1° - Atlantide.

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Atlantide era una città che rispecchiava gli occhi del proprio Re, ovvero la saggezza, così come lo erano state altre persone prima di loro.

Non si usavano sfarzosi palazzi con colori vistosi per attirare l'attenzione, regnava soltanto la semplicità e l'operosità di aiutarsi a vicenda.

Il più grande palazzo era situato proprio al centro della città dove sotto di esso si apriva una delle più sacre acque. Era fatto completamente di roccia, la più dura e resistente che si conosceva, presa direttamente dalla più alta montagna di fuoco.

Il verde accesso della natura colorava il tutto e a volte si potevano intravedere dei colorati fiori tropicali ad adornare il tutto.

Tutto questo prima della grande inondazione che danneggiò tutte le più belle cose che quella città, insieme al suo popolo poteva offrire.

Adesso sono altro che un mucchio di macerie e rocce sovrastanti che rendono la città ancora più antica di com'è.

Ma prima di parlare del futuro di questo splendido regno è giusto che voi conosciate prima il passato, prima che accadde quell'orribile distruzione, prima che avvenne la mia fuga imminente, prima di ogni altra cosa negativa che avvenne.

Mentirei se dicessi che quella scelta di lasciare il mio regno fu la più giusta che feci quando ero ancora un adolescente...
I rimpianti sono proprio tipici della mia persona.

Tra l'altro questa non è nemmeno la mia storia, la mia non è così emozionante quando la sua;questa è la storia di mia sorella minore, Kidagakash, o Kida come la chiamavamo tutti noi.

Aveva gli stessi occhi di sua madre, rispecchiavano la sua saggezza, illuminati da quella intensa luce che li faceva come brillare. Lunghi capelli argento, come neve fresca appena caduta.

Non era ne altezzosa ne vanitosa, possedeva l'umiltà che i nostri genitori le avevano insegnato a comprenderla.

La grande forza di nostra madre le faceva da guida durante tutto il percorso della sua crescita, rendendola coraggiosa, indipendente e consapevole che il suo destino sarebbe stato sacrificarsi per il suo popolo.

La bellezza o persino l'essere altezzosa erano qualità che non possedeva, ne ci teneva a farlo.

Ma come ogni essere umano, prima di diventare quello che è ora un tempo fu una bambina; una dolce ed ingenua bambina.

~

- Rhaegan aspettami, corri troppo veloce! -

Si lamentava la piccola bambina con un dolce vestitino blu notte che continuava ad impigliarlo sotto i piedi. I lunghi capelli argento le sventolavano dappertutto.

- Sei troppo lenta Deagaris! -

Le ripeteva ogni volta il fratello maggiore, entrambi amavano stare all'aria aperta, tra i confini del villaggio a sporcarsi, correre, arrampicarsi, dimenticandosi totalmente di essere dei reali.

- Non chiamarmi in quel modo, lo sai che quelle storie mi spaventano! -

Rhaegan rise prendendola in giro, avvolte riusciva anche ad imitarla nei suoi gesti di paura.
Tra di loro capitava che di sera, prima di addormentarsi si raccontavano storie di leggende molto antiche; la maggior parte di queste leggende parlava del terrore dei draghi adulti che insediavano villaggi e infuocavano ogni cosa.

Quelle storie spaventavano a morte la piccola Kida che si rintanava sotto le coperte tappandosi le orecchie per non ascoltare il fratello.
Rhaegan la chiamava sempre "Dragaris", nome di un famoso drago leggendario conosciuto per le sue dimensioni più grandi rispetto agli altri draghi, era forse il più spietato tra quelli che conoscevano.

- Sei una fifona, cosa farai quando vedrai un drago in carne ed ossa? Ti metterai ad urlare andando sotto le coperte? -

- I draghi non esistono più è risaputo, e poi no, quando vedrò un vero drago proverò ad ucciderlo o catturarlo! -

- Certo Kida, o potrebbe succedere l'esatto opposto, non ti pare?! -

I due si prendevano sempre in giro, scherzavano, sapevano divertirsi insieme.

Il maggiore aveva undici anni, mentre la più piccola ne aveva cinque, si somigliavano molto di aspetto ma per quando riguarda il carattere erano molto diversi. Ma non per questo non andavano d'accordo.

- Sei cattivo Rhaegan! -

- Ma che dispiacere! Come potrebbe mai una fifona diventare Regina? -

- Da grande sarà tutto diverso, e poi io non voglio essere regina, voglio solo essere libera. -

- Ma che bel sogno, peccato che non si avvererà mai. -

- Se ti prendo ti farò rimangiare ogni singola parola, te lo prometto. -

- Vediamo allora, lumaca lenta. -

- Vieni qui,tu! -

Sotto il sole che illuminava quell'erba verde intenso, quegli alberi che fornivano vita; quello era il / loro / posto, lì vicino c'erano sempre stati dei totem di pietra, alti circa due metri. Per due ragazzini non avevano alcun valore, li consideravano preziosi come nascondiglio, come un rifugio privato.


Il re Kashekim, e la sua consorte erano l'esatta fotocopia dei loro due bambini; lei molto saggia e giusta, lui coraggioso e guerriero.

Si sperava che i figli una volta adulta avrebbero preso i geni dei genitori e fare altrettanto bene al popolo come avevano sempre fatto i sovrani che venivano prima di loro.

Ad ogni singolo abitante del villaggio alla nascita veniva donato una collana con il magico cristallo di una luce intensa e blu, che non si sarebbe mai spenta fin quando il cuore che teneva in vita quella città sarebbe sopravvissuto.

Gli abitanti,compresi i reali, erano sempre stati all'oscuro di questo "Cuore di Atlantis" non sapevano ne dove aveva le fondamenta, ne se era ancora attivo. Erano solo certi che fosse lui ad avere le redini dell'intero regno.

Rhaegan che era sempre curioso ed informato su tutto. Raccontò una volta che ogni mille anni, si diceva che questo cristallo si risvegliasse salendo in cielo. Richiedeva un pegno per la sua protezione che forniva alla città, sceglieva un membro della famiglia reale e lo risucchiava a sè ,togliendogli la vita. Il prescelto, doveva sacrificarsi per il proprio popolo, affinchè la città rimanesse in vita.

Kidagakash lo considerava un gesto coraggioso ma del tutto inutile, diceva sempre che quando avrebbe salita al trono non avrebbe più permesso che il cristallo prendesse con se "ostaggi" o uccidesse qualcuno.

Entrambi i fratelli erano molto legati ai genitori, Kida maggiormente alla madre, ed il fratello al padre.
Ma la piccola bambina adorava passare il tempo seduta al suo solito sedile di pietra con il padre accanto, mentre il tempo che trascorrevano con la madre era per insegnarle ad essere un giorno una brava ed educata Regina. Lei avrebbe seduto accanto al fratello, lui era il primo in carica di potere, poi c'era lei, che non pensava minimamente a quel trono.

Si potrebbe dire che entrambi avevano degli ideali diversi: Kida avrebbe voluto cambiare il mondo, Rhaegan voleva solo diventare re e seguire le stesse orme del padre, un giorno.

Queen of fire.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora