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Dopo quella discussione i due tornarono in cucina, dove trovarono Hoseok appoggiato al bancone. Yoongi non gli rivolse neppure uno sguardo, era ancora ferito, soprattutto perché lo aveva in un certo senso "costretto" a raccontare a Jimin di Cheol, contro la sua volontà.

Hoseok non sopportava quella tensione nell'aria, quindi aveva semplicemente deciso di levare il disturbo, capendo di non essere il benvenuto. Neppure dopo quell'affermazione il corvino lo aveva fermato, anzi, aveva semplicemente fatto spallucce per poi prendere due scatole di ramen: una per lui, una per Jimin. Così il rosso se n'era andato lasciandoli da soli all'interno della casa. Avrebbe passato la notte da Taehyung, come ormai di consueta abitudine.

Jimin, non appena la porta si chiuse, iniziò a preparare la tavola. Ebbe qualche difficoltà nel trovare le bacchette, ma non voleva disturbare l'animo già nervoso del corvino, quindi aveva preferito trascorrere dieci minuti ad aprire e chiudere tutti i cassetti.

"Se stai cercando le bacchette, sono nello sportello grande, non nei cassetti" aveva deciso di ammettere Yoongi, stanco di vedere quella maledetta testa bionda mentre ficcava il naso dappertutto.

"Ah, grazie..."

"Domani mattina cosa dirai alle tue segretarie, mh? Che mi sono ubriacato nuovamente?" chiese ironicamente l'impiegato, assicurandosi di mettere una punta di fastidio in quelle domande.

"Dirò loro di farsi i fatti propri." pronunciò deciso l'altro, mentre posava con cura le bacchette di fianco ai piatti.

Yoongi si fermò un attimo a quella risposta.

"Jimin" spense il fuoco e si voltò per guardarlo, serio. "Non compromettere la tua carriera per me. Non volevo aprirmi con te perché sapevo che avresti reagito così, ti sarebbe dispiaciuto per me e di conseguenza mi avresti trattato diversamente. Io con te volevo riuscirci per ciò che sono io e non per il mio passato, ma ormai è tutto rovinato, come sempre" si allontanò dai fornelli e prese i piatti con poca delicatezza, posandoli sul ripiano. Successivamente, con un cucchiaio e una forchetta, prese il ramen e lo divise equamente in essi. "Capisco le tue buone intenzioni, ma ad ogni sacrificio c'è un limite."

"Non voglio trattarti diversamente, non credo nemmeno di starlo facendo, ma se è così mi dispiace"

'Smettila di dispiacerti, cazzo, Jimin.' , pensò Yoongi. Si sedette a tavola senza guardarlo, dopo aver posato i piatti sulla superficie. Il minore si sedette di fianco a lui e prese in mano le bacchette. Cominciarono a mangiare entrambi, in silenzio, con solo le lancette dell'orologio a fare da fastidioso sottofondo. Una volta terminato, Jimin si alzò subito e prese i piatti di entrambi insieme alle bacchette, andando poi verso il lavabo. Così Park Jimin, per la prima volta nella sua vita e di sua spontanea volontà, cominciò a lavare le stoviglie, per giunta a casa di un'altra persona. Era un po' impacciato, questo bisogna dirlo, ma era normale dato che il ragazzo era abituato ad avere altre persone, in casa, pagate per farlo al posto suo.

Yoongi non prese il gesto di Jimin come un gesto carino, anzi, gli pareva sempre di più che lo stesse facendo per pena. Per questo si alzò e lo raggiunse, prendendogli un polso.

"Grazie, continuo io"

"Sei stanco morto Yoongi, io invece non ho fatto nulla per tutto il giorno. Vai sul divano e riposati" rispose Jimin, riprendendo a strofinare la spugna sulla superficie di porcellana.

"Sei bravo a fare la mogliettina premurosa, ma siccome sono io quello che deve sgobbare per mantenere la famiglia, riposa quelle manine d'angelo che hai e vai a sistemarti per la notte, sempre che tu non voglia fare qualcosa prima" detto ciò lo spinse via con un colpo d'anca, prendendo il suo posto.

Jimin capì di non potersi opporre agli ordini ferrei di Yoongi, che già nervoso di suo era, quindi non avrebbe dovuto istigarlo ancora di più. Andò in camera senza rispondere per indossare il pigiama, ma si ricordò di non averlo con sé, quindi gli venne un'idea: aprì l'armadio di Yoongi e vi rovistò dentro, trovando un paio di pantaloni della tuta grigi, e se li fece bastare. Faceva freddo, vero, però solo fuori, perché dentro alla casa del corvino la temperatura era a dir poco ottima.

Dopo un po' Yoongi finì di lavare e cominciò a pulire il ripiano cottura, ma ci stette davvero poco, dato che era già pressoché pulita. Buttò allora lo straccio nel lavabo e si diresse verso la camera. Quando entrò, trovò Jimin seduto sul bordo del letto con il telefono tra le mani, ma ciò che gli fece guizzare gli occhi fuori dalle orbite fu vederlo senza maglia e con i suoi pantaloni della tuta. Forse voleva giocare? Yoongi ridacchiò a quel pensiero malsano e si tolse la maglietta.

"Tutto okay?"

Jimin alzò la testa.

"Sì," disse, ma non appena notò il suo petto nudo deglutì. Il fisico di Yoongi lo faceva a dir poco impazzire. "molto okay"

"Bene." l'impiegato lo guardò e si leccò le labbra. "Con chi chatti?" continuò, togliendosi anche i pantaloni. Li piegò e li ripose nell'armadio insieme alla maglietta.

"Uhm, beh, ragazzine con gli ormoni a palla"

"E tu perché dai loro retta?" domandò, ancora chino con la testa nell'armadio.

"Mi divertono" gli occhi furbi del biondo caddero per qualche istante sul sedere del ragazzo, ricoperto dai boxer rigorosamente neri.

"Posso farti divertire anch'io se vuoi" ammiccò Yoongi.

Jimin sentì una valanga di curiosità e di eccitazione salire lungo le gambe fino a concentrarsi sulla sua zona più intima. Si mordicchiò il labbro inferiore, decidendo di dare il via ai giochi.

"Come?" bloccò il telefono e lo posò sul comodino.

Yoongi chiuse le ante dell'armadio e andò verso di lui. Di scatto si avventò sulle sue labbra senza toccarlo, facendolo così sdraiare sul letto; i loro volti erano molto vicini, e Yoongi, una volta staccatosi dalla bocca invitante del biondo, si tenne su con i palmi delle mani schiacciati sul materasso, proprio ai lati della testa dell'altro.

"Vuoi davvero saperlo?" domandò, guardandolo fisso negli occhi. Jimin ansimò ricambiando lo sguardo e annuì, fin troppo soggiogato dal maggiore per scuotere la testa in segno di negazione.

Yoongi sorrise leggermente e azzerò le distanze per l'ennesima volta, poggiando le sue labbra contro quelle del più piccolo e iniziando un bacio pieno di passione, mentre Jimin lo cinse con le braccia attorno alla vita per avvicinarlo di più a sé. Desiderava un contatto maggiore.

Così i due si fecero travolgere nuovamente dal piacere, per la seconda volta, solo che Jimin, ora, era più sobrio che mai.

Work hard, Min Yoongi || •yoonmin• [REVISIONE]Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang