Jimin entrò nel loro ufficio seguito da due segretarie; indossava un completo nero che aveva l'aria di essere costoso, e che effettivamente era.
Il ragazzo dai capelli biondo e perfettamente pettinati e dal fisico minuto ma ben proporzionato era il nuovo capo dell'azienda di suo padre, il quale aveva deciso di consegnare nelle mani del figlio perché ormai ventenne e lui troppo stanco per continuare a portare avanti l'attività.
Jimin camminò verso i due ragazzi cercando di mantenere lo sguardo severo, seguendo così il consiglio del padre, che gli aveva raccomandato di farsi rispettare a qualsiasi costo.
Si fermò davanti ai due, li fissò per un po', e infine decise di presentarsi.
"Mi chiamo Park Jimin e sono il vostro capo, quindi portatemi rispetto. Inoltre esigo puntualità e diligenza da parte vostra, cose molto importanti per questo lavoro. Deve essere tutto eccellente, guai se sbagliate qualcosa, e ogni volta che vi chiamo dovete catapultarvi nel mio ufficio nel giro di tre minuti, altrimenti saranno 128068,94 won (=circa 100 euro) in meno dal vostro salario" sorrise sadicamente, soddisfatto di come stava maneggiando per bene il proprio discorso. "Spero di essermi spiegato, se avete bisogno di ulteriori chiarimenti sono nel mio ufficio, a meno che non abbia qualche incontro importante. Al momento avete delle domande veloci da pormi o è tutto chiaro?"
Yoongi alzò un sopracciglio, sorridendo incredulo.
'Chi cazzo si crede di essere il ragazzino? È il mio capo, non mio padre, però...' lo squadrò dal basso verso l'alto, mordendosi il labbro inferiore. 'è davvero bello... e poi il suo sorriso, i suoi occhi, le sue lab-'
Ad interrompere i pensieri di Yoongi fu la voce del collega seduto dinanzi a lui, il quale teneva la mano alzata come si fa a scuola, aspettando di essere chiamato.
"Io, signore" sorrise raggiante, mentre il corvino lo guardava perplesso.
In risposta, il nuovo capo alzò un sopracciglio, pensando che quel tipo gli sembrasse fin troppo felice, quasi da infastidirlo.
"Dimmi..." lesse il nome sulla targhetta posta sulla scrivania, poi proseguì. "Jung Hoseok"
Il ragazzo, sfacciato qual era, appoggiò i gomiti sulla superficie lignea e il mento sui palmi della mani, sorridendogli sornione.
"Lei è fidanzato?" ecco. Domanda cruciale. Jimin avrebbe dovuto aspettarselo soprattutto da uno come lui, invece rimase spiazzato.
Yoongi, se avesse potuto, di sicuro si sarebbe spiaccicato una mano sulla fronte a causa dell'immensa vergogna. Sapeva che il suo amico fosse molto estroverso, ma questo era davvero troppo. Per caso voleva essere già licenziato?
Spostò lo sguardo da Hoseok al capo per vederne la reazione: Jimin aveva la bocca spalancata, così anche gli occhi seppur di poco, dato che erano molto piccoli. Successivamente scosse la testa, incredulo.
"Jung, le sembrano domande da fare?! Non è inerente al lavoro, mi dispiace, non sono tenuto a risponderle" disse con tono pacato, caratteristica della sua voce.
"Era solo una piccola curiosità, per conoscerci meglio" sbuffò Hoseok, mentre l'altro ridacchiava per sotto, cercando di placare i suoni coprendosi la bocca con la grande mano dalle dita sottili.
"Le fa ridere la situazione, Min Yoongi?" lo guardò negli occhi, provando a sostenere il suo sguardo, cosa che trovò molto difficile. Gli occhi di quel ragazzo lo inquietavano un po', c'era qualcosa di oscuro al loro interno, che ogni tanto brillava.
"Abbastanza, a lei no?"
Hoseok sorrise soddisfatto guardando i due interagire. Conosceva fin troppo bene il suo migliore amico e sapeva che il nuovo capo lo aveva attratto, lo intuiva dal suo modo sbruffone di rispondergli.
"No, per nulla" pronunciò irritato il biondo. "Ora iniziate a lavorare, non c'è tempo da perdere, avete capito?!" alzò la voce. In qualche modo avrebbe dovuto farsi ascoltare, no?
Jimin li osservò per qualche minuto per accertarsi che lavorassero, iniziando però a giudicarli mentalmente.
Basandosi sui fatti e sulle presentazioni avvenute, Hoseok gli pareva sicuramente un po' più bravo di quel Yoongi che, diamine, gli stava proprio antipatico, e riteneva essere un maleducato di prima categoria.
Girò i tacchi e si incamminò verso il proprio ufficio sculettando leggermente. Non lo faceva apposta, era il suo modo di camminare, ma molto spesso la gente pensava che si muovesse così solo per attirare l'attenzione... certo, non che non gli dispiacesse essere guardato, anzi, lo intrigava molto.
E c'era qualcuno lì a cui, invece, piaceva guardare, e quel qualcuno era guarda caso proprio Min Yoongi.
Infatti, la camminata ondeggiante del capo non gli passò inosservata: teneva lo sguardo posato per puro caso proprio sul suo sedere, ammirandolo in tutta la sua bellezza. Sì, aveva proprio un fondoschiena perfetto, invidiabile, tanto che Yoongi non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
Per tutto il tragitto percorso da Jimin il corvino si morse fortemente il labbro inferiore, opprimendo il suo desiderio di urlargli quanto fosse "invitante" il suo sedere, fino a quando il biondo sparì completamente dietro l'angolo seguito dalle due segretarie.
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Work hard, Min Yoongi || •yoonmin• [REVISIONE]
FanfictionJimin è il capo dell'azienda nella quale lavora Yoongi. Il primo ha una "famiglia" benestante, un padre che non accetta relazioni con i dipendenti e molta, molta confusione nella testa ricoperta da ciuffi dorati. Il secondo è una persona comune...
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