Un vampiro ferito è un vampiro affamato

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Abbozzai un sorriso, cercando di apparire più spontanea possibile. «No no, ho solo un mucchio di pensieri per la testa.»

Ad esempio quando avevo proposto inconsciamente a Derek di bere il mio sangue.

E se avesse accettato? Che cosa sarebbe successo? Gabriel lo avrebbe notato subito e chissà il putiferio che sarebbe nato.

Cercai di evitare lo sguardo del mio ragazzo per tutto il giorno, ma mi bloccò prima di andare via, accanto alla mia macchina. Ah, a proposito della macchina che avevo distrutto quando quello spirito malvagio aveva tentato di affogarmi nel lago accanto alla casa di Derek: mio padre aveva insistito per farci fare un preventivo ed aggiustarla, invece che comprarne una nuova. Ovviamente veniva a costare meno, ma forse sarebbe stato meglio farla rottamare e acquistare qualcos’altro. Beh, l’importante era che avessi una macchina, non mi interessava se nuova o aggiustata.

«Sei strana oggi» mi disse Gabriel dolcemente e preoccupato, mentre mi stringeva la mano.

Chiusi gli occhi. «Ho un po’ di mal di testa, tutto qui» mentii.

Assottigliò lo sguardo ed il mio cuore cominciò a battere velocemente. «Sei sicura che sia solo questo?» Annuii, insicura di come sarebbe uscita la mia voce. «Ad ogni modo, quando c’è qualcosa che non va dimmelo.»

«Certo» risposi sorridendogli.

Da quando ho bevuto il tuo sangue, sono in un certo senso più...sensibile. Se prima era abbastanza difficile per me trattenermi, ora è peggio ancora.”

Di nuovo quelle parole che vorticavano nella mia testa.

«Allora ci vediamo domani. Questa sera ho l’allenamento con la squadra di rugby. Tu cerca di prendere qualcosa per questo mal di testa, dato che lo hai sempre più spesso.»

«Va bene» risposi.

Mise una mano dietro la mia testa e mi baciò a lungo, sotto gli occhi degli studenti intorno a noi. Chi se ne frega, pensai.

Eppure, mentre lo baciavo, avevo ancora in mente quelle parole.

Puntai dritta al bersaglio e sparai un colpo. Il bussolotto cadde a terra, creando un tintinnio acuto nel sotterraneo. Avevo colpito proprio il centro della fronte del telone nero. Sospirai e controllai quante pallottole avessi ancora in canna: tre.

Sparai quegli ultimi proiettili a caso alla stessa figura appesa al muro. Mi stiracchiai un po’ per sgranchire le gambe e le braccia, ma per quella notte non ne avevo basta. Bisognava sfogarsi, in qualche modo.

Non capivo ancora perché avessi mentito a Gabriel sul mal di testa. Era il mio ragazzo, aveva il diritto di sapere ciò che mi tormentava, no?

, mi auto risposi, se ciò non avesse riguardato Derek Santo.

Misi dei nuovi proiettili in canna, uno ad uno. Ero intenzionata a fare un giro nei paraggi, nella speranza di trovare qualche vampiro da uccidere. Sparare ad un cartellone non era entusiasmante quanto sterminare un succhia sangue.

Scusa mamma.

Inoltre avevo intenzione di cercare altre informazioni torturando i vampiri. L’argomento “Victor” era diventato la mia ossessione da quando avevo ucciso Henry. E da quando lo avevo incontrato a scuola, dopo l’uccisione di quella povera ragazza.

Non si era avvicinato, né aveva tentato di catturare la mia attenzione in altri modi nelle settimane a seguire. Non si era più fatto vivo, molto semplicemente. Si era mostrato per farmi capire che mi stava tenendo d’occhio, che la prossima volta non avrebbe sguinzagliato più nessun altro per catturarmi. Questa volta sarebbe venuto lui in persona ad occuparsi di me, e sarebbe stata la mia occasione per eliminarlo una volta per tutte. Per far tornare mamma umana.

Daughter of EvilWhere stories live. Discover now