Fiftythree.

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«Sapevi tutto tu, non è così?».

Dinah è seduta di fronte a me mentre le faccio questa domande e la risposta è ovvia, infatti fa un cenno con la testa per poi tornare a guardarmi.

«Lo ha fatto per te Mila, non odiarla». Alzo lo sguardo di scatto quando sento le sue parole.

«Odiarla? Come posso odiarla Dinah? Io la amo da impazzire». Affermo con voce tremante e spezzata e vedo i suoi occhi farsi lucidi.

«Sta malissimo per questo, ma la voglia di proteggerti è forte, non vuole che tu stia male». So che é la verità, conosco Lauren, lo so che lo sta facendo per me, so che vuole proteggermi ma lo fa nel modo sbagliato, lo ha detto anche Dinah ed è lo stesso pensiero delle altre, che hanno saputo della rottura poco dopo essere avvenuta.

«Cosa è successo in passato?». Chiedo ricordando le parole di Lauren, quando mi disse che era già successo tutto ciò che riguarda le sue dipendenze di alcool e droga. Dinah fa un sospiro prima di iniziare a spiegare e ricordare quel brutto periodo.

«I genitori di Lauren quando lei era piccola litigavano sempre, lei era sempre sola, stava male per quello che passava a casa e quando si separarono lei venne affidata alla madre visto che il padre non ci sarebbe stato spesso per colpa del suo lavoro. Da li sono iniziati problemi più gravi anche perché c'è stato l'arrivo del marito di sua madre. Ha iniziato a frequentare certi giri che non andavano bene e vedendo che le pasticche che giravano in quella cerchia le facevano dimenticare lo schifo che stava passando ha iniziato a prenderle regolarmente insieme all'assunzione dell'alcool così da averne una forte dipendenza. Sempre in quel periodo ha provato per la prima volta la sensazione dell'autolesionismo, altra dipendenza che si è aggiunta alle altre due, iniziando pian piano a uccidersi». Chiude gli occhi mentre parla, vedo che sta molto male per ciò che è passato e non oso immaginare come stava Lauren in quel periodo, se penso che adesso sta ripassando le stesse cose con il doppio di dolore un brivido di paura mi assale insieme alle tantissime preoccupazioni che aumentano sempre di più.

«Uscirne per lei è stato più che difficile, è entrata in riabilitazione dopo mesi che continuava quella vita. Sono sempre stata accanto a lei insieme alle sue sorelle e a suo fratello, il padre invece faceva il possibile per andare a trovarla ma ora che non ha più Chris e suo padre, si sente persa, ha me, ha le sue sorelle ma si sente persa e soprattutto ora che non ha più neanche te». Conclude guardandomi e vedo la paura nei suoi  occhi, paura di perdere una persona che ritiene sorella.

«Lei può benissimo avermi accanto a se». Sospiro frustrata.

«Ma ha la testa dura, cazzo». Esclamo questa volta con più rabbia.

«Ed è per questo che ho paura. Pensa che non ha speranze». Dinah si massaggia le tempie ed io la guardo.

«Non voglio che le succeda qualcosa». Sussurro mentre alcune lacrime mi rigano il volto e lei si affretta ad asciugarle.

«Neanche io Mila». Sospira Dinah.

«Neanche io». Conclude ripetendo la stessa frase.

Dinah va via qualche ora dopo, io dopo aver chiuso la porta vado in cucina e aiuto mia madre a sistemare la cucina, lei fa mezzo sorriso ma non dice nulla, sa cosa sto passando, sa di Lauren, ma non sa il motivo e onestamente non voglio che lo scopra. Essendo ancora le sei del pomeriggio decido di prendere le chiavi della macchina e uscire per fare un giro e restare sola con i miei pensieri. La voglia di fare qualcosa per Lauren è tanta ma so che mi respingerebbe se ci provassi ma ho paura, io non voglio perderla, ho bisogno di saperla viva. Mentre guido per le strade quasi deserte di Miami per colpa della pioggia che scende forte battendo sul suolo mi guardo intorno. Non c'è quasi nessuno se non qualcuno che corre per raggiungere velocemente la sua auto dopo essere uscito dal negozio. Il rumore della pioggia che sbatte sulla mia auto accompagna il silenzio che mi circonda, non ho voglia di musica, non ho voglia di sentire nulla, solo il silenzio totale. Quando svolto a sinistra strizzo gli occhi cercando di capire meglio cosa ho davanti e confermo ciò che vedo, la macchina di Lauren parcheggiata davanti al cimitero. Prendo una decisione di cui potrei pentirmene come non potrei, fermo l'auto e scendo. Cammino sotto la pioggia non curante del fatto che tra poco sarò bagnata dalla testa ai piedi e vado nell'unico posto dove troverò Lauren, ovvero davanti la tomba di suo fratello Chris. Poco dopo eccola li, inginocchiata davanti alla sua lapide con gli occhi puntati su di essa, non so se sta piangendo o se sta parlando con lui, piove troppo e per capire dovrei fare qualche passo in avanti ma non voglio farmi vedere.

In mente mi vengono le immagini di quando la vidi qui per la prima volta solo perché l'avevo seguita, pioveva esattamente come oggi, Chris era morto da poco e lei era distrutta, la differenza è che adesso lo è ancora di più. Più la guardo più mi manca, più immagini di lei e me assieme compaiono nella mia testa, più la mia preoccupazione verso di lei cresce, cresce senza fermarsi.

«Perché sei qui?». Alzo di scatto la testa sentendo la sua voce. Lei continua a fissare la lapide ma so che mi ha vista con la coda dell'occhio es io mi avvicino un po'.

«Ho visto la tua auto ferma». Rispondo, lei fa un cenno con la testa.

«Perché sei entrata?».

«Per quanto io sia arrabbiata con te, sono più preoccupata rispetto a prima». La guardo e vedo che fa un piccolo sorriso.

«Non dovresti». Il suo tono è dolce, e questo mi manca.

«Come faccio a non preoccuparmi per te?». Le domando con un filo di voce e lei finalmente mi guarda, vedo le lacrime sul suo viso e la mia voglia di mandarle via con una carezza è tanta ma devo resistere e stare ferma qui. Non ricevo risposta da lei, sa che ho ragione, lo sa benissimo ma non lo ammette.

«Ti lascerò andare, se è questo che vuoi, però dimmelo ti prego». Le dico con voce spezzata e dopo la mia frase le si alza e viene verso di me per poi guardarmi dritta negli occhi.

«Come ti salta in mente Camila? Io ti amo». Esclama portando una mano tremante sul mio viso e chiudo gli occhi a quel contatto, contatto che non ho da troppo, troppo tempo. La guardo e vedo le pupille dilatate per colpa della droga e gli occhi rossi per l'alcool. È bianca in viso ed è più magra, si nota subito il suo dimagrimento. Sta morendo ed io non riesco ad aiutarla.

«Ti prego Lauren, lascia che ti aiuti». Sussurro sentendo le lacrime che iniziano ad uscire mentre poso la mia mano sulla sua che è ancora sul mio viso.

«No, no Camila, non rovinarti per colpa mia». Sento il suo tono spezzato e la sua voce si altera per colpa delle lacrime.

«Non lo meriti. Non tu, no amore mio». Rabbrividisco sentendo quelle due parole e il mio cuore perde un battito.

«Mi manchi Lolo». Sussurro coprendomi il viso con le mani e lei d'improvviso mi abbraccia, facendomi sentire di nuovo a casa.

«Mi manchi anche tu Camz». Sussurra baciandomi la testa ormai bagnata.

«Ma non posso permetterti di farti del male per colpa mia». Conclude stringendomi a se e adesso so, che devo trovare qualcosa per convincerla a farsi aiutare altrimenti, la perderò molto presto.

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Sono molto happy i miei capitoli lo so.

Cooomunque, sto preparando la nuova ff Camren ovviamente, che posterò subito dopo aver finito questa, vi piace l'idea? La leggerete?

-Ila

Ice Heart ||Camren||Where stories live. Discover now