Capitolo 3. Geloso di Ashton!

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Capitolo 3.

Geloso di Ashton!

Quella mattina Elisea fu molto curiosa di esplorare la sua stanza. Suo padre stava ancora dormendo, forse era veramente molto stanco, quindi decise di non svegliarlo, non le sembrava carino da parte sua, tanto non dovevano andare da nessuna parte. La sera prima Niall gli aveva riferito che l'avrebbe cambiata, non sapeva minimamente cosa avrebbe chiesto, la sua vecchia camera la divideva con la madre, l'aveva personalizzata solo con qualche giocattolo e dei libri. Guardò sotto il letto, non c'era neanche un filo di polvere, nell'armadio c'erano dei vestiti, un po' da uomo un po' da donna, chiuse anche quello e notò una scarpiera, lei amava le scarpe, ne andava matta. Quando aprì i primi scomparti si accorse che, anche quello possedeva calzature, sia maschili, che femminili. Prese un paio di tacchi e li indossò. Iniziò a camminare sorridendo, amava le scarpe altre, infatti indossava sempre quelle della madre. Chiuse la scarpiera, e andò verso la porta per uscire. Camminò per tutto il corridoio sul tappeto rosso scuro, cercava di fare meno rumore possibile. Solo che non sapeva che suo padre era già sveglio da più di lei, doveva prendere parte ad una intervista telefonica sul nuovo tour in ballo. Elisea Marie si aggrappò alla ringhiera, scese le scale una alla volta facendo attenzione. Niall aveva da poco terminato la sua intervista, nel suo studio regnava il silenzio più angosciante. L'assistente sociale l'aveva chiamato, sarebbe arrivato entro le dieci, per portare gli effetti personali di Marika ed Elisea Marie. Tutta la notte era rimasto sveglio per sorvegliarla, non si sentiva sicuro, aveva paura di non sentirla se stava male. Luz non aveva ancora risposto, forse era troppo impegnata, non vedeva i suoi famigliari da mesi ormai. Elisea Marie intanto era arrivata trionfante alla fine dei gradini. Camminò goffamente per il corridoio che portava alla sala dei giochi. Cercò di grattarsi il braccio, ma fu impossibile, quel gesso le dava molto fastidio, in più a fine agosto faceva troppo caldo per tenerlo. Il medico le aveva riferito che, entro tre settimane l'avrebbe tolto. Ne era passata solo una! Inciampò qualche volta, ma si tenne al muro color panna. Niall sentendo rumori molesti si alzò dalla poltrona, sistemò i pantaloni della tuta e aprì la porta lentamente. Fece sbucare la testa fuori dalla porta e notò le scarpe di Luz ai piedi Elisea Marie. Trattenne una risata vedendola in difficoltà, sembrava una piccola donna, alle prese con delle scarpe scomode. Aprì la porta lentamente, mostrandosi alla bambina, che diventò paonazza, abbassò lo sguardo intimidita, guardando le scarpe lucide, come se fossero la cosa più interessante della casa. Niall si fece avanti, chiuse la porta dello studio alle spalle, si chinò davanti a lei e mise le mani davanti a lui, rivolgendo i palmi verso il soffitto. Elisea Marie guardò il gesto attentamente, poteva fidarsi di suo padre, lo sapeva benissimo, ma ancora non riusciva a toccare nessuno, almeno che non lo conoscesse da molto tempo. Posò le piccole mani su quelle del padre, in confronto alle sue, erano molto grandi e in certi punti callose. Passò le piccole dita lungo tutta la mano, per poi stringerla forte, Niall contraccambiò la stretta in modo delicato, ma rassicurativo, facendole fare un piccolo passo avanti. La bambina si lasciò sfuggire un sorriso, mentre si immergeva negli occhi del padre, uguali ai suoi. Capiva perché a sua madre piacesse tanto, ogni suo tratto era angelico e ben definito, ogni imperfezione lo rendeva umano, ma sempre bellissimo. Niall, suo padre, era il suo angelo custode! Rimanendo mano, nella mano, la condusse nella sala giochi, si sentiva l'uomo più felice al mondo, poteva tenere sua figlia per mano e forse presto l'avrebbe abbracciata. Accese la luce con l'ausilio del braccio, non voleva, per nulla al mondo staccare le mani da quelle della figlia. Aveva paura che se l'avesse fatto, non gli avrebbe dato più il permesso di prenderle. La stanza era piena di giochi, in mezzo c'era un biliardino, hai lati contro le pareri verde pastello, invece c'erano giochi come Pac-man, Arcanoid, Bubble Bobble e tanti altri giochi anni ottanta. Sulla parere parallela a quella dell'entrata c'era uno schermo gigantesco, la bambina rimase a bocca aperta guardandola. Sotto di esso c'erano: Wii, Super Nintendo Entertainment System, Xbox, la prima Playstation e l'ultima uscita. Si sentiva come nella sala giochi del centro, solo molto più bella, accogliente e divertente. La parte più bella forse era Pac-Man! Amava quel gioco, Ashton le aveva insegnato come vincere, infatti aveva battuto quasi tutti i record.

Ti voglio bene papà! || Niall Horan #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora