"A domani."

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Eravamo in mezzo al traffico quando mi sento vibrare il telefono, vado per vedere chi fosse ma non avevo il numero salvato e non gli diedi molta importanza, ma rinfilai il telefono in tasca e non ci pensai più.

Qualche ora più tardi, io ero in giro con Tano, mi vedo arrivare un altro messaggio, sempre dallo stesso numero, così leggo l'anteprima del messaggio e c'era scritto:

"Ho sentito la tua intervista."

A quel punto preso dalla curiosità di sapere chi fosse, decisi di comporre il numero e di chiamare.

"Pronto? Scusa posso sapere chi sei? Non ho il tuo numero salvato."

"Gionata, sono io."

In quel momento mi si gelò il sangue, avrei riconosciuto quella voce anche in mezzo ad altre cento, quella voce che per 3 anni avevo sempre avuto attorno, la voce che mi svegliava la mattina, e con cui mi addormentavo la sera.

"Diana.."

"Si."

Non riuscì a rispondere niente, ero totalmente paralizzato.

"Come stai?"

"Sto, tu?"

"Mi sono ripresa."

"Bene."

"Sentì arriverò dritta al punto."

"Ti ascolto."

"Domani devo venire a Milano, mi farebbe piacere che ti facessi vedere."

"C'è, fammi capire, tu mi lasci da un giorno all'altro, torni a Roma e smetti di farti sentire per mesi, e ora decidi di rispuntare fuori chiedendomi di vederci?"

"E' un no?"

"Non ho detto questo."

"E allora dimmi cosa vuoi."

"Non lo so."

"Neanche io lo so, so solo che domani ti voglio vedere a tutti i costi."

"Vedermi.. e basta?"

"Intanto cominciamo col vederci e basta, no?"

"..Va bene."

"Spero che tu sappia che non ho mai smesso di amarti."

"Spero che tu sappia che non ho mai smesso di cercarti."

"Domani starò a Milano per le 12.30, ti aspetto alla stazione?"

"Si vengo a prenderti io."

"Perfetto."

"Allora a domani."

"A domani Dex."

«E vorrei dirti che ti amo, ma è troppo banale. »Where stories live. Discover now