre che irrigidisce l'aria della stanza. Non possiamo rischiare di essere scoperti, se non vogliamo essere fatti a fette e serviti come portata principale per la cena.
La corvina seduta al mio fianco si è dimostrata un'ottima stratega, mentre Ymir gioca distrattamente con le piccole bandierine, persa nei suoi pensieri e non curandosi della partita in corso. Marco sembra far fatica a stare dietro al gioco, e torna a rileggere il foglietto delle regole con espressione confusa per l'ennesima volta.
Quando ormai anche quella piccola parte di Nord Europa è stata colonizzata dalle nostre armate, improvvisamente un gridolino di Hanji - che era per tutto il tempo rimasta di vedetta davanti alla porta, per avvertirci dell'arrivo ormai imminente del corvino - ci riscuote.
Improvvisamente quel tabellone colorato non ha più tanta importanza e tutto il resto sembra svanire e perdere colore. Tutto sembra farsi ovattato intorno a me, chiuso al di fuori della mia bolla personale in cui rimango solo, cullato dalla carezza nera e familiare della mia ansia che sussurra alla mia mente. E se la torta non dovesse piacergli? E se avessi fatto una cazzata? È stato un gesto piccolo il mio, dettato dalla profonda gratitudine che provo verso di Levi. Non mi ha mai giudicato, è sempre stato ben disposto nei miei confronti, anche nell'approccio terapeutico. È vero, non è un medico, ma tutte le volte che gli ho raccontato i frammenti pieni di luce o di oscurità del mio passato, mi è sembrato di farlo guardando negli occhi sinceri un amico, non in quelli sterili e freddi di qualcuno che lo fa per mestiere. E raccontando di me ho ottenuto memorie del suo passato in cambio, piccoli brandelli di ricordi semi sbiaditi, ma allo stesso tempo così significativi e preziosi da permettermi di dare uno sguardo alla sua anima. Le sensazioni che provo nel confidarmi con lui sono del tutto diverse rispetto a quelle che mi pervadono quando sono costretto a quei colloqui estenuanti con i medici e a fare test con gli altri specializzandi. Certo, mi fido di Erwin e Rico, trovo rassicurante la calma di Pieck e contagiosa l'allegria inguaribile di Isabel, ma nessuno è come Levi.
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BORDERLINE - Ereri/Riren -
FanfictionII COMPLETA II Eren Yeager, studente diciassettenne di quinta liceo, ha davvero toccato il fondo. Dopo anni di battaglia contro il suo disturbo di personalità viene ricoverato nel reparto di psichiatria dell'ospedale di Shiganshina in seguito ad un...
XIII - 25 Dicembre, Giorno 23
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