"Regalo scemo, serio, o a metà?"

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"Ok allora quale vuoi aprire per prima? Il regalo scemo, il regalo a metà, o il regalo serio?"

"Mmh, quello scemo, anche se conoscendoti, non lo sarà."

Mi passò la prima busta e dentro c'era una scatola, quando la aprì capì subito di che si trattava e stavo al settimo cielo solo a pensarci.

"Gio non ci credo che tu l'abbia fatto veramente."

"Ideate da me, disegnate direttamente da Virgil."

Le Air Force 1 bianche tutte decorate con disegni che ritraevano me e Gionata, la mia laurea, alcuni della BHMG, e cose che mi appartenevano in generale, era un pò come un "draw my life" messo sulle scarpe, le mie preferite poi.

"Lo vedi perché ti amo."

"Forza ora apri quello a metà."

"Già so cos'è"

"Dai sentiamo."

"La settimana ai Caraibi io e te quest'estate."

"No tu adesso mi devi dire come hai fatto."

"Quando ti beccai a prenotare, te lo lessi in faccia."

"Ti odio."

"Non è vero."

"Comunque.. a parte tu che rovini sempre le sorprese, adesso ci starebbe quello serio ma..preferirei dartelo sta sera."

"Va bene.. allora prendi i miei, apri l'armadio."

Gionata tirò fuori altre tre buste e le posò sul letto.

"Fermo restando che i miei regali non potranno mai essere alla stessa altezza dei tuoi..."

"Dopo 3 anni ti fai ancora questi problemi? I tuoi regali sono migliori di qualsiasi catena d'oro."

"Si, ma stavo dicendo, dato che, tra il bar, qualche prestazione infermieristica da libera professionista e le ripetizioni, quest'anno sono riuscita a racimolare abbastanza.."

"Per?"

"Regalo scemo, a metà, o serio?"

"Scemo ovvio."

"Ok ma questo è scemo sul serio."

Gli porsi la prima busta un pò in ansia, non sapevo se potesse essere una cosa che poteva fargli piacere o meno, ma era così per ogni anno, compleanno, festività, anniversario.. sempre lo stesso pensiero.

Dopo una serie infinita di pacchetti e scatoline vuote Gionata tira fuori una busta tipo quella dei biglietti di buon compleanno, la aprì e tirò fuori un fogliettino.

"Davvero stai facendo?"

"Ebbene.."

"Wa ma è fighissimo, sei proprio proprio sicura che tu voglia che sia io a fartelo?"

"Gio, il mio primo tatuaggio? Se non tu, chi altro mai?!"

"Questa penso sia la dimostrazione di fiducia migliore che qualcuno mi abbia mai dato."

"Dai è una cazzata."

"Non lo è per me."

"Va bene.. tieni quello a metà."

Gionata aprì un'altra busta e non appena vide il contenuto la lanciò sul letto.

"No ok adesso mi devi veramente spiegare come cavolo li hai avuti."

"Eeeeh."

"No Diana qua c'è qualcosa di strano sotto, come hai fatto, dimmelo."

"Amore, dopo 3 anni pensavo che avessi imparato la lezione."

"Mai sottovalutarti.. per davvero cazzo."

"E si va a vedere Rick Ross ad Atlanta bitcheees."

"Sei la donna della mia vita."

"Ah grazie per averlo capito presto."

Gionata si mise a ridere e cominciò a baciarmi lungo tutto il viso.

"E quello serio?"

"Tu me lo dai sta sera? Anche io te lo do sta sera."

"Mi sta bene."

"Adesso è meglio che io vada a farmi una doccia che se mo il medico mi vede con questa faccia, i lividi ai polsi e che puzzo in questo modo penserà che tu mi abbia rapita e tenuta in ostaggio senza cibo ne acqua."

"Mi concede di venire con lei signorina?"

"Oh, tu devi venire con me, è diverso."

Dopo circa una mezz'ora arrivò il medico, cominciò a visitarmi con tutti i mezzi che possedeva cercando di formulare una diagnosi senza dover ricorrere all'ospedale.

Io gli spiegai tutto l'avvenuto, dandogli tutte le informazioni possibili che potessero aiutarlo, e quando finì si rivolse a Gionata per il verdetto finale, ma quando si rese conto che la sua conoscenza dell'inglese era al minimo, disse tutto direttamente a me.

"Mi potresti spoilerare qualcosa?"

"Mi ha detto che non sembra ci siano segni di trauma cerebrale, ma che dovrei fare una TAC per accertarlo, e dovrei fare anche una lastra al polso perché secondo lui potrebbe essere rotto."

"Rotto?!"

"Fammi finire di parlare con lui."

Continuò a dirmi che sarei dovuta necessariamente passare per l'ospedale a fare le analisi che mi aveva detto, perché non sarebbe stato saggio passare oltre il problema senza prima riscontri strumentali.

«E vorrei dirti che ti amo, ma è troppo banale. »Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora