"Grazie e arrivederci!" esclamò gioioso il rosso prima di seguire gli altri tre fuori dal locale.
Erano tutti un po' altucci a causa del vino bevuto durante la cena, tutti tranne Yoongi che, al contrario, era completamente sobrio: essendo abituato a bere alcol, riusciva a reggerlo piuttosto bene.
Taehyung si appiccicò subito alla schiena di Hoseok non appena lo vide uscire e raggiungerli, e chiuse gli occhi, giacché la testa gli girava talmente tanto da vedere il mondo ruotare intorno a lui in modo rapido e confuso. La stanchezza, inoltre, si era impossessata del suo corpo, e a malapena riusciva a reggersi sulle proprie gambe.
"Mi porti a casa, hyung?" chiese a Hoseok, il quale sospirò.
"Aish, ma quand'è che posso smettere di farti da balia, eh? Vieni, lasciamo i piccioncini da soli" ridacchiò; anche lui barcollava, ma molto meno rispetto al suo amico che in quel momento lo stava utilizzando come unica fonte di supporto.
Accanto a loro Yoongi era intento a sostenere Jimin dal braccio.
"Piccioni?" rise il biondo, chiaramente brillo.
La sua risata fu musica per le orecchie del corvino, il quale lo guardò meravigliato, quasi stregato da quel dolce suono.
"Sì, altro che piccioni, vedrai un'altra specie di uccello" disse Hoseok con un sorriso sul volto.
Yoongi scoppiò in una fragorosa risata.
"Cosa?!" gracchiò Jimin, che in quel momento aveva la voce più acuta e fastidiosa del solito.
"Zitto e seguirmi" disse fermamente Yoongi, un po' infastidito dal comportamento infantile del proprio capo. "Ti accompagno a casa"
Hoseok e Taehyung salirono in macchina dopo aver salutato gli altri due, che intanto avevano iniziato a bisticciare.
"No, no!" protestò Jimin, che cercava invano di liberarsi dalla presa del dipendente. "Sul serio, ce la faccio!"
Allora l'altro lo lasciò e incrociò le braccia al petto, in atteggiamento di sfida.
"Vediamo" assottigliò lo sguardo. Era certo che fosse fin troppo brillo per camminare da solo.
E infatti il suo infallibile intuito non si sbagliava: Jimin cercò di camminare seguendo una linea dritta immaginaria, ma rischiò di cadere dal marciapiede, al che Yoongi fece due passi e lo afferrò.
"Andiamo, basta"
Jimin, però, non ne voleva sapere, e continuò imperterrito a protestare.
"Non mi interessaaa! Vado a casa da solo"
Il maggiore aveva ormai perso la pazienza, quindi lo prese in braccio come un sacco di patate e sospirò.
"Dimmi dove abiti" gli ordinò avvicinandosi alla propria auto.
"Non te lo dico, sei un dipendente. Magari mi vuoi rubare i soldi. Non mi freghi."
Yoongi estrasse le chiavi dalla tasca della giacca.
"Ma cosa..? va bene, ti porto a casa mia"
Lo aiutò ad entrare nella macchina e lo legò al sedile con la cintura, assicurandosi che lo tenesse ben fermo. Successivamente salì anche lui e si mise alla guida, per poi partire. Non abitava molto lontano dall'azienda, infatti ci impiegarono circa dieci o quindici minuti a raggiungere la piccola dimora del maggiore.
"Eccoci principessa" Yoongi scese dall'auto e andò ad aprire la portiera a Jimin, poi lo prese come aveva fatto prima per trasportarlo dal marciapiede alla macchina e prese le chiavi, percorrendo il vialetto che portava all'uscio. Una volta lì aprì la porta. "La mia umile dimora" entrò con ancora il biondo in braccio e chiuse la porta dietro di sé.
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Work hard, Min Yoongi || •yoonmin• [REVISIONE]
FanfictionJimin è il capo dell'azienda nella quale lavora Yoongi. Il primo ha una "famiglia" benestante, un padre che non accetta relazioni con i dipendenti e molta, molta confusione nella testa ricoperta da ciuffi dorati. Il secondo è una persona comune...
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