"Già, come no" sospirò e addentò un grissino, tenendolo in un modo assai delicato tra l'indice e il pollice.

Yoongi si perse a guardarlo, mentre intanto ringraziò il cameriere che aveva portato del vino bianco al loro tavolo.

"Ah, come lo guarda, noti?" sussurrò Hoseok a Taehyung.

I due si stavano comodamente godendo la scena davanti a loro, spettegolando per sotto.

"È partito, è cotto a puntino" commentò a bassa voce il moro, riferendosi al loro amico.

Ben presto il loro chiacchiericcio venne bloccato da una voce fin troppo famigliare e fastidiosa.

"Non sussurrate davanti al vostro capo, devo ricordarvi che sono qui?" domandò infastidito Jimin, corrugando la fronte.

Yoongi si guardò intorno.

"Dove? Non siamo tra amici qui?" chiese come se nulla fosse, per poi guardare Jimin, il quale sbuffò e fece un gesto con la mano, come se stesse schiaffeggiando l'aria.

"Fate come vi pare"

"Andiamo," ridacchiò Yoongi, "sciogliti e rilassati" la sua mano scese sotto al tavolo e andò ad accarezzare la coscia del capo.

Hoseok, notando il movimento sinistro dell'amico, diede alcune gomitate d'intesa a Taehyung senza farsi notare dai ragazzi davanti a loro.

"Eh? Eh? Calmo, mi fai male" sussurrò il moro, che ancora non aveva capito cosa stesse succedendo.

"Guarda deficiente!"

Jimin, nel frattempo, infastidito da quel gesto, prese la mano di Yoongi e la spostò dalla propria gamba. Mossa assai inutile, perché subito dopo Yoongi prese la mano di Jimin e la strinse, mentre con gli occhi guardava il cameriere che portava le pietanze precedentemente ordinate.

A quel gesto, il capo non resistette e arrossì tantissimo, ringraziando in modo imbarazzato il ragazzo che ora stava poggiando i piatti sul tavolo.

"Ecco a voi, spero che la cena sia di vostro gradimento" pronunciò, inchinandosi.

Yoongi fece un mini inchino di rimando e sorrise. Dopo qualche secondo lasciò la mano di Jimin con una piccola e lieve carezza.

Hoseok batté le mani tra di loro e le strofinò, guardando felice i piatti.

"Buon appetito!" esclamò sornione.

"Buon appetito" Taehyung sorrise e cominciò subito a mangiare senza aspettare gli altri. Aveva molta fame poiché a pranzo aveva mangiato davvero poco, dato che aveva preferito cercare informazioni sul loro capo invece che riempire il proprio stomaco.

Jimin prese le bacchette, toccando con la punta di esse la carne ed il riso sul piatto. Arricciò il naso e alzò il labbro inferiore, esprimendo un certo disgusto alla vista di quella che doveva essere un'insalata di carne e tanti altri ingredienti.

Yoongi, al contrario, pareva molto soddisfatto.

"Mh, è davvero buono" si girò per guardare Jimin e subito notò la sua espressione disgustata. "Non ti piace?"

Allora Jimin ne assaggiò un po'.

"Meh, non è male" disse fissando il cibo davanti a lui.

"C'è qualcosa che non va?" gli chiese. Il maggiore prese un altro boccone e lo portò alla bocca.

"No, è buono"

Jimin si sentiva a disagio, terribilmente a disagio. Vedere i suoi tre dipendenti essere così tranquilli con lui lo metteva in soggezione. Avrebbero dovuto temerlo, anche solo un po', ma sembrava che a loro non importasse nulla che lui fosse il loro capo. Lo trattavano come se fosse un loro caro vecchio amico, qualcuno da prendere in giro, con cui scherzare e chiacchierare fino allo sfinimento. Ma Jimin non era così, e per questo si sentiva estremamente fuori luogo in quel tavolo.

Yoongi aveva capito che qualcosa non andava, e che no, non si trattava del cibo. Quindi provò ad insistere.

"Non intendevo nel cibo" ridacchiò. Mentre aspettava una risposta prese la bottiglia di vino già aperta dal cameriere e ne versò un po' a tutti.

"Grazie, comunque sto bene" il biondo prese il calice tra le dita e lo portò alle labbra, bevendone un sorso abbastanza consistente.

"Come vuoi"

Jimin non parlò più, semplicemente fissò il liquido giallognolo all'interno del calice di vetro, osservando come ogni bollicina fluiva verso l'alto. Sembrava che stessero cercando di fuggire al vino, forse non volevano farne parte, volevano essere libere, non imprigionate dentro ad un liquido. Si sentiva un po' come quelle bollicine: avrebbe voluto andarsene, tornare a casa e dormire, ma non poteva, perché qualcosa dentro di lui gli stava urlando di non lasciarsi fuggire l'opportunità di avere finalmente degli amici con cui uscire.

Allora smise di pensare, e bevve un altro sorso.

Work hard, Min Yoongi || •yoonmin• [REVISIONE]Where stories live. Discover now